Articoli su Fidel Castro

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Premi, provocazioni e idee fallite

OEA

Almagro è più interessato al trambusto che al ritornare nella Maggiore delle Antille, un paese che conosce bene. Ma deve aver chiaro che né l’OSA, né alcuno dei suoi funzionari, tanto meno coloro che tradiscono i principi etici elementari, sono stati o saranno mai benvenuti nella Cuba rivoluzionaria di Fidel.

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Fidel Castro: “Chavez è un educatore infaticabile”

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“Da molto tempo ho la più profonda convinzione che, quando la crisi arriva, i leader sorgono. Così è sorto Bolivar quando l’occupazione della Spagna da parte di Napoleone e l’imposizione di un re straniero hanno creato le condizioni propizie per l’indipendenza delle colonie spagnole in questo emisfero. Così è sorto Martì, quando è arrivata l’ora propizia per l’esplosione della Rivoluzione indipendentista a Cuba. Così è sorto Chavez, quando la terribile situazione sociale ed umana in Venezuela e nell’America Latina determinava che il momento di lottare per la seconda e vera indipendenza era arrivato.”

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L’autore intellettuale

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Era il 21 settembre 1953 nella Sala del Plenum dell’Udienza di Santiago di Cuba. Il recinto era pieno di pubblico, oltre agli accusati per l’assalto alla Caserma Moncada, che avevano partecipato e tutte le persone che sono state accusate del fatto, includendo quasi tutti i dirigenti politici dei partiti dell’opposizione contro Batista e contro il golpe di Stato.

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Due uomini, lo stesso sogno

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E il barbuto parlava davanti alla folla come se avesse l’Apostolo al suo fianco. Accompagnandolo. Guidando il cammino. Perchè più della statua perpetuata nel marmo – questa che ai cubani fa fremere ogni fibra dell’anima, quello che c’era dietro il palco della piazza era la continuità di uno stesso pensiero, come se il discepolo e il Maestro si fossero messi d’accordo.

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Con Almeida e Surita al Terzo Fronte

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Nel 1958 il Terzo Fronte, municipio nel pendio settentrionale della Sierra Maestra, non era altro che un mucchio di terra e fango perso nelle colline dell’Oriente. Le famiglie, tutte analfabete e senza un ospedale dove ricorrere per le loro malattie, non potevano immaginare che, con la presenza della Colonna numero 3, che per ordini del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, e sotto la leadership dal Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque, che sarebbe arrivata il 6 marzo di quell’anno, si sarebbe capovolta la situazione delle comunità montanare.

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Fidel l’8 gennaio 1959: questo è un momento decisivo della nostra storia

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“Sono convinto che questo è un momento decisivo della nostra storia: la tirannia è stata abbattuta. La gioia è immensa. E tuttavia, rimane ancora molto da fare. Non dobbiamo sbagliarci pensando che, da adesso in poi, tutto sarà più facile; può darsi che da adesso in poi, tutto sarà più difficile. Il primo dovere di ogni rivoluzionario è quello di dire la verità. Ingannare il popolo, risvegliare in lui false illusioni, avrebbe sempre le peggiori conseguenze, e ritengo che è necessario avvertire il popolo in quel che riguarda l’eccesso di ottimismo”.

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A 59 anni da quel 1°gennaio

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Parlare di Cuba nei media è come sporgersi dalla finestra di un edificio, dove ognuno ha la propria musica. Fortunatamente per le nostre orecchie, abbiamo solo due melodie, quella di coloro che sempre la difenderanno e quella di coloro che, nonostante siano nati qui, si uniscono a coloro che cercano, con il loro discorso, di dare una fittizia immagine di Cuba.

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Fidel Castro, l’altro nome della dignità

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Ci sono uomini che attraversano i secoli e si iscrivono nell’eternità, poiché personifica principi. Massimiliano Robespierre, l’incorruttibile, l’apostolo dei poveri, dedicò la sua esistenza, breve ed intensa, a lottare per la libertà del genere umano, per l’uguaglianza di diritti per tutti i cittadini, per la fraternità fra tutti i popoli del mondo, suscitando l’odio feroce dei Termidoriani e dei loro eredi, che dura fino ad oggi. Fidel Castro, l’altro nome della dignità, prese le armi per rivendicare il diritto del suo popolo e di tutti i condannati della terra a scegliere il proprio destino, alimentando l’avversione delle forze retrograde di tutto il pianeta.

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Partecipazione elettorale dell’86%, segno di disperazione; milioni ricordando Fidel, sindrome di Stoccolma: Cuba versione ‘El Mundo’

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Un anno fa, dopo la morte di Fidel Castro, il quotidiano spagnolo “El Mundo” spostava a L’Avana il suo corrispondente Daniel Lozano, che ci spiegava, allora, perché milioni di persone facevano lunghe file. Perché tante piangevano per le strade per il leader cubano: vivevano una “sindrome di Stoccolma” collettiva. Un anno dopo, questo stesso giornalista era l’incaricato di occuparsi delle recenti elezioni municipali sull’isola: “una fantasia rivoluzionaria -così le descrive- che nasconde elezioni teledirette dal potere, dalle quali sono stati esclusi quasi duecento oppositori”.

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Collocano un totem in legno col nome di Fidel sul Monte Arpone

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Come parte delle giornate in tributo al leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, ad un anno dal suo decesso, integranti della missione diplomatica e consolare di Cuba a Roma e Milano, rappresentanti del Corpo Diplomatica latinoamericano e varie organizzazioni di solidarietà col nostro paese in Italia, hanno realizzato diverse azioni come conferenze ed analisi dell’ideologia e dell’opera del Comandante, proiezioni di documentari, collocazione di gigantografie in luoghi del centro –come il celebre Colosseo di Roma – che hanno mobilitato persone dei più dissimili settori includendo operai, accademici e studenti universitari.