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I costi sociali del coronavirus: un’autentica guerra mondiale contro i poveri

covid-crisis-económica-580x330Un’analisi pubblicata a metà di luglio del 2020 dal Centro di Analisi multidisciplinare (CAM) dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) spiega come i costi della depressione economica del primo semestre dell’anno sono stati sostenuti dalle classi lavoratrici, mentre il gran capitale ha aumentato i suoi guadagni in piena crisi.

Gli economisti messicani del Centro di Analisi dell’UNAM segnalano che il meccanismo di trasferire i costi delle contrazioni economiche su quelli che vivono del loro salario non è qualcosa di nuovo —citano Karl Marx per spiegarlo—ed hanno descritto qual’è il meccanismo che è stato usato dal gran capitale multinazionale per resistere alla caduta del tasso medio del suo guadagno, che consta di quattro misure basilari, che colpiscono direttamente la classe lavoratrice:

-la diminuzione del salario nominale,
-la diminuzione di prestazioni sociali,
-la precarietà e la flessibilità nelle contrattazioni,
-l’aumento della disoccupazione.

Gli economisti dettagliano che la crisi attuale non si è generata col nuovo coronavirus, ma la depressione nelle economie mondiali era già presente e, purtroppo, la paralisi delle attività come conseguenza dell’unica misura di salute per prevenire l’avanzamento della pandemia (cioè il distanziamento sociale) ha provocato una profonda privazione del benessere in maniera pronunciata.

La scarsità a livello mondiale provoca una mancanza di accesso alle materie di base che fanno funzionare la società capitalista dei lavoratori, che si somma ad una caduta storica delle entrate dei lavoratori e di un impiego degno. Questo —ovviamente—ostacola che attualmente milioni di persone in tutto il mondo possano soddisfare le loro necessità basilari in cinque voci fondamentali per la vita: alimento, salute, educazione, abitazione e previdenza sociale.

Secondo i calcoli fatti dal CAM, in base a dati delle Nazioni Unite, in questo momento 46 mila persone muoiono di fame ogni giorno nel mondo.

Stiamo vedendo un’autentica guerra mondiale contro i poveri, affermano nel paragrafo 132 del loro studio: i costi sociali della pandemia di COVID-19.

I vincitori

Tuttavia, dal lato del capitale, questa paralisi dell’economia mondiale ha portato a vari benefici, come si può leggere nello studio al quale ha avuto accesso Sputnik: l’opportunità di comprare aziende con forte insolvenza economica, ed, in un secondo movimento, i grandi monopoli hanno avuto l’opportunità di capitalizzare le opportunità che offre il libero mercato nel punto esatto della disfatta, hanno segnalato.

Gli economisti sottolineano che i grandi settori del monopolio che si sono avvantaggiati con la pandemia sono vincolati alla circolazione, alla distribuzione ed al consumo di mercanzie (soprattutto, le piattaforme che realizzano le transazioni di acquisto e vendita) come quelli che presentano contenuto su richiesta e quelle di tele-lavoro.

Questa è una lista breve dei grandi vincitori della pandemia:

-Jeff Bezos, fondatore e direttore della multinazionale Amazon, la cui nicchia di mercato si situa negli acquisti che si realizzano per mezzo del suo sito web che è riuscito a generare circa 11.000 dollari al secondo in tempi di pandemia, fatto che ha permesso che il suo commercio registrasse un aumento storico in mezzo alla crisi mondiale. Tuttavia, per rispondere a questa crescente domanda, Amazon ha assunto 175.000 persone sotto il regime del riappalto, un sistema precario che ostacola il riconoscimento dei diritti lavorativi, inibisce la sindacalizzazione e stabilisce contratti uno ad uno coi suoi lavoratori.

-Netflix ed i suoi gruppi di capitale soci Capital Group Company, Black Rock (uno dei fondi colloquialmente chiamato avvoltoio che compra e negozia il debito estero dell’Argentina, tra le altre) e The Vanguard Group hanno aumentato i loro abbonati negli ultimi due anni, ma il 22 aprile hanno registrato un record ottenendo 16 milioni di nuovi consumatori nel mondo.

-Zoom è un’azienda di capitale aperto fondata dal cinese Eric Yuan che offre servizi di telecomunicazione con video-chiamate di gruppo. Nel primo trimestre del 2020 ha duplicato i suoi guadagni rispetto allo stesso periodo dell’anno anteriore, raccogliendo 122 milioni di dollari per i suoi servizi a livello mondiale.

-Slack è un’azienda di servizi di messaggeria istantanea creata nel 2013 per Stewart Butterfield, Eric Costello, Calce Henderson e Serguei Mourachov che brinda strumenti usati per aziende per fomentare il tele-lavoro durante la pandemia e che ha duplicato il suo capitale tra gennaio e marzo del 2020.

Altre aziende come K12, dedicata all’educazione online per bambini ha elevato i suoi guadagni del 19%, come Teladoc, che unisce pazienti e medici a distanza, ha incrementato il costo delle sue azioni già di un 50% dall’inizio dell’anno.

Le compagnie Facebook, Activision Blizzard —di videogiochi—, Peloton —di attrezzature per l’esercizio fisico—e GrandHub —un servizio di consegna di alimenti—appaiono anche tra i vincitori.

Le compagnie dedicate alla fabbricazione di vaccini, medicine e materie prime della salute e di pulizia come disinfettanti, mascherine, guanti e gli strumenti necessari per pazienti infettati da COVID-19 come Inovio Pharmaceuticals, Moderna, Novavax, Regeneron Pharmaceuticals e Top Glove.

I dati a livello mondiale sono stati rivelati dalla ditta di investimenti MKM Partners, secondo un indice che hanno denominato “rimani in casa”.

I più ricchi contro i più poveri

Gli economisti dell’UNAM denunciano come questi guadagni rimangono in famiglia, tre delle quali sono di origine statunitensi.

Le famiglie più ricche del pianeta hanno ora un patrimonio congiunto che oscilla sui 250 mila milioni di dollari, che supera quello che avevano accumulato durante tutto il 2019.

Le famiglie più ricche del mondo sono i Walton, padroni della multinazionale Walmart; i Mars, padroni della fabbrica omonima di dolci e dolciumi commestibili; ed i Koch, padroni di varie aziende del settore energetico, vincolato a raffinerie di petrolio, trattamento e distribuzione di etanolo e gas naturale.

All’estremo opposto, meno dell’1% di queste famiglie più ricche del mondo concentrano una ricchezza più grande del 60% del resto dell’umanità, secondo dati di Oxfam.

In base a dati pubblicati dalla rivista Forbes e da Credit Suisse nel 2019, hanno registrato che 2153 tra le persone più ricche del mondo concentrano più capitali di 4600 milioni dei più poveri del pianeta.

Il CAM riferisce che questa investigazione dell’organizzazione Oxfam pubblicata alla vigilia del Forum Economico Mondiale di Davos —nel gennaio del 2020—ha reso noto che l’accumulazione della ricchezza in poche mani è direttamente vincolata alla struttura tributaria dei paesi.

I governi usano politiche fiscali nelle quali collocano tasse considerevolmente meschine per le persone e per le aziende più ricche, che risulta chiaramente una base di riscossione di entrate insufficiente per appoggiare la lotta alla povertà ed alla disuguaglianza, hanno concluso.

di Eliana Gilet

da Sputnik/ Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

foto:BAE Negocios

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