Quando si cerca informazione sulla Mensa Redonda in YouTube, o si usa il link associato al canale, che non si trova oramai in quella rete sociale
L’account in Google della Mensa Redonda è stato inabilitato nella giornata di ieri perché, secondo loro, “infrange le leggi di esportazione”. Pertanto, il canale di YouTube del programma informativo, associato a questo account è sparito dalla rete sociale, insieme a tutti i contenuti pubblicati lì da anni.
È necessario segnalare che tale fatto succede in momenti di interesse informativo su Cuba. Giusto ieri in questo spazio si è presentato il candidato vaccinale cubano “Sovrana 01.”
Al momento della sua “inabilitazione” il canale della Mensa Redonda, accumulava più di 19 mila abbonati. Questi si erano raddoppiati in questo anno 2020, a partire dalle informazioni e misure di trascendenza nazionale che si danno a conoscere in questo spazio della Televisione Cubana. Soprattutto, negli ultimi mesi, associate alla lotta contro la COVID-19 nel paese.
In questo 20 agosto, non solo hanno chiuso il canale della Mensa Redonda in YouTube, ma anche Cubavisión Internacional ha denunciato la chiusura del suo account in Google ed il canale associato.
Allora, rimane esplicito che si tratta del bloqueo statunitense che si estende verso tutte le aree, ed ovviamente, nel ciberspazio.
I blocchi alle reti sociali di mass media cubani succedono frequentemente, soprattutto in Twitter, dove solo dal 2019 si è bloccato l’account della Mensa Redonda, di Cubadebate, dell’Union Jovenes Comunistas, e recentemente di Juventud Rebelde. Nel 2011, Google ha chiuso il canale di Cubadebate in YouTube.
Il mandatario cubano, Miguel Diaz-Canel Bermudez ha denunciato attraverso il suo account in Twitter la chiusura arbitraria degli account in YouTube di vari mezzi di comunicazione cubani.
“Blocco puro e duro: inabilitano canali di YouTube della Mensa Redonda e Cubavision Internacional precisamente quando si faceva conoscere quanto riferito col candidato vaccinale cubano #Sovrana1. L’iniezione ha fatto male.”
da Cubadebate
traduzione di Ida Garberi