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Fidel e Chavez, due geni autenticamente popolari

Fidel Castro e lo scomparso presidente venezuelano, Hugo Chavez, hanno oggi la profonda connessione di due geni, due leader genuinamente popolari, ha affermato il diplomatico cubano, German Sanchez.

Mentre Cuba celebra oggi il compleanno del leader storico della sua Rivoluzione, Venezuela ricorda i legami che lo univano a Chavez.

Quando era solo un cadetto inesperto uscito dalle pianure venezuelane, Hugo ha sentito per la prima volta la voce dell’allora presidente cubano mentre ascoltava la radio durante una guardia, ha detto Sanchez a Prensa Latina.

“Era l’anno 1973 e Fidel parlava del golpe fascista in Cile a Salvador Allende, diceva che gli eventi si sarebbero sviluppati in un modo diverso se il popolo fosse stato armato per difendere il processo”.

Queste parole l’avevano penetrato in profondità e Chavez non le ha mai dimenticate. Poi ha scoperto poco a poco Fidel nella misura in cui si era sensibilizzato con questioni storiche e con la realtà dell’America Latina, ha rivelato il diplomatico.

In carcere, dopo la ribellione civile-militare del 4 febbraio 1992, ha letto “La historia me absolverà” ed ha trovato lì una lezione fondamentale sul ruolo storico di un leader, ha aggiunto l’autore del libro “Hugo Chavez y la resurreccion de un pueblo”.

“È stato assorbito anche nella lettura di ‘Un grano de maiz’, di Tomas Borges, ed ancora una volta hanno attirato la sua attenzione le parole di Fidel, che sosteneva che anche se dopo il crollo del campo socialista c’era una grande confusione nelle forze di sinistra, presto sarebbe venuta un’altra ondata di socialismo ed il mondo doveva prepararsi per quel momento”.

“L’idea era stimolante per Chavez perché sentiva che quell’ondata stava nascendo in Venezuela, anche se era necessario un salto gigantesco verso la Rivoluzione”, ha spiegato Sanchez.

“Con la sua sensibilità così bolivariana, ha scoperto in Fidel ed in Cuba un’espressione dei sogni liberatori degli eroi dell’indipendenza dell’America Latina”.

Così ha cercato nel Comandante cubano fonti nutrienti d’idee per interpretare la realtà e trovare nuove formule per il socialismo, ha considerato l’ex ambasciatore cubano a Caracas dal 1994 al 2009.

Quando Chavez è stato a L’Avana nel 1994, Fidel gli ha fatto la sorpresa di aspettarlo nell’aeroporto e come più tardi ha raccontato il leader venezuelano, da quel primo momento ha sentito uno sguardo che lo trapassava con la sua ampia capacità di penetrare l’anima delle persone, attraverso gli occhi, ha ricordato Sanchez.

“Da quel momento, Fidel ha scommesso per Chavez, senza dubbio la grandezza di entrambi ha permesso loro di comprendersi e di aiutarsi a vicenda: bere dalla saggezza e dal potenziale dell’altro, e sempre mantenere il sostegno incondizionato”, ha concluso.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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