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Gli Stati Uniti e le armi biologiche

coronaviriusPer quelli che si dichiarano increduli davanti alle evidenze che gli Stati Uniti potrebbero essere i responsabili dell’epidemia della polmonite di Wuhan o coronavirus, con la malsana intenzione di colpire l’economia e l’immagine della Cina, è necessario esporre alcuni antecedenti su questo tema.  

Secondo quanto pubblicato dalla rivista statunitense Whiteout Press, ed altre, nel 1931 il Rockefeller Institute for Medical Investigations ha usato cittadini statunitensi come topi di laboratorio, avendoli infettati con cellule cancerose, senza che loro lo sapessero.

Nella stessa data, il Pentagono ha aperto un Centro di Guerra Biologica in Panama per realizzare lavori di laboratorio con germi patogeni.

La doppia morale degli yankee è tale che hanno concesso totale immunità a tedeschi e giapponesi specialisti in guerra biologica dopo la Seconda Guerra Mondiale, e li hanno incorporati nel centro ubicato a Fort Detrick, per studiare e sviluppare armi biologiche.

Agli inizi degli anni 50 del XX secolo, il Dipartimento di Difesa ha realizzato all’aperto prove nelle quali ha utilizzato batteri e virus generatori di malattie.

In quella data, una nave di guerra yankee ha usato un enorme tubo per spruzzare l’aria col batterio Serratia Marcescens, causante polmonite, tra gli abitanti della zona costiera di San Francisco, in California, come ha denunciato lo studioso Leonard Cole nel suo libro Clouds of Secrecy: The Army’s Germ Warfare Tests Over Population Areas.

In questo materiale si descrive che, tra il 1949 ed il 1969, si sono svolte all’aperto più di 239 prove di armi biologiche a Washington, New York, Key West ed altre città densamente popolate.

Solo nel 1970 i cittadini hanno saputo che erano stati utilizzati come animali di laboratorio negli esperimenti realizzati da varie agenzie e dipartimenti governativi, principalmente il Pentagono.

Diffondendosi l’Operation Whitecoat, eseguita tra il 1954 ed il 1973, la popolazione ha conosciuto i dettagli di questo studio del Dipartimento della Difesa, dove hanno utilizzato fedeli della Chiesa Avventista del Settimo Giorno ed oltre a 2300 soldati, che ignoravano che sono stati infettati con la febbre Q, la febbre gialla, peste bubbonica, tularemia ed encefalite equina venezuelana, tutto documentato nel libro Anthrax: The Investigation of a Deadly Outbreak (1999), dello scrittore Jeanne Guillemin.

Negli anni 90 hanno testato nuovi virus biologici con prigionieri del Dipartimento Correttivo del Texas che posteriormente sono stati usati durante l’invasione in Iraq, azione raccontata dal biochimico statunitense Garth L. Nicolson, in una testimonianza scritta per il Congresso, dove ha detto: Migliaia di veterani statunitensi della Guerra del Golfo soffrono delle conseguenze di essere stati esposti alle armi radiologiche, chimiche e biologiche (Written Testimony of Dr. Garth L. Nicolson, Committee on Veterans Affairs, United States House of Representatives, gennaio 2002).

Francis Boyle, professore di Diritto Internazionale dell’Università dell’Illinois, afferma che l’attuale virus zika è un arma biologica brevettata nel 1947 dalla Fondazione Rockefeller.

Terroristi cubani sono stati allenati dalla CIA e dal Pentagono nella base militare di Fort Gulick, in Panama, per introdurre a Cuba, nel 1971, il virus della febbre porcina africana.

L’investigatore William H. Schaap, assicura che il dengue ed altri arbovirus, sono armi biologiche ideali. Il dengue emorragico è altamente inabilitante e lo trasmette la zanzara Aedes Aegyiptis, virus introdotto a Cuba nel 1981, pubblicato in The 1981 Cuba Dengue Epidemic, Covert Action, Summer 1982.

Si sa che nel 1981 biologi militari statunitensi hanno realizzato prove con l’Aedes Aegyiptis, nel laboratorio di Fort Detrick, in Maryland, per introdurre il dengue emorragico.

Questo laboratorio, denominato ufficialmente Istituto di Investigazioni Mediche in Malattie Infettive dell’Esercito degli Stati Uniti, produce agenti biologici come parte delle investigazioni con armi di difesa.

Gli Stati Uniti hanno un programma offensivo di armi biologiche, approvato in ottobre del 1941 dal presidente Franklin Roosevelt ed il Segretario di Guerra.

Per questo hanno costruito inizialmente un impianto di produzione a Terre Haute, in Indiana, ma non avendo le condizioni di sicurezza, è stato trasportato nel 1954 a Pine Bluff, in Arkansas, ed ha cominciato a produrre agenti biologici.

Oggi Fort Detrick è il centro di investigazione e produzione di armi biologiche anti-personali e contro le coltivazioni, per infettare obiettivi selezionati, mediante aeroplani per aspersione aerea, bombolette, granate, missili e bombe a grappolo.

Posteriore alla costruzione di quattro laboratori biologici del Pentagono in Georgia, ex repubblica dell’URRS, si è scoperto un focolaio di polmonite atipica nel paese.

A rispetto, la rivista statunitense Veterans Today (06-10-2013), ha pubblicato che il Pentagono ha investito 300 milioni di dollari in un programma segreto di guerra biologica, nel Central Reference Laboratory, di Tiflis, in Georgia, dove i militari yankee controllano i vaccini per animali, rimpiazzando i veterinari.

In Georgia opera anche il Walter Reed US Army Medical Research Institute, ed in Kazakistan, un’altra ex repubblica sovietica, funzionano due laboratori biologici del Pentagono.

Gerald Colby e Charlotte Dennet hanno descritto nel loro libro They Will Be Done. The Conquest of the Amazon: Nelson Rockefeller and Evangelism in the Age of Oil (1996), alcuni esperimenti yankee di armi biologiche in America latina, usando scientifici e religiosi statunitensi al servizio dell’Istituto Linguistico Estivo (ISL), creato dalla Fondazione Rockefeller.

Negli anni 1960-1970, la CIA ha assassinato membri di tribù native dell’Amazzonia, mediante la propagazione di differenti virus per impadronirsi delle loro terre ricche in giacimenti di petrolio.

Le tecniche applicate in Brasile ed in Perù sono state l’avvelenamento dell’acqua, del cibo, e regalare ai nativi vestiti, lenzuola e coperte, infettate col virus del vaiolo.

Con questo crimine, le corporazioni di Rockefeller hanno ottenuto l’accesso all’oro, al petrolio, ai diamanti ed ai metalli rari, perché gli indigeni si rifiutavano di abbandonare le loro terre ricche; il metodo usato è stato l’uso della forza, come ha scritto uno dei missionari statunitensi, conosciuto come il padre Smith.

Eccedono elementi per segnalare i veri responsabili del coronavirus ed i suoi morti, e come ha assicurato Josè Martì:

“Tacere un crimine è commettere un altro”.

di Arthur Gonzalez

preso da El Heraldo Cubano

 

tradotto da Ida Garberi

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