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Fernando Gonzalez e Renè Gonzalez esigono una soluzione al caso dei Cinque cubani

Fernando Gonzalez

Fernando Gonzalez

Renè Gonzalez e Fernando Gonzalez hanno ripetuto oggi a L’Avana l’esigenza improrogabile che il governo degli Stati Uniti metta fine all’ingiustizia contro i tre compagni che rimangono ancora nelle prigioni federali.

Loro sono stati i partecipanti principali in un videoconferenza Washington-L’Avana, celebrata nella sede del Ministero delle Relazioni Estere, inserita tra le attività finali di una giornata di denuncia e solidarietà che si è celebrata dal passato 4 giugno, fino a questo martedì, nella capitale statunitense.

I due lottatori contro il terrorismo che hanno compiuto la totalità delle loro ingiuste condanne in prigione e si trovano adesso insieme alle loro famiglie sull’isola, hanno ribadito che non si sentiranno interamente liberi fino a che Gerardo Hernandez, Ramon Labañino ed Antonio Guerrero non ritornino al loro paese.

“Siamo qui adesso perché 16 anni fa qualcuno ha deciso di commettere un crimine”, ha segnalato Renè Gonzalez in riferimento al loro arresto il 12 settembre 1998 e tutta l’odissea che è venuta in seguito.

Ha ricordato che li hanno arrestati e li hanno sottomessi ad “un processo a Miami nel quale è stata punita Cuba nella persona di noi Cinque ed attualmente a dispetto di tanto sforzo non si è messa la parola fine a questa ingiustizia”.

Ad una domanda della stampa straniera, che chiedeva delucidazioni su una contrattazione concreta tra gli USA e Cuba per scambiare i tre dei Cinque con Alan Gross (impiegato dell’USAID condannato a Cuba), Renè ha chiarito che lo stato cubano ha manifestato più volte una seria volontà di negoziare al rispetto.

Fernando Gonzalez ha insistito da parte sua che questo potrebbe essere un momento particolarmente favorevole nella battaglia per i Cinque, ma la mancanza di volontà politica del governo degli Stati Uniti e l’assenza di coraggio politico del presidente Obama sono i due principali scogli contro una rapida conclusione pacifica.

In questo senso, l’avvocato Josè Pertierra, da Washington, ha osservato che nello scenario attuale il caso dei Cinque sta incominciando ad entrare nel radar dell’opinione pubblica statunitense ed è proprio per questo che deve aumentare ancora di più la pressione politica fino a che il presidente Barack Obama autorizzi una soluzione conclusiva.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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