Articoli su Ecuador

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Ecuador, ora zero

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L’ora arrivò: Lenin Moreno affronterà il banchiere Guillermo Lasso, in un’elezione che avrà ripercussioni regionali, indipendentemente dal risultato. Rafael Correa denunciò, molto tempo fa, prima degli analisti, politologi ed economisti della regione, il tentativo di “restaurazione conservatrice”, come lo chiamò acerbamente, che cominciava a svilupparsi in America Latina e nei Caraibi. Quindi arrivò Macri e Temer che dilapidarono il termine in pochi mesi di “nuova destra” col quale alcuni pretendevano abbellirli: svalutazione, licenziamenti e “tarifazos”, nel caso argentino, e privatizzazioni, ritagli all’investimento sociale e terziarizzazione imprenditoriale, nel caso brasiliano, conformarono il quadro di impoverimento sociale crescente in entrambi i paesi, lontano da qualunque gradualismo e vicino all’ortodossia economica che ha esatto sempre l’FMI e gli organismi multilaterali di credito sorti dopo Bretton Woods.

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Ecuador nega l’entrata a fascista venezuelana che pretendeva fare proselitismo

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Autorità migratorie dell’Ecuador hanno ostacolato ieri l’entrata della fascista venezuelana Lilian Tintori, che pretendeva entrare al paese con un passaporto da turista ed ammise che pretendeva fare proselitismo a beneficio del candidato oppositore alla presidenza. La decisione si basò sulla facoltà dello Stato di respingere l’entrata di stranieri in funzione di un’azione od omissione commessa da questa persona, come stabilisce l’articolo 136 della Legge di Mobilità Umana.

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Rafael Correa: “L’America latina deve rispondere con un discorso frontale davanti a Trump”

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L’America latina deve rispondere con un discorso “frontale” alle misure anti-migratorie del presidente statunitense Donald Trump, riaffermò il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, in un’intervista con la radio spagnola Cadena Ser. Il mandatario si trova in Spagna dal sabato nella cornice di un viaggio internazionale, uno degli ultimi prima di consegnare il potere in maggio, e lì riconobbe che “ancora manca un discorso consolidato e frontale per rispondere alle politiche di Trump”.

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Discorso di Rafael Correa in omaggio postumo a Fidel Castro

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Popoli della Nostra America e del mondo: Fidel è morto. Morì invincibile, solo l’inesorabile passo degli anni ha potuto sconfiggerlo. Morì lo stesso giorno in cui 60 anni prima, con 82 patrioti, partì dal Messico per fare storia. Morì facendo onore al suo nome: Fidel, degno di fede. La fede che ha depositato in lui il suo popolo e tutta la Patria Grande; fede che non è mai stata delusa, e peggio, tradita. Quelli che muoiono per la vita non possono chiamarsi morti. Fidel continuerà a vivere nei volti dei bambini che vanno a scuola, dei malati con le loro vite salvate, degli operai padroni del frutto del loro lavoro. La sua lotta continua nello sforzo di ogni giovane idealista deciso a cambiare il mondo.

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Nove paesi chiedono agli USA di rivedere la loro politica migratoria su Cuba

Guillaume Long, cancelliere dell'Ecuador

Nove governi latinoamericani hanno chiesto il 29 agosto al governo di Washington che riveda la sua politica migratoria rispetto a Cuba, considerando che è “uno stimolo al flusso disordinato, irregolare ed insicuro dei cittadini cubani” verso gli Stati Uniti.
La lettera con la petizione è stata inviata al sottosegretario statunitense, John Kerry, dai cancellieri della Colombia, Costa Rica, Ecuador, Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama e Perù.

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Ecuador rinnova l’impegno di proteggere la vita di Julian Assange

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Il governo dell’Ecuador reiterò oggi il suo compromesso di proteggere la vita e l’integrità fisica di Julian Assange, programmatore australiano ospitato nella sede diplomatica di Quito a Londra da più di quattro anni. Attraverso un comunicato ufficiale, l’ambasciata ecuadoriana nel Regno Unito manifestò preoccupazione per il responso inadeguato delle autorità britanniche che non risposero con celerità davanti ad un tentativo di accesso senza permesso all’immobile, fatto che costituisce un incidente di estrema gravità.

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Gabriela Rivadeneira elogia il ruolo popolare nei processi progressisti latinoamericani

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I processi progressisti in America Latina furono costruiti dai popoli che oggi si mantengono fermi ed in difesa dei loro diritti fondamentali, considerò qui la presidentessa dell’Assemblea Nazionale dell’Ecuador, Gabriela Rivadeneira. In un’intervista con Prensa Latina, la leader parlamentare sostenne che questo è un vantaggio della regione, che attraversa ora retrocessioni elettorali dopo una decade di forti risultati e potenzialità, e di avere guadagnato nell’edificazione della sua unità.

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Circa 84 cubani optano per deportazione volontaria dalla Colombia

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Al meno 84 dei cubani che rimangono oggi nella località colombiana di Turbo in situazione migratoria irregolare sollecitarono volontariamente la loro deportazione, confermò la cancelliera, Maria Angela Holguin, dopo aver assicurato che nessuno di loro chiese rifugio in questo paese.

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Presidente Correa firma petizione di Oxfam contro i paradisi fiscali

Rafael Correa

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, firmò una petizione dell’organizzazione internazionale Oxfam per eliminare i paradisi fiscali, informò oggi il cancelliere del paese sud-americano, Guillaume Long. Come ha sottolineato il capo della diplomazia ecuadoriana nel suo account di Twitter, Correa è il primo capo di Stato che appoggia l’appello fatto da questa confederazione di entità umanitarie ai leader del mondo.

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Dubbi egoisti

Mentre il mandatario della nazione percorre le zone colpite dal sisma che causò più di 600 morti, contatta i disastrati, valuta i danni, adotta misure umanitarie di emergenza e progetta una ricostruzione necessaria, al settore privato dell’economia gli importa di più la sua propria tasca, in una prevedibile reazione egoista dovuta dalla circostanza.