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Condannano cittadino cubano per aggredire con un’arma bianca un membro della Polizia Nazionale Rivoluzionaria

hecho-delictivo-villa-clara-580x363Il Tribunale Municipale Popolare di Quemado de Güines, provincia di Villa Clara, ha condannato ad otto anni di privazione di libertà un cittadino cubano che il 31 marzo ha tentato di aggredire con un arma bianca un membro della Polizia Nazionale Rivoluzionaria e nell’atto ha ferito un altra ufficiale del Ministero dell’Interno.

Come si è saputo durante il giudizio orale della Causa 7 del 2020, inoltrato per Procedimento Abbreviato, l’evento è accaduto dopo che un agente dell’ordine pubblico l’avesse ammonito in varie occasioni per non utilizzare la mascherina nella fila di un negozio in moneta convertibile. Uscendo dall’esercizio, è stato incontrato nuovamente senza mascherina, e per questo gli agenti l’hanno condotto alla Stazione di Polizia e gli hanno fatto una multa di 3000 pesos in moneta nazionale.

Dopo un’ora e mezza, l’accusato è ritornato al negozio con un machete ed ha aggredito l’ufficiale, ma dopo che il polizia ha schivato il colpo, ha ferito una poliziotta che stava organizzando la fila.

Lo stesso accusato ha riconosciuto che ha fatto tutto ciò per non essere d’accordo con la misura applicata. “Così ho preso il machete, l’ho avvolto in un giornale e mi sono diretto di nuovo al negozio. Arrivato lì, mi sono lanciato contro il poliziotto, ma l’altra ufficiale purtroppo si trovava in quel luogo e l’ho colpita alla spalla”, ha raccontato.

Dopo ascoltare gli allegati del pubblico ministero e dell’avvocato difensore, oltre a quelli dei dieci testimoni convocati, tra loro lavoratori dello stabilimento commerciale, dottori, poliziotti e la Direttrice di Igiene ed Epidemiologia nel territorio, il tribunale ha emesso pubblicamente la sua sentenza per i delitti di attentato, propagazione di epidemia e disubbidienza.

A sua volta, ha imposto come pene aggiuntive la privazione del diritto al voto ed occupare incarichi di direzione, il sequestro del machete, la proibizione di possedere passaporto ed uscire dal paese per il tempo della sua condanna.

Davanti ad una situazione di tale grandezza, per emettere la loro decisione, i magistrati hanno considerato alcuni aspetti come la gravità del fatto, la condotta irriverente dell’accusato davanti ai rimproveri e la mancanza di rispetto per le norme stabilite, per affrontare l’attuale contesto di rischio sanitario che vive il paese.

Nonostante, la Presidentessa del Tribunale Municipale di Quemado de Güines, Elena Cabrera de la Paz, ha sottolineato l’osservanza di quanto stabilito dalla Costituzione per assicurare il dovuto processo ed il diritto e garanzie delle parti.

“Questo cittadino dal primo giorno si trovava in prigione preventiva, ma questo non ha ostacolato il suo accesso a quanto disposto per la sua difesa e per un giudizio giusto. Benché il paese transiti in una situazione complessa dal punto di vista epidemiologico, qui si sono mantenute tutte le garanzie che deve avere qualsiasi accusato in qualunque momento”, ha affermato.

Terminando il processo, l’accusato ha manifestato il suo disaccordo davanti alla misura imposta, per questo il tribunale gli ha concesso il diritto di stabilire, in un termine di dieci giorni, un ricorso in appello presso la Sala dei Delitti Contro la Sicurezza dello Stato, nella sezione penale, del Tribunale Provinciale Popolare di Villa Clara.

Da quando è cominciata la lotta contro COVID-19 a Cuba questo è il giudizio di maggiore rilevanza vincolato a questi temi nel paese, sia per la gravità dei fatti che per la condanna dettata nel Giudizio Orale.

di Yunier Javier Sifonte Diaz/da Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

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