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Le dimissioni del direttore della CIA: più in là dello scandalo

David H. Petraeus

David H. Petraeus

Le dimissioni del Direttore dell’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA), David H. Petraeus, ha provocato un’onda di speculazioni, interrogativi e domande sul fatto se il caso verrà investigato profondamente.

Petraeus, generale pensionato dell’Esercito ed ex capo delle truppe in Iraq ed in Afghanistan, ha presentato le sue dimissioni presso il presidente Barack Obama una volta svelata la sua relazione extraconiugale con la scrittrice e biografa Paula Broadwell.

Alla fine dell’ottobre scorso, in interrogatori separati con l’FBI, l’ex generale e Broadwell hanno ammesso il loro legame sentimentale. Soltanto alcuni funzionari del dipartimento sono stati messi al corrente di questo fatto.

Obama ha accettato le sue dimissioni venerdì scorso.

Mezzi di stampa e legislatori questionano il momento delle dimissioni, giorni dopo le elezioni presidenziali ed a loro volta esigono un’investigazione più profonda.

Alcuni osano dire che questa è soltanto la “punta dell’iceberg” di un problema di proporzioni maggiori, in momenti in cui il mandatario ristruttura il suo staff di sicurezza nazionale per il secondo mandato.

In questo senso, il Senatore Repubblicano della Carolina del Sud, Lindsey O. Graham, ha affermato questa domenica alla rete televisiva CBS che dovrebbe formarsi un comitato collettivo fra la Camera ed il Senato, simile a quelli che si sono formati per gli scandali Watergate e Iran-Contras.

Ma esistono altre complicazioni. Petraeus sarebbe stato un testimone chiave nelle udienze che prepara il Congresso sull’attacco contro il consolato a Benghasi, in Libia, nel settembre scorso, che ha causato la morte dell’ambasciatore a Tripoli, Christopher Stevens e di altri tre funzionari.

La Casa Bianca ha anticipato che in queste riunioni testimonierà l’attuale direttore in funzioni dell’agenzia di spionaggio, Mike Morell, che è stato il secondo di Petraeus fino alla dimissione di questi.

Le cose si complicano, visto che mezzi di stampa ricordano adesso che l’amante dell’ex militare, in una conferenza all’Università di Denver il 26 ottobre di quest’anno, ha svelato che l’allora capo della CIA ha saputo in modo quasi immediato che l’assalto a Benghasi è stato un atto terrorista elaborato.

Ciononostante, appena alcuni giorni dopo,  Petraeus ha testimoniato a porte chiuse al Congresso ed ha indicato che l’attentato è stato una reazione spontanea di protesta per il polemico video, esibito negli Stati Uniti, che insultava l’Islam ed i musulmani.

Lo scandalo mette in pericolo non soltanto l’investigazione sulla polemica risposta della Casa Bianca dopo l’attacco al consolato a Benghasi, ma anche minaccia di prolungare l’agenda legislativa che inizia questa settimana e pretende di arrivare ad un accordo indispensabile sul tema del cosiddetto “precipizio fiscale”.

con informazioni di Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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