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Assassinato dalla polizia, Dylan Cruz: lo studente simbolo delle proteste in Colombia

dylan-cruzLui è diventato il simbolo delle proteste in Colombia contro il Presidente Ivan Duque: dopo alcuni giorni di agonia Dylan Cruz, lo studente di 18 anni colpito alla testa da un lacrimogeno sparato a distanza ravvicinata da un agente è morto all’ospedale.
E mentre i medici comunicavano ufficilamente la morte in Colombia e in tutto il mondo sono diventate virali le immagini che mostravano quello che è stato un vero e proprio omicidio di Stato e anche il giovane esamine a terra ricoperto di sangue. Dylan è stata la prima vittima della polizia durante i 5 giorni di proteste convocate da movimenti e sindacati contro le politiche liberticide ed economiche del governo. Subito l’ufficio per i diritti umani in Colombia ha chiesto alla magistratura colobiana una indagine per accertare le responsabilità sulla morte del giovane che, ha detto l’Onu: non deve restare impunita.
Tutto però è evidente, Dylan è stato a colpito a distanza ravvicinata e mentre cercava di scappare da un poliziotto che ha preso la mira e ha sparato. Molitissime persone si sono rivesate in strada accusando la polizia dell’omicidio al grido di “assassini” e di “nessun perdono, nessun oblio”.
Il presidente Duque in un messaggio si è detto dispiaciuto per l’episodio e ha fatto le condoglianze alla famiglia. Ma in realtà la repressione è opera del suo governo e la mobilitazione popolare continua anche nel nome di Dylan Cruz.

da Globalist

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