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Procuratore Generale può esigere alla giudice che annulli il caso dei Cinque, affermano avvocati

Videoconferenza stampa nel teatro Camilo Cienfuegos del Ministero degli Affari Esteri de L'Avana

Videoconferenza stampa nel teatro Camilo Cienfuegos del Ministero degli Affari Esteri de L'Avana

Il Procuratore Generale degli Stati Uniti ha la potestà di sollecitare alla giudice Joan Lenard, di Miami, che annulli le condanne contro i Cinque cubani arrestati nel 1998 in quella città, assicurarono, questo lunedì, avvocati nordamericani.

In una conferenza via internet Washington-L’Avana, i giuristi spiegarono l’importanza della Mozione, ancora sospesa, della decisione della giudice per poter annullare le condanne che pesano contro Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez e Renè Gonzalez, ed il sollecito al Tribunale affinché permetta un discovery (esibizione di documenti) con nuove evidenze sulla condotta negativa del governo nordamericano, di fronte a questo processo giudiziale.

I Cinque cubani sono rimasti per 14 anni ingiustamente imprigionati negli Stati Uniti e continuano essendo privati dei diritti umani più elementari, hanno riconosciuto i partecipanti in questo scambio aperto alla stampa, che ebbe anche l’opportunità di fare domande ai pannellisti.

Il governo nordamericano –ha sottolineato l’avvocato di Gerardo Hernandez, Martin Garbus -, pagò certi giornalisti affinché inquinassero la sede dove si realizzò il giudizio, fatto che impossibilitò che gli accusati cubani ricevessero un giudizio giusto ed imparziale a Miami.

“Un fatto così non è mai successo nella storia della giurisprudenza degli USA. Molti di questi giornalisti erano stati incarcerati in Cuba per terrorismo ed anche, negli USA. Ho bisogno solo di un’ora per dimostrare alla giudice che il governo degli USA ha avvelenato la giuria”, ha aggiunto Garbus.

L’avvocato di Gerardo Hernandez, che ha rappresentato tra gli altri, Nelson Mandela, Samuel Becket, Al Pacino e Lenny Bruce, assicurò che “stiamo chiedendo al governo (degli USA) che ci dia il resto dei documenti sul pagamento ai giornalisti, relazioni che hanno Radio Martì ed il Dipartimento di Stato.”

Garbus assicurò che la giudice Lenard aveva ordinato che nessuno dei contendenti commentasse sul caso: “Tuttavia, lei non sapeva che gli USA stavano pagando certi giornalisti per dire bugie su Cuba ed i Cinque. Molti degli articoli di questi giornalisti sembrano essere stati scritti da una sola persona e firmati da varie”, commentò.

“Il processo contro i Cinque è una vendetta politica, e la campagna di propaganda politica che orchestrò il governo contro di loro lo dimostra chiaramente. Contribuì a quello che, un pannello di tre giudici di Atlanta, chiamò una ‘tempesta perfetta di pregiudizi ‘ che violò i diritti costituzionali al dovuto processo di legge nel caso dei Cinque cubani”, segnalò l’avvocato Josè Pertierra, moderatore del pannello a Washington.

Raymond Steckle, avvocato internazionale, riconobbe che “questo ha a che vedere con la libertà di stampa ed anche con il diritto costituzionale ad un giudizio imparziale e giusto. “Gerardo Hernandez vs. United States” è un caso che illustra la corruzione del nostro governo. Questa corruzione è un’offesa contro Gerardo e contro la nostra società. È indignante che la Procura si sia opposta al cambiamento di sede, mentre il suo cliente (il governo) stava pagando i giornalisti affinché inquinassero il processo.”

Ramsey Clark, ex Procuratore Generale degli Stati Uniti, assicurò che il processo eseguito contro Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez e Renè Gonzalez è “una corruzione della giustizia. Il governo stava avvelenando il pozzo, mentre i procuratori avevano l’obbligo di fare un giudizio giusto.”

Davanti alla domanda cosa sarebbe successo se un caso simile fosse stato presentato quando lui era Procuratore Generale degli USA, Clark assicurò: ”Si io fossi oggi il Procuratore Generale e vengo a sapere di questa campagna di propaganda durante il processo dei Cinque, dovrei annullare le accuse. Qualsiasi Procuratore Generale dovrebbe fare la stessa cosa”, assicurò.

Pertierra commentò che “dall’inizio, il governo ha detto che questo non era un caso politico. Questi documenti che ha presentato Garbus denudano la verità, dimostrano che il governo degli Stati Uniti a proposito inquinò la città di Miami con propaganda contro i Cinque. Abbiamo un’espressione nella legge che dice: “res ipsa loquitur” – il fatto è di per sé eloquente. Questi documenti parlano da soli.”

Gloria la Riva, coordinatrice del Comitato Nazionale degli Stati Uniti per la liberazione dei Cinque ed organizzatrice della conferenza, sollecitò la comunità internazionale a studiare il documento legale del caso, esporlo, portarlo ai mezzi di comunicazione ed esigere giustizia per i Cinque cubani.

DA L’AVANA

La giornalista Aleida Godinez completò con i suoi ricordi quanto esposto da Garbus, allegando che il governo statunitense conosceva molto bene che classe di giornalisti stava contrattando per compiere il suo mandato di influenzare negativamente i membri della giuria nel giudizio contro i Cinque.

Visibilmente emozionata, Adriana Perez O’Connor, moglie di Gerardo Hernandez, condannato a due ergastoli più quindici anni, espresse che era “eccessivamente doloroso parlare del tema dei Cinque” perché non avrebbe mai creduto che dopo quattordici anni si avrebbero potuto dichiarare e denunciare tutti gli arbitri accaduti nel caso dei Cinque.

Adriana ricorse al presidente Obama per “pulire l’immagine della giustizia statunitense” ed analizzare e decidere sulla vita di Gerardo, che è condannato a morire in prigione, e su quella dei suoi quattro compagni.

Tra i presenti c’erano i familiari dei Cinque Eroi, membri del Corpo Diplomatico accreditato a L’Avana, personalità della cultura cubana e giornalisti.  Il giornalista e professore universitario Raul Garces moderò il pannello nella capitale cubana.

GLI USA SI RIFIUTANO DI NEGOZIARE

Cuba è disposta a dialogare con gli Stati Uniti per cercare una soluzione al caso del nordamericano Alan Gross, condannato qui per atti contro l’integrità del governo dell’isola, ha confermato durante la videoconferenza Josefina Vidal, direttrice della sezione degli Stati Uniti del Ministero delle Relazioni Estere.

Vidal assicurò che fino al momento “non abbiamo ricevuto risposte”; abbiamo ascoltato solo alcune dichiarazioni pubbliche nelle quali il governo statunitense dice di non avere niente da conversare al riguardo.

“Con questa posizione Washington lascia chiaro che non è Cuba quella che non dimostra disposizione ad abbordare il tema”, ha aggiunto la funzionaria della Cancelleria, che considerò la proposta dell’isola come un primo passo avviato a cercare una soluzione al caso di Gross.

Gross, condannato nel 2011 a 15 anni per il delitto di “Atti contro l’Indipendenza e l’Integrità Territoriale dello Stato”, mantiene una salute normale e realizza regolarmente intensi esercizi fisici.

La funzionaria informò inoltre che il prigioniero ha ricevuto tre visite di sua moglie nei primi giorni del mese in corso.

preso da www.cubadebate.cu

Foto: Marcelino VAZQUEZ HERNANDEZ/ AIN
traduzione di Ida Garberi

Josefina Vidal del Min Rex cubano

Josefina Vidal del Min Rex cubano

Adriana Perez

Adriana Perez

Gli avvocati Josè Pertierra (sinistra) e Martin Garbus durante la videoconferenza

Gli avvocati Josè Pertierra (sinistra) e Martin Garbus durante la videoconferenza

Gloria La Riva e Ramsey Clark durante la videoconferenza

Gloria La Riva e Ramsey Clark durante la videoconferenza

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