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Terroristi di vecchia data ripetono attacchi contro Cuba dagli USA

La detenzione in Cuba di un commando proveniente dagli Stati Uniti che pretendeva realizzare atti violenti sull’isola, evidenzia la doppia morale di Washington nella sua allegata guerra contro il terrorismo.  

Il Ministero dell’Interno ha annunciato la detenzione a Cuba di quattro cittadini di origine cubana e residenti a Miami che hanno riconosciuto che pretendevano attaccare installazioni militari cubane.

L’arresto è stato fatto il 26 aprile e gli accusati sono Josè Ortega Amador, Obdulio Rodriguez Gonzalez, Raibel Pacheco Santos e Felix Monzon Alvarez.

Secondo l’informazione ufficiale, gli imputati hanno confessato che tali piani si sono organizzati con la direzione di Santiago Alvarez Fernandez Magriñà, Osvaldo Mitat e Manuel Alzugaray, residenti a Miami e con una lunga storia di azioni violente contro Cuba.

I capoccia del complotto hanno stretti vincoli con il famoso terrorista Luis Posada Carriles, la cui estradizione è reclamata agli Stati Uniti da parte del Venezuela e di Cuba.

Carriles è uno dei principali responsabili dello scoppio di un aeroplano di Cubana di Aviazione nel 1976 e della morte dei suoi 73 occupanti, tra passeggeri ed equipaggio.

Cuba ha detto che si realizzeranno le gestioni pertinenti con le autorità statunitensi competenti per investigare questi fatti ed evitare opportunamente che l’attuazione di elementi ed organizzazioni terroristiche radicate in questo paese mettano in pericolo la vita di persone e la sicurezza di entrambe le nazioni.

Tuttavia, la storia è testimone dell’impunità che godono negli Stati Uniti questi personaggi, molti di loro vincolati all’Agenzia Centrale di Intelligenza (CIA).

Mentre gli Stati Uniti mantengono tre dei Cinque cubani dietro le sbarre, compiendo lunghe condanne per monitorare questi attentati contro l’isola, Posada Carriles è stato esonerato dalla giustizia statunitense e Fernandez e Mitat hanno compiuto una breve sentenza nel 2009 per immagazzinare centinaia di armi e di munizioni nel sud della Florida.

La Procura decise di non presentare accuse di terrorismo contro i due imputati in cambio della consegna di 30 mitragliatrici automatiche e semiautomatiche, un lanciarazzi, varie granate, 200 libbre di dinamite, 14 libbre dell’esplosivo C-4 e quattro mila piedi di cavo per detonazioni, che mantenevano nascosti per le loro aggressioni a Cuba.

“Questa corte riconosce che l’obiettivo finale dei signori Alvarez e Mitat è stato sempre una Cuba libera e democratica”, ha detto il giudice federale James Cohn prima di dettare la sentenza.

Entrambi hanno fatto parte dell’equipaggio dell’imbarcazione, El Santrina, che ha portato illegalmente Luis Posada Carriles fino al sud della Florida agli inizi del 2005.

Nel giudizio celebrato quell’anno si sono rifiutati ad offrire testimonianze contro Posada, per paura di che le autorità li accusassero di aiutare un terrorista ad entrare illegalmente negli Stati Uniti. Un accusa di questa indole implica una possibile sentenza di 35 anni di prigione.

Al contrario, Gerardo Hernandez, uno dei Cinque cubani, è stato condannato precisamente a due ergastoli più 15 anni per tentare di ostacolare le azioni violente contro Cuba che Posada e Fernandez organizzano nel territorio degli Stati Uniti.

Hernandez, Ramon Labañino ed Antonio Guerrero, dietro le sbarre, integrano insieme a Renè Gonzalez e Fernando Gonzalez il gruppo internazionalmente conosciuto come i Cinque cubani, condannati in un giudizio dove i veri terroristi agivano come complici della procura.

Fernando e Renè sono ritornati a Cuba dopo compiere lunghi anni di prigione, ma hanno detto che non si sentiranno davvero liberi finché i loro compagni non saranno scarcerati e restituiti al loro popolo.

Che paradosso, Fernandez Magriña gode della sua residenza legale negli Stati Uniti, dove è stato uno dei fondatori dell’organizzazione terrorista, Alfa 66. Dirigendo questa organizzazione ha attaccato nel 2001 un piccolo villaggio della provincia di Villa Clara, nel centro dell’isola.

Quello stesso anno ha partecipato al mitragliamento della località costiera di Boca de Samà, al nord della provincia orientale di Holguin, attacco nel quale sono morti due civili ed una bambina cubana è risultata gravemente ferita ed è rimasta lesa per tutta la vita.

E’ stato anche un importante complice di Posada Carriles nell’attentato fallito contro il presidente Fidel Castro durante il X Vertice Ibero-americano in Panama nel 2000, fatto denunciato dallo stesso capo di Stato cubano nella capitale istmica.

Però, neanche questo fatto è stato considerato dal l’Ufficio Federale di Investigazioni, né da altre agenzie federali tanto preoccupate della sicurezza nazionale statunitense e del combattimento al terrorismo, che ora ritorna a ripetersi contro Cuba.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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