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Chavez e il XXV Forum di Sao Paulo

I venezuelani celebrano il trionfo elettorale del presidente del Venezuela, Hugo Chavez, domenica 7 ottobre 2012, di fronte al palazzo di Miraflores, a Caracas. Foto: Boris Vergara/EFE

I venezuelani celebrano il trionfo elettorale del presidente del Venezuela, Hugo Chavez, domenica 7 ottobre 2012, di fronte al palazzo di Miraflores, a Caracas. Foto: Boris Vergara/EFE

“Mettiamo, senza paura, la prima pietra fondamentale della liberazione sudamericana, latinoamericana, caraibica, mondiale”. Così chiudeva il Comandante Chavez, parafrasando il Padre Liberatore, il Forum di Sao Paulo realizzato a Caracas nell’anno 2012, sottolineando la necessità di passare a una nuova tappa di azioni concrete nella difesa della sovranità dei nostri popoli.

Pochi giorni fa, la Patria di Bolivar e Chavez hanno riunito di nuovo i lottatori e le lottatrici del mondo nel XXV incontro di questo Forum, che compie ormai 29 anni, come spazio di convergenza della lotta contro il sistema capitalista e che quest’anno rende omaggio al leader storico della Rivoluzione Bolivariana nel 65° anniversario della sua nascita.

Questa edizione si basa anche sulla piattaforma solidale con il popolo del Venezuela, che si mantiene fermo, leale all’eredità del Comandante Chavez ed al governo del Presidente Nicolas Maduro, di fronte agli attacchi imperiali con cui pretendono piegarlo.

Questa fermezza è il risultato della coscienza politica acquisita nei tempi di un progetto continentale, che ha cominciato a crescere con la Rivoluzione Bolivariana e che ha ispirato le esperienze di governo progressiste nella regione. Questi progetti, ognuno con caratteristiche proprie, hanno permesso per la prima volta che i popoli avessero la possibilità di eleggere il proprio destino e partecipare nel disegno delle politiche centrate nel benessere delle maggioranze, che prima erano escluse.

L’unità è stata un fattore essenziale per queste conquiste. Tutto ciò non sarebbe stato possibile in modo isolato, senza le politiche di integrazione che, come l’ALBA, hanno permesso di articolare sforzi e risorse per stabilire meccanismi effettivi di cooperazione in diverse aree.

Mentre la rinnovata alleanza delle oligarchie nazionali e l’imperialismo statunitense minacciano di cancellare le conquiste raggiunte e si riprende la perversa Dottrina Monroe per cercare di dominarci, è imperativa l’articolazione di tutte le forze progressiste per la costruzione di una piattaforma anti-egemonica, anti-imperialista, solidale, cosciente e organizzata, che fermi i piani di restaurazione neo liberale che gli USA sono disposti ad imporre con sangue e fuoco ai nostri popoli.

Continuiamo in Rivoluzione permanente per difendere l’America Nostra. Coordiniamo, per ottenerlo, gli sforzi dei governi progressisti, dei partiti di sinistra e dei movimenti sociali del continente.

Si, si può.

La vittoria di Lobez Obrador in Messico, le manifestazioni contundenti per la libertà di Lula, le proteste in Argentina contro le misure antipopolari di Macri, la vittoria del popolo portoricano nella sua battaglia per la dignità, la ferma resistenza del popolo del Nicaragua per sconfiggere le azioni criminali dell’opposizione ed i progressi della rivoluzione indigenista del valoroso compagno Evo Morales, sono la dimostrazione di questo. Mentre, nostra sorella da sempre, la Cuba di Martì e di Fidel, rimane incolume nella sua battaglia anti-imperialista e sulla strada verso l’edificazione del socialismo.

La lotta anti-imperialista è una lotta continentale che, come si esprime nel Consenso della Nostra America, deve confluire verso “un esaustivo processo di integrazione economica e sociale”. Il migliore omaggio al nostro Comandante Eterno, la cui eredità ci ha ispirati nel segno del XXV Forum di Sao Paulo, è avanzare senza vacillare per le strade dell’integrazione che i popoli reclamano per costruire un mondo migliore; “il futuro di un mondo multipolare in pace, risiede in noi… per difenderci dal nuovo colonialismo, e raggiungere l’equilibrio dell’universo che neutralizzi l’imperialismo e l’arroganza”.

Con Bolivar e Chavez, Vinceremo!

di: Adan Chavez Frias, fratello del Comandante Eterno ed ambasciatore venezuelano a Cuba

da Cubadebate

traduzione di Marco Bertorello

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