Articoli su elezioni

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L’altra battaglia

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Al di là delle battaglie e vittorie elettorali, la Rivoluzione bolivariana deve combattere ogni giorno la battaglia strategica, che è la battaglia delle idee, che non si fa solo dal dibattito teorico ma che si dà nel reale esercizio dell’etica politica. In questo senso questa battaglia strategica, credo, dobbiamo approfondirla in almeno queste tre dimensioni.

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Il chavismo è maggioranza in Venezuela

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Nuovo appuntamento elettorale in Venezuela. Sì, avete letto bene: elezioni in Venezuela. Le numero 22 negli ultimi 18 anni. Una media di molto superiore a quella considerata ‘normale’ per qualsiasi democrazia. Questa volta, è stato il turno delle regioni. E il chavismo è tornato a vincere: avendo la meglio in molti più Stati rispetto all’opposizione (17 a 5; manca Bolivar per concludere). Nel voto nazionale il chavismo trova una maggioranza significativa (54%).

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Ecuador, ora zero

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L’ora arrivò: Lenin Moreno affronterà il banchiere Guillermo Lasso, in un’elezione che avrà ripercussioni regionali, indipendentemente dal risultato. Rafael Correa denunciò, molto tempo fa, prima degli analisti, politologi ed economisti della regione, il tentativo di “restaurazione conservatrice”, come lo chiamò acerbamente, che cominciava a svilupparsi in America Latina e nei Caraibi. Quindi arrivò Macri e Temer che dilapidarono il termine in pochi mesi di “nuova destra” col quale alcuni pretendevano abbellirli: svalutazione, licenziamenti e “tarifazos”, nel caso argentino, e privatizzazioni, ritagli all’investimento sociale e terziarizzazione imprenditoriale, nel caso brasiliano, conformarono il quadro di impoverimento sociale crescente in entrambi i paesi, lontano da qualunque gradualismo e vicino all’ortodossia economica che ha esatto sempre l’FMI e gli organismi multilaterali di credito sorti dopo Bretton Woods.

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Ecuador nega l’entrata a fascista venezuelana che pretendeva fare proselitismo

LilianTintori con i suoi amici negli USA

Autorità migratorie dell’Ecuador hanno ostacolato ieri l’entrata della fascista venezuelana Lilian Tintori, che pretendeva entrare al paese con un passaporto da turista ed ammise che pretendeva fare proselitismo a beneficio del candidato oppositore alla presidenza. La decisione si basò sulla facoltà dello Stato di respingere l’entrata di stranieri in funzione di un’azione od omissione commessa da questa persona, come stabilisce l’articolo 136 della Legge di Mobilità Umana.

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I dati che hanno mandato il mondo a gambe all’aria

Mikhal Kosinki – per gentile concessione di Kosinski

Il 9 novembre, circa alle otte e trenta del mattino, Michal Kosinski si è svegliato nell’Hotel Sunnehus di Zurigo. Il trentaquattrenne ricercatore era arrivato per tenere una conferenza all’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia (ETH) sui pericoli di Big Data e della rivoluzione digitale. Kosinski tiene conferenze regolari su questo argomento in tutto il mondo. E’ un esperto di spicco della psicometria, una sottocategoria della psicologia. Quando ha acceso la televisione quel mattino ha visto che la bomba era esplosa: contrariamente alle previsioni di tutti i principali statistici Donald J. Trump era stato eletto presidente degli Stati Uniti.

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Una reputazione inesistente

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Ma se di reputazione e ricostruzione negli USA della fiducia si tratta, adesso il professore dell’Università di Washington ci sembra ridicolo, dato che oltre al movimentato e sporco spettacolo elettorale, che è costato circa 2651 milioni di dollari fino ad oggi, quella che deve davvero cambiare è la pretesa abusiva egemonica nel mondo, con i suoi interventi extraterritoriali genocida.

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Malessere sociale minaccia la democrazia: Chomsky

chomsky

Noam Chomsky, uno degli intellettuali statunitensi più prestigiosi attualmente, crede che la bassa valutazione dei politici a livello mondiale non sia esclusiva della cupola dirigente, ma si estende ad aziende ed ad altre istituzioni, come parte di un malessere sociale generale. La scarsa popolarità degli attuali candidati alla Presidenza degli Stati Uniti non è qualcosa di eccezionale, ma fa parte “di un gran malessere sociale che minaccia la democrazia”, spiegò il linguista e filosofo, di 87 anni, in intervista con DPA, a Cambridge.

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Il padre e lo spirito regressivo

Alberto Fujimori

Entrambi i candidati presidenziali sono stati obbligati al secondo turno elettorale, ed i peruviani sembrano condannati ad uno dei due governi nei prossimi cinque anni, quello del chiamato “fujimorismo” con la sua ignominiosa zavorra del passato ed il neoliberalismo spietato che rappresenta l’ex primo ministro Pedro Kuczynski, per l’Alleanza del Gran Cambiamento, entrambi coincidenti nel navigare in una rotta che si può immaginare tra la paura e la sofferenza sociale.

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Messico: le elezioni cambiano mappa politica nel Distretto Federale

Il Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) ha smesso di essere oggi il gruppo politico egemonico nel Distretto Federale (DF) della Città del Messico, secondo dati dell’Istituto Nazionale Elettorale (INE). Il Programma dei Risultati Elettorali Preliminari dell’INE ha chiuso già il 99,11% dei verbali calcolati e conferma la retrocessione del chiamato “partito del sole azteca” che ha dominato le strutture del potere politico durante gli ultimi 18 anni nel DF.

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(VIDEO) Díaz Canel: «Cuba non lascerà il Venezuela solo»

Il primo vicepresidente di Cuba, Miguel Díaz Canel, ha assicurato che il suo paese «non lascerà il Venezuela solo» mentre compie passi avanti verso la normalizzazione delle relazioni diplomatiche con il governo degli Stati Uniti (USA).