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Sgravare il dollaro a Cuba, lotta contro un contesto avverso

cubasocialistaIl sollevamento dell’onere del 10% al dollaro statunitense che a partire dal 20 luglio entrerà in vigore a Cuba, cerca conferire più capacità di acquisto nel bel mezzo di un contesto economico avverso.  

Come parte di un insieme di misure promosse ieri dal consiglio dei Ministri dell’isola, rimane senza effetto la disposizione che, dopo 16 anni di validità, toglieva il 10% del suo valore al biglietto verde una volta che si depositava nel sistema bancario nazionale.

La misura, a giudizio del vice primo ministro cubano, Alejandro Gil, si approva “nonostante l’ostilità e la recrudescenza del bloqueo economico e commerciale degli Stati Uniti contro Cuba”.

Ma, proprio per la crescente aggressività dell’amministrazione di Donald Trump, ed i numerosi danni che il passo della pandemia della COVID-19 lascia nel paese, si devono approvare queste norme.

La disposizione accompagna altre decisioni tali come la vendita di prodotti da toilette ed alimenti nella rete al dettaglio in dollari statunitensi, una misura per raccogliere moneta forte, che vuole continuare a proteggere l’accesso ai beni fondamentali di consumo per tutti i cubani, secondo le loro necessità e capacità.

Come ha dichiarato il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, sarà necessario vendere una determinata quantità di merce in moneta liberamente convertibile, per avere moneta forte e continuare ad ampliare questo tipo di commercializzazione e perché parte del denaro riscosso per questa via si introduca nell’industria nazionale, affinché questo si trasformi in una fonte di prodotti destinati a questi negozi ed agli altri.

Così si amplia la capacità di acquisto della moneta statunitense che, come ha detto Gil, farà bene a tutti i cubani, tanto a quelli che vivono dentro come quelli che risiedono fuori.

La misura di applicare un onere al dollaro non era stata in nessun caso fortuita.

Questa è nata nel 2004, in risposta alle proibizioni per operare con tali valute in banche straniere, fatto che all’economia dell’isola causa danni significativi e crea rischi seri per il normale esercizio dell’attività finanziaria internazionale.

Cuba, davanti alla proibizione di usare il dollaro per pagamenti a terzi all’estero, si vede impulsata a comprare monete di rimborso, con le conseguenti perdite derivate dai tassi di cambio.

Le autorità cubane hanno spiegato opportunamente, in quel momento, che gravando i biglietti che entravano al paese, si realizzavano due obiettivi: compensare i costi e rischi associati al trasferimento fisico degli stessi verso l’estero nelle condizioni di recrudescenza del bloqueo.

Inoltre, spingevano quelli che desideravano versare denaro al paese ad utilizzare l’uso di altre monete senza restrizioni, come dollari canadesi, euro, lire sterline, franchi svizzeri ed altre.

Le misure prese ieri dal governo cubano, in mezzo ad un contesto nelle quali si vaticina una crisi senza precedenti per tutto il mondo, rispondono alla logica umanista della Rivoluzione.

La strategia, ha sentenziato Diaz-Canel, parte della necessità di trasformare il comportamento dell’economia cubana con aggressività, intensità ed innovazione e di sviluppare la stessa, che non è altro che offrire maggiore benessere al popolo.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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