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Relatore sulla Tortura delle Nazioni Unite denuncia che non gli è permesso visitare i prigionieri a Guantanamo

Prigione di Guantanamo

Prigione di Guantanamo

Gli Stati Uniti, ancora una volta, si blindano di fronte al mondo ed ignorano le esigenze delle Nazioni Unite nei confronti dei loro affari interni. Il relatore speciale sulla Tortura, Trattamento Degradante e Crudele delle Nazioni Unite, l’argentino Juan Mendez, ha detto oggi che la risposta è ancora in attesa di essere autorizzata per visitare e intervistare i detenuti reclusi presso il centro di detenzione di Guantanamo.

“Un anno fa, il Dipartimento della Difesa mi ha invitato a visitare Guantanamo, ma avvertendomi che potevo visitare solo alcune zone del carcere ed altre no, e non potevo parlare con i prigionieri che volevo. In queste circostanze, non posso accettare perché non rispetterebbe i termini del mio mandato”, ha detto Mendez in una conferenza stampa. Aggiunge che nella lettera che gli hanno inviato non spiegano la ragione del perchè di questi condizionamenti, “solo che il trattamento che gli avrebbero concesso sarebbe stato lo stesso di qualsiasi altra persona che visiti il centro, tranne che per gli avvocati degli imputati”.

Mendez ha detto che la mancanza di comunicazione porta spesso a trattamenti crudeli e degradanti.

Il relatore ha spiegato che è ancora “in trattativa” con le autorità USA per vedere se tali condizioni possono essere modificate, sostenendo che la situazione è cambiata negli ultimi anni e dovrebbero rendere più flessibile la loro posizione.

E’ che non solo ha chiesto al governo degli Stati Uniti di visitare Guantanamo ma anche l’accesso ad altre prigioni del paese, perché desidera controllare le condizioni di vita dei detenuti, specialmente quelli che sono in cella di isolamento, “che è parte della routine”.

In questo senso, ha spiegato che ha contattato le autorità statunitensi lo scorso anno per chiedere espressamente di visitare il soldato Bradley Manning, accusato di inviare al sito Wikileaks centinaia di migliaia di documenti segreti del governo, e che era in isolamento.

“Sono stato invitato, ma ancora una volta mi hanno imposto condizioni che non potevo accettare. Nel frattempo, il soldato è stato trasferito e so che adesso non è soggetto ad isolamento, e per ora sono in contatto solo con il suo avvocato”.

Mendez ha ricordato che la pratica della reclusione in isolamento senza diritto alla comunicazione porta in molti casi a commettere l’illegalità di un trattamento crudele e degradante nei confronti del detenuto.

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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