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MAGARI SBAGLIASSE!
La strategia di ritirare le truppe dell’Iraq ed inviarle alla guerra dell’Afghanistan a lottare contro i talebani, è un errore. Lì affondò l’Unione Sovietica. Gli alleati europei degli Stati Uniti faranno sempre più resistenza a spargere il sangue dei suoi soldati in quel Paese.
l’impero e i robot
Così come hanno inondato il mondo con macchine che oggi gareggiano con l’uomo per il consumo d’energia non rinnovabile e anche per i generi alimentari diventati in carburanti, possono anche inondarlo di robot che sposterebbero milioni di lavoratori dei loro posti di lavoro.
Meglio ancora, i scienziati potrebbero ugualmente disegnare robot capaci di governare; così risparmierebbero quell’orribile, contraddittorio e confuso lavoro al Governo e al Congresso degli Stati Uniti.
UNA CAUSA GIUSTA DA DIFENDERE E LA SPERANZA DI ANDARE AVANTI
Alcuni parlano che la crisi economica è il fine dell’imperialismo; magari bisognerebbe porsi se non significa qualcosa di peggio per la nostra specie.
A mio avviso, il meglio sarà sempre avere una causa giusta da difendere e la speranza di andare avanti.
LE BASI YANKEE E LA SOVRANITÀ LATINOAMERICANA
La storia non perdonerà quelli che commettono quella slealtà contro i loro popoli, né neanche quelli che utilizzano come pretesto l’esercizio della sovranità per coonestar la presenza delle truppe yankee. A che sovranità si riferiscono? A quella conquistata da Bolivar, Sucre, San Martin, O´Higgins, Morelos, Juárez, Tiradentes, Martí? Nessuno di loro avrebbe mai accettato un argomento tanto ripudiabile per giustificare la concessione di basi militari alle Forze armate degli Stati Uniti, un impero più dominante, più poderoso e più universale delle corone della penisola iberica.
Sette pugnalate nel cuore dell’America
… i governi dei Paesi di UNASUR, MERCOSUR, Gruppo di Rio e altri, devono analizzare la giustissima domanda venezuelana. Che senso hanno le basi militari e navali che gli Stati Uniti vogliono stabilire nei dintorni del Venezuela e nel cuore dell’America del sud?
UN PREMIO NOBEL PER MRS. CLINTON
Adesso i golpisti si muovono nelle sfere oligarchiche dell’America latina, alcune delle quali, da alte posizioni statali, non arrossiscono oramai parlando delle loro simpatie per il colpo e l’imperialismo pesca nel fiume torbido dell’America latina. Esattamente quello che gli Stati Uniti desideravano con l’iniziativa di pace, intanto accelerava i negoziati per circondare di basi militari la patria di Bolivar.
Il 30 AnnIVersario Sandinista e la proposta di San Jose
… il popolo dell’Honduras è quello che dirà l’ultima parola. Rappresentanti delle organizzazioni sociali e delle nuove forze non sono strumenti di nessuno né dentro né fuori del Paese, conoscono i bisogni e le sofferenze del popolo; le loro coscienze e la loro tempra si sono moltiplicate …
Quello che si deve chiedere agli Stati Uniti
Ciò che in nome della pace si pretende d’esigere dal popolo dell’Honduras, è la negazione di tutti i principi per cui hanno lottato tutte le nazioni di questo emisfero.
“Il rispetto al diritto altrui è la pace”, disse Juárez.
MUORE IL GOLPE O MUOIONO LE COSTITUZIONI
Se il presidente Manuel Zelaya non è reintegrato nel suo incarico, un’ondata di colpi di Stato minaccia di spazzare via molti governi dell’America Latina o di rimanere alla mercé dei militari d’estrema destra, educati secondo la dottrina della sicurezza della Escuela de las Américas, esperta in torture, nella guerra psicologica e nel terrore. L’autorità di molti governi civili in Centro e Sud America rimarrebbe indebolita.
Un errore suicida
Con quell’alto comando golpista non si può negoziare, bisogna esigergli la rinuncia e che altri ufficiali più giovani e non compromessi con l’oligarchia occupino il comando militare, o non ci sarà mai un governo “con popolo, dal popolo e per il popolo” in Honduras.