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Obama proroga il criminale e antistorico bloqueo contro Cuba

Il Nobel per la pace Barack Obama mentre lavora alacremente per esportare la democrazia a stelle e strisce – a suon di bombe al fosforo bianco – anche in Siria armando fino ai denti i cosiddetti ribelli; fanatici estremisti islamici di chiara e comprovata fede democratica, non trascura le vicende riguardanti il continente americano. Segnatamente, in questo caso, il presidente ancora tanto osannato da certa sinistra europea, fasulla quanto una banconota da mille euro, non dimentica quel bastione della resistenza e dell’anti-imperialismo che risponde al nome di Cuba.

 

L’isola socialista che da sessant’anni rappresenta una vera e propria spina nel fianco per il tracotante impero nordamericano, che ha utilizzato ogni mezzo – compreso sabotaggi, terrorismo e utilizzo di armi chimiche – da quando la rivoluzione ha trionfato sulla tirannia batistiana per rovesciare il legittimo governo cubano, ammainare la bandiera socialista e far tornare l’Isla, il verde caimano, ai tempi in cui era schiacciata sotto il tallone di ferro yankee e a dettar legge era la mafia. Mentre il popolo languiva nella povertà assoluta, condannato all’ignoranza.

 

L’arma utilizzata dal premio Nobel Obama per cercare di piegare l’eroica resistenza di Cuba e del suo popolo è sempre la medesima di cui si sono avvalsi tutti i presidenti americani, democratici e repubblicani senza distinzioni, succedutisi alla Casa Bianca dal gennaio del 61′ allorquando gli Stati Uniti ruppero ogni rapporto con Cuba: il cui governo fu definito leninista, socialista e antimperialista. Attraverso un embargo – conosciuto come el bloqueo – commerciale, economico e finanziario si è cercato, e si cerca tutt’ora in maniera diuturna di strozzare lo stato cubano. Portarlo al collasso. Un vero e proprio blocco, illegale, e in quanto tale condannato dalle Nazioni Unite da oltre vent’anni con 188 paesi che appoggiano l’istanza cubana, nella pressoché totale indifferenza dei media mainstream.

 

Nonostante ciò Cuba non ha arretrato di un passo nella costruzione del socialismo. Ha continuato a essere bastione dell’antimperialismo. Faro ed esempio per la nuova America Latina progressista, bolivariana e integrazionista. «Cuba ha resistito e resisterà ancora – ha affermato Fidel Castro in un articolo apparso nel 2009 su Cubadebate – Non tenderà la mano per chiedere l’elemosina. Andrà avanti con la testa alta».

 

A questo punto, il paladino dei diritti umani Barack Obama – che qualche mente ottenebrata continua a definire di sinistra o progressista al pari del socialista guerrafondaio francese Hollande – ha deciso di prorogare il criminale bloqueo e le successive leggi Torricelli (92′) e Helms-Burton (95′) intervenute allo scopo di rafforzarlo in virtù «degli interessi nazionali degli Stati Uniti». Norme dove si sostiene apertamente la sovversione del legittimo governo cubano. Definite efficacemente «antistoriche» dal professor Carlos Azulgaray Treto, che in un’intervista all’emittente Russia Today ha anche denunciato come tali misure siano «profondamente anticubane. Dirette non tanto contro il governo, ma piuttosto contro il popolo cubano».

per Cubadebate, di Fabrizio Verde

1 Commento

Commento all'articolo
  1. giuseppe / eroico

    HASTA LA VICTORIA SIEMPRE

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