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Russia accusa gli Stati Uniti di ricatto per dubitare delle operazioni umanitarie ad Aleppo

Serguei Riabkov

Serguei Riabkov

Russia accusò questo lunedì gli USA di “ricatto” per minacciare di rompere la cooperazione in Siria, se l’operazione umanitaria russa e siriana nella città di Aleppo risulta essere uno “stratagemma” di Mosca.  

“Ascoltare adesso da Washington che Russia è sotto esame e che nei prossimi giorni ed ore si decideranno molte cose, è un tono di ultimatum inammissibile”, disse il vice ministro degli Esteri Serguei Riabkov ai mass media russi.

Si riferiva alle dichiarazioni del sottosegretario degli USA, John Kerry, che la settimana scorsa ha fatto notare che potrebbe rompersi la cooperazione statunitense con Russia per mettere fine alla guerra siriana se il piano russo di creare corridoi umanitari ad Aleppo è uno “stratagemma” con un altro proposito, come debilitare l’opposizione in quella città.

Al rispetto, Riabkov assicurò che “in tale situazione è difficile collaborare e non si può parlare in nessun caso di un’autentica cooperazione.”

Censurò che, “dopo ogni incontro di negoziazioni con successo per la pace in Siria e di giungere a certi accordi, immediatamente Washington comincia a sollevare nuove esigenze che rompono tutto l’equilibrio ed impediscono di avanzare.”

Il diplomatico ricordò che l’apertura di corridoi umanitari non fu inventata dalla Russia e che gli USA l’hanno già utilizzata nel caso della città di Mosul, nel nord dell’Iraq.

Russia, disse, continua a sollecitare a tutte le forze “interessate in alleviare la situazione umanitaria degli abitanti di Aleppo” a collaborare nell’operazione.

Russia accettò ieri garantire l’entrata dei convogli con aiuti umanitari dell’ONU nella parte orientale di Aleppo, città dove sono mantenuti sequestrati circa un quarto di milione di civili, secondo diverse fonti.

Russia annunciò il passato giovedì l’inizio di un’operazione umanitaria ad Aleppo in collaborazione con l’Esercito siriano, che si proponeva aprire corridoi umanitari affinché i civili possano abbandonare la città ed i guerriglieri che lo desiderino depongano le armi.

Nonostante, l’opposizione armata ed alcune cancellerie occidentali temono che l’operazione sia l’anticamera di un assalto militare contro la seconda città siriana che, secondo diverse fonti, accoglie ad oltre 10.000 combattenti, tra guerriglieri contrari al regime del presidente Bashar All Assad e jihadisti.

Con informazione di EFE

traduzione di Ida Garberi

1 Commento

Commento all'articolo
  1. loredana de martinis / RussiaaccusaEEUU

    Agli USA interessa solo annientare Assad con ogni mezzo ,penso che Putin debba prendere in mano la situazione con ogni mezzo

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