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UNA CAUSA GIUSTA DA DIFENDERE E LA SPERANZA DI ANDARE AVANTI

Alcuni parlano che la crisi economica è il fine dell’imperialismo; magari bisognerebbe porsi se non significa qualcosa di peggio per la nostra specie.
A mio avviso, il meglio sarà sempre avere una causa giusta da difendere e la speranza di andare avanti.
LE BASI YANKEE E LA SOVRANITÀ LATINOAMERICANA

La storia non perdonerà quelli che commettono quella slealtà contro i loro popoli, né neanche quelli che utilizzano come pretesto l’esercizio della sovranità per coonestar la presenza delle truppe yankee. A che sovranità si riferiscono? A quella conquistata da Bolivar, Sucre, San Martin, O´Higgins, Morelos, Juárez, Tiradentes, Martí? Nessuno di loro avrebbe mai accettato un argomento tanto ripudiabile per giustificare la concessione di basi militari alle Forze armate degli Stati Uniti, un impero più dominante, più poderoso e più universale delle corone della penisola iberica.
Sette pugnalate nel cuore dell’America

… i governi dei Paesi di UNASUR, MERCOSUR, Gruppo di Rio e altri, devono analizzare la giustissima domanda venezuelana. Che senso hanno le basi militari e navali che gli Stati Uniti vogliono stabilire nei dintorni del Venezuela e nel cuore dell’America del sud?
UN PREMIO NOBEL PER MRS. CLINTON

Adesso i golpisti si muovono nelle sfere oligarchiche dell’America latina, alcune delle quali, da alte posizioni statali, non arrossiscono oramai parlando delle loro simpatie per il colpo e l’imperialismo pesca nel fiume torbido dell’America latina. Esattamente quello che gli Stati Uniti desideravano con l’iniziativa di pace, intanto accelerava i negoziati per circondare di basi militari la patria di Bolivar.
Il 30 AnnIVersario Sandinista e la proposta di San Jose

… il popolo dell’Honduras è quello che dirà l’ultima parola. Rappresentanti delle organizzazioni sociali e delle nuove forze non sono strumenti di nessuno né dentro né fuori del Paese, conoscono i bisogni e le sofferenze del popolo; le loro coscienze e la loro tempra si sono moltiplicate …
Quello che si deve chiedere agli Stati Uniti

Ciò che in nome della pace si pretende d’esigere dal popolo dell’Honduras, è la negazione di tutti i principi per cui hanno lottato tutte le nazioni di questo emisfero.
“Il rispetto al diritto altrui è la pace”, disse Juárez.
MUORE IL GOLPE O MUOIONO LE COSTITUZIONI

Se il presidente Manuel Zelaya non è reintegrato nel suo incarico, un’ondata di colpi di Stato minaccia di spazzare via molti governi dell’America Latina o di rimanere alla mercé dei militari d’estrema destra, educati secondo la dottrina della sicurezza della Escuela de las Américas, esperta in torture, nella guerra psicologica e nel terrore. L’autorità di molti governi civili in Centro e Sud America rimarrebbe indebolita.
Un errore suicida

Con quell’alto comando golpista non si può negoziare, bisogna esigergli la rinuncia e che altri ufficiali più giovani e non compromessi con l’oligarchia occupino il comando militare, o non ci sarà mai un governo “con popolo, dal popolo e per il popolo” in Honduras.
UN GESTO CHE NON SI DIMENTICHERÀ

Mi ha impressionato vederlo a Telesur, mentre arringava energicamente il popolo honduregno. Denunciava con fermezza la grossolana posizione negativa della reazione che vuole impedire un’importante consultazione popolare. Quella è la ” democrazia” che difende l’imperialismo. Zelaya non ha commesso la benché minima violazione di legge.
NON È COMPITO FACILE QUELLO DI OBAMA

Obama, chi ha parlato alla manifestazione in occasione del 65º anniversario dello sbarco della Normandia grazie al quale, da quanto si deduce dal suo discorso, fu la liberata Europa, ha dedicato soltanto 15 parole al ruolo dell’URSS, appena 1,2 su ogni 2 milioni di cittadini sovietici morti in quella guerra. Non è stato giusto.