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Il Gabo e Cuba: “La prima impressione è stata quella di una commedia”

“Prima della Rivoluzione non ho mai avuto la curiosità di conoscere Cuba. I latinoamericani della mia generazione concepivamo L’Avana come un scandaloso bordello di gringo dove la pornografia aveva raggiunto la sua più alta categoria di spettacolo pubblico prima che diventasse di moda nel resto del mondo cristiano.”

Gabriel García Márquez

È stato nel 1955 a Parigi quando il Gabo ha ascoltato per la prima volta il nome di Fidel Castro, dalla voce del poeta Nicolas Guillen. Ma solo17 giorni dopo il trionfo rivoluzionario lo scrittore colombiano ha viaggiato a L’Avana. Per quel gennaio del 1959 Garcia Marquez era redattore del Venezuela Grafico e viveva con sua moglie, Mercedes Barcha, nel quartiere di San Bernardino, a Caracas.   

Il primo viaggio del Gabo a L’Avana non solo arrivò presto, ma lo lasciò acchiappato in questa Isola per sempre. Da quella traversata uscì come fondatore e corrispondente a Bogotà e dopo a New York dell’agenzia di notizie cubana Prensa Latina.

Agganciato dalla cultura cubana, alla fine del 1986 il premio Nobel e Fidel Castro hanno fondato la Scuola Internazionale del Cinema di San Antonio de los Baños. Il Gabo presiederebbe l’istituzione fino alla sua morte, impartendo anche classi e stage.

Inoltre, in varie occasioni, Garcia Marquez ha lavorato da emissario diplomatico de L’Avana.

Perfino Bogotà arrivò a qualificarlo come un suo “ambasciatore senza titolo” nell’Isola.

foto: Steemit

foto: Steemit

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una libreria al pianterreno del Palazzo del Secondo Cabo, a L’Avana Vecchia, ha chiamato l’attenzione di Gabriel Garcia Marquez in alcuni dei suoi tanti viaggi a Cuba. Entrando, un custode riconosce il poeta colombiano: “C’onora la sua visita, signore Garcia Marquez”. Il Gabo rispose all’istante al saluto: “Mi chiami Gabriel, per piacere, quello di signore non fa per me.”

Quando si allontanò, un altro custode domandò al suo compagno chi era “quel vecchio tanto gentile”. “È un gran scrittore cubano che vive in Colombia.”

Varie furono gli aneddoti che il Gabo ricorda dei lettori cubani sui suoi libri. Tra questi ricordò sempre quella di un contadino di Cienfuegos che gli scrisse per dirgli che lui aveva una nonna uguale all’Ursula Iguaran di Cento anni di solitudine; ed un operaio di Nicaro che si è avvicinato a lui in un incontro per commentargli che la storia di sua madre e suo padre aveva molte cose in comune con quella di Florentino Ariza e Fermina Daza in L’amore ai tempi del colera.

La presenza dello scrittore nel Festival Internazionale di Cinema Latinoamericano de L’Avana e negli incontri convocati da Casa de las Americhe, nelle decadi del 60 e del 70 era frequente.

foto: Cultura Inquieta

foto: Cultura Inquieta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In marzo del 2007, Garcia Marquez si riunì con Fidel durante varie ore, e la foto di quell’incontro girò il mondo.
Il giorno dopo, Fidel pubblicò un articolo raccontando il suo incontro:

“Ho passato le ore più gradevoli da quando mi sono ammalato, quasi due anni fa”, ha detto.

“Finirono le ferie e l’anonimato”, commentò Gabo il giorno dopo. “Uno viene qui fuori stagione e si trasforma nella stessa stagione.”

Quel giorno ricordarono aneddoti trascorsi insieme. Tra loro, quello del pomeriggio quando Gabo gli “salvò la vita” durante il IV Vertice dei Presidenti Ibero-americani di Cartagena de Indias, nel 1994. C’era una passeggiata in un carrozza scoperta e la squadra di sicurezza di Fidel si aspettava un attentato.

“Fidel mi chiamò e mi disse, se tuo vieni con me non ci spareranno. Ed io salii sulla carrozza”.

di Thalía Fuentes Puebla e Dinella García Acosta

da Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

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