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Presidentessa argentina appoggia entrata della Palestina all’ONU e critica gli organismi di credit

La presidentessa argentina, Cristina Fernandez, appoggiò oggi qui l’entrata della Palestina all’Organizzazione delle Nazioni Unite e considerò che ciò contribuirà a vivere in un mondo più giusto e sicuro. Il mio paese, come la maggioranza in America del Sud, ha riconosciuto lo Stato palestinese, che deve occupare il posto numero 194 nelle Nazioni Unite, sostenne Fernandez intervenendo davanti alla 66° Assemblea Generale dell’organizzazione. La dignitaria segnalò che per alcuni ostacolare l’entrata della Palestina all’ONU può essere visto come qualcosa di vantaggioso per l’Israele, in realtà assumere questa posizione propizierà dare sempre un alibi a quelli che esercitano il terrorismo a livello internazionale.

In un altro momento del suo discorso, la capo di Stato argentina manifestò il suo disaccordo con il preteso ampliamento del numero di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e col diritto al veto che possiedono i membri di questo organo.

L’equilibrio sul quale nacquero le Nazioni Unite è stato rotto ed il Consiglio di Sicurezza ed il diritto di veto servono solo per il posizionamento dei suoi membri, affermò.
Un altro dei temi abbordati dalla Fernandez è stata la necessità di riformare gli organismi multilaterali di credito, ed in questione il Fondo Monetario Internazionale.

La mandataria segnalò che quando si osserva la crescita dello stock finanziario in relazione col Prodotto Interno Lordo (PIL) globale può notarsi chiaramente perché stiamo in un mondo dove la speculazione sembra non avere freni.

Mentre nella decade degli anni 80 del passato secolo lo stock di attivi finanziari era 1,1 uguale alla produzione di beni e servizi nel mondo, alla chiusura del 2008 questa relazione era già di 3,6, fatto che provoca una volatilità mai vista prima, ed anche ricorrenti crisi nei mercati, manifestò.

Fino al momento, i cambiamenti negli organismi di credito sono stati solo cosmetici, ha affermato la dignitaria argentina, che criticò anche con durezza i qualificatori di rischio che – ha detto – hanno avuto una grande responsabilità nell’attuale crisi.

Il mondo è cambiato sostanzialmente dal 2003 ed anche Argentina, sottolineò ed enumerò tra i principali risultati raggiunti da allora la riduzione un punto degli indici di povertà ed indigenza; la notoria discesa del tasso di disoccupazione ed il più importante ciclo di crescita economica.

Argentina che è caduta in default nel 2001, è stata accusata all’epoca dagli organismi di credito come inaffidabile, quando in realtà siamo stati come animali da laboratorio delle politiche neoliberali degli anni 90, condannò.

Elogiò d’altra parte la capacità dello Stato argentino per ristrutturare negli ultimi anni il suo debito estero e compiere regolarmente i pagamenti senza ricorrere ai mercati del capitale.

(Prensa Latina)

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