Il Muro di Berlino era la notizia tutti i giorni. Dalla mattina alla notte leggevamo, vedevamo, ascoltavamo: il Muro della Vergogna, il Muro dell’Infamia, la Cortina di Ferro…
Finalmente, quel muro, che meritava cadere, è caduto. Ma altri muri hanno germogliato, e continuano a germogliare, nel mondo. Benché siano molto più grandi di quello di Berlino, di loro si parla poco o nulla.
Poco si parla del muro che gli Stati Uniti stanno alzando nella frontiera messicana, e poco si parla dei reticolati di Ceuta e Mellilla.
Quasi niente si parla del Muro di Cisgiordania che perpetua l’occupazione israeliana di terre palestinesi e sarà quindici volte più lungo che il Muro di Berlino, e nulla, nulla, di nulla, si parla del Muro del Marocco che perpetua il furto della patria saharawi da parte del regno marocchino e misura sessanta volte in più che il Muro di Berlino.
Perché sarà che ci sono muri tanto altisonanti e muri tanto muti?
Preso dal libro di Eduardo Galeano, Espejos
traduzione di Ida Garberi