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Le ultime confessioni di un dittatore

Jorge Rafael Videla

Jorge Rafael Videla

Nel febbraio del 2012, la rivista spagnola Cambio16 ha pubblicato un reportage su Jorge Rafael Videla, fatto dal sociologo Ricardo Angoso. In una nota successiva, il giornalista Horacio Verbitsky sottolineò l’ “enorme valore storico” di quell’intervista nella quale il dittatore rivendicò l’azionare delle forze armate, parlò dell’appoggio al golpe di alcuni partiti politici e della Chiesa Cattolica, ed ha considerato che gli indulti di Carlos Menem corressero l’ “errore” di condannare la repressione di Stato.

- Le forze armate hanno offerto quattro corsi di azione ed il governo giustizialista ha scelto il più drastico e rapido. Il presidente interino Italo Luder ha dato loro “licenza per ammazzare”.–Con questi ampi poteri “quasi non era necessario dare il golpe di Stato” che si è dovuto ad “altre ragioni”. Così allude al “peggiore crimine della dittatura, la miseria pianificata di milioni”, come ha scritto Walsh. –Il leader dell’opposizione, Ricardo Balbin, gli ha chiesto se erano “disposti a dare il golpe”. Videla l’interpreta come un’altra licenza. “I radicali appoggiavano il golpe, stavano con noi”. “Anche gli imprenditori hanno collaborato”, per mezzo del ministro di Economia Martinez de la Hoz. –“La mia relazione con la Chiesa Cattolica è stata eccellente, molto cordiale, sincera ed aperta”, perché “è stata prudente”, non ha creato problemi né ha seguito la “tendenza di sinistra e terzomondista” di “altre chiese del continente”. Condannava “alcuni eccessi”, ma “senza rompere le relazioni”. Col presidente della Conferenza Episcopale, Cardinale Raul Primatesta, perfino siamo “arrivati ad essere amici”. Sul conflitto interno che Videla chiama guerra, “anche qui siamo stati d’accordo”.–Inoltre “avevamo i cappellani castrensi assistendoci e non si è mai rotta questa relazione di collaborazione ed amicizia”.–Per la prima volta, Videla ha ammesso il metodo del sequestro di persone ed il suo posteriore assassinio. Il vocabolo scomparso che hanno usato per comodità, per non dare spiegazioni, è stato il “ricettatore di altre realtà”. Ha detto che così gli assassinati erano stati 7.000, lo stesso numero che ha riconosciuto Diaz Bessone. Ha aggiunto che “sappiamo quelli che sono morti ed in che circostanza”.–Ha considerato “corretto” la messa a fuoco dei tre livelli di responsabilità di Alfonsin che “si è adattato al diritto”, ha agito “con decoro” ed in “forma prudente”. Inoltre ha dettato le leggi di “punto finale” ed “obbedienza dovuta”. “Benché abbia commesso errori, la Giustizia funzionava”.–Menem ha emendato quegli errori ed “ha compiuto attraverso gli indulti”.–Il peggiore momento per i militari è successo “con l’arrivo dei Kirchner al governo. C’è stata un’asimmetria totale nel trattamento delle due parti affrontate nel conflitto”.–Oggi “la Repubblica è scomparsa”, perché non c’è giustizia, solo vendetta”.

preso da Pagina 12

traduzione di Ida Garberi

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