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Una macchia di vergogna: 20 anni dall’inizio dei bombardamenti NATO sulla Jugoslavia

L'impianto chimico di Pancevo nella capitale jugoslava, Belgrado, dopo l'attacco aereo della Nato, il 18 aprile del 1999. Foto: Petar Kujundizic/Reuters

L’impianto chimico di Pancevo nella capitale jugoslava, Belgrado, dopo l’attacco aereo della Nato, il 18 aprile del 1999. Foto: Petar Kujundizic/Reuters

Il 24 marzo si sono compiuti 20 anni dall’inizio dei bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia, paese che si è disintegrato dopo una serie di conflitti etnici negli anni 90 e che nel 1999 era formato solo dagli attuali Serbia e Montenegro. Le forze dell’Alleanza sono intervenute nel conflitto relazionato all’indipendenza del Kosovo, senza l’approvazione dell’ONU.

Il presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton ha annunciato l’inizio degli attacchi contro la Jugoslavia in un discorso, il 24 marzo 1999, giustificandolo come un “intervento umanitario” per impedire “la brutale repressione” delle forze jugoslave contro la maggioranza albanese nella provincia serba del Kosovo.

I bombardamenti hanno avuto luogo dal 24 marzo all’11 giugno 1999. Durante quei 78 giorni, la NATO ha lanciato un totale di 2.300 missili contro 990 obiettivi e 14.000 bombe sopra il territorio jugoslavo. Solo nella capitale, Belgrado, sono cadute 212 bombe. Furono anche lanciati “tra le 10 e le 15 tonnellate di uranio impoverito”, che hanno provocato un disastro ambientale e hanno quintuplicato i casi di malattie oncologiche.

Questi due mesi e mezzo di attacchi aerei incessanti sono costati la vita a più di 2000 civili, tra loro 88 bambini e hanno causato 6000 feriti.

 

“Barbari bombardamenti chiamati intervento umanitario”

Una “macchia vergognosa”. Così si è espresso il Ministro degli esteri russo qualificando l’attacco della NATO contro la Jugoslavia in una dichiarazione ufficiale per commemorare il 20º anniversario del suo inizio.

Il ministro degli esteri Russo, Serguei Lavrov: “I bombardamenti in Jugoslavia sono stati un’aggressione per dominare il mondo che non ha insegnato nulla agli Stati Uniti ed ai suoi alleati.”

Secondo la cancelleria russa l’Alleanza “non aveva motivi legittimi per compiere tali azioni, soprattutto non aveva il mandato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. “Con questo atto di aggressione, i principi fondamentali del diritto internazionale, consacrati nella Carta delle Nazioni Unite, sono stati gravemente violati”, recita il comunicato.

La cancelleria russa ha anche ricordato che durante quei “barbari bombardamenti chiamati cinicamente e sfacciatamente “intervento umanitario”, sono morti 2000 civili. “Tra le vittime ci sono stati molti albanesi del Kosovo, del cui salvataggio si era incaricata la NATO” ha precisato.

“Il pesante carico di responsabilità per tali azioni e le loro conseguenze ricade interamente sulla leadership dell’Alleanza e dei suoi stati membri, che hanno partecipato all’aggressione contro la Jugoslavia. Questa macchia vergognosa rimarrà per sempre sulla reputazione della NATO”, conclude la dichiarazione.

 

“Non dimenticheremo mai”

 

Il presidente serbo Alksandar Vucic ha concesso un’intervista ad un canale televisivo russo, nella quale ha sostenuto che il suo popolo non dimenticherà mai gli orrori degli attacchi perpetrati dalla NATO.

“Si, siamo pronti a perdonare, però non dimenticheremo mai! Oggi non possiamo fare conto sul risarcimento per le nostre perdite, né con la punizione di chi ha partecipato a questo orribile crimine. Però penso che sia molto più importante che tutto ciò non possa succedere mai più”, ha sottolineato il presidente serbo.

A questo proposito ha aggiunto di aver espresso molto chiaramente al segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, che Belgrado non entrerà mai nella NATO. “La Serbia è qualcosa che non si può spezzare o distruggere. Siamo instancabili nella nostra intenzione di preservare la nostra indipendenza e la nostra libertà. E la Serbia non farà parte della NATO” ha assicurato Vucic.

L’anche ministro della Difesa del paese balcanico, Aleksandar Vulin ha assicurato che la Serbia non sarà parte della NATO, a costo di essere l’unica nazione europea a non esserne membro.

“La Serbia ha scelto di rimanere neutrale in quanto alle sue alleanze militari. Non ci uniremo alla NATO, neanche se dovessimo rimanere l’ultimo paese dell’Europa che rimane fuori dal gruppo”, ha confermato Vulin. “Abbiamo preso questa decisione non solo perché siamo stati bombardati, ma, prima di tutto perché non faremo mai ad altre nazioni quello che hanno fatto a noi”.

 

(preso da RT)

 

traduzione di Marco Bertorello

 

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