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Cuba: evoluzione di una Rivoluzione

COPERTINA-Libro-PuccioVi parlerò, o meglio vi parlerà l’autore stesso di un nuovo libro sulla realtà cubana, appunto “Cuba: evoluzione di una Rivoluzione”, di Andrea Puccio, segretario del circolo di Poggibonsi e coordinatore della regione Toscana  dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Andrea ha ripercorso tappe fondamentali della storia dell’isola, raccontando in prima persona le sue esperienze, che sono quelle di 20 anni di vita, trascorsi tra Cuba e l’Italia.

Mi ha chiesto se volevo leggere il libro e scrivere sul suo testo: non ho potuto dire di no ad un’altra persona, che come me, ama questa isola ribelle, la difende sempre e dalla sua modesta posizione fa di tutto affinché questo progetto cubano perfettibile possa essere fino in fondo quell’altro mondo possibile.

-Come prima domanda, sono curiosa di sapere perché tu, parafrasando Josè Martì e “Versos Sencillos”.. “con los cubanos de la isla quisiste tu suerte echar”? Perché proprio Cuba tra tutto il mondo?

Il mio primo viaggio a Cuba risale al gennaio 1997 quando per turismo decisi assieme ad un amico di visitare l’Isla grande. Avevo sentito parlare molto di Cuba e della sua rivoluzione ed ero curioso di toccare con mano questa realtà che aveva messo in scacco gli Stati Uniti per quasi quaranta anni, Fin dal primo momento ho capito che Cuba non era il solito paese caraibico dove i turisti si recano per il clima sempre caldo o per le spiagge bianche ed i mari azzurri. La popolazione, anche in quegli anni, aveva il sorriso sulle labbra, era gentile ed affabile, la sicurezza e la tranquillità che si respirava per le strade non era comune nelle nostre città. Poi ho iniziato a capire che la vita nonostante i sorrisi era difficile a causa del criminale blocco commerciale, economico e finanziario che gli Stati Uniti hanno dal 1962 portato avanti per tentare di affossare la rivoluzione. Un blocco che compromette lo sviluppo di una nazione che ha l’umica colpa di non essersi voluta piegare alle volontà del vicino statunitense.

Negli anni successivi ho continuato a frequentare l’isola per capirne affondo le problematiche e per toccare con mano tutti i risultati in campo sociale ed educativo che il governo è riuscito a portare avanti nonostante il tentativo di isolamento fatto dagli Stati Uniti con le mille e mille leggi sul blocco. Risultati che hanno  trasformato il paese da una colonia statunitense in una nazione ai primi posti nel mondo in campo sanitario ed educativo.
A questo punto ho deciso di mettermi in prima linea per contrastare le menzogne che i nostri mezzi di informazioni confezionano giornalmente per screditare il governo cubano e per attaccarne le politiche. Conoscendo i cubani non potevo più sopportare il continuo bombardamento mediatico atto a diffondere false notizie e per questo ho iniziato a diffondere le vere notizie sui social e ho scritto questo libro con la speranza di dare un contributo alla causa dell’autodeterminazione del popolo cubano,

-Condivido molte opinioni sulla pericolosità della religione come oppio dei popoli, ma mi permetto di non essere d’accordo sul ruolo delle diverse chiese a Cuba. Almeno, questo succede nella capitale, dove la Chiesa cattolica sul discorso del matrimonio ugualitario si è mantenuta abbastanza silenziosa, all’opposto le diverse chiese cristiane, che invece hanno accaparrato prodotti commestibili per regalarli ai fedeli durante le riunioni manipolatrici contro la libertà di genere, nelle reti sociali hanno perfino minacciato di morte Mariela Castro, direttrice del Centro Nazionale di Educazione Sessuale (CENESEX), hanno svolto manifestazioni non autorizzate…..tu che invece vivi di più in provincia, non hai percepito le stesse cose?

Concordo sul fatto che le diverse confessioni religiose si siano comportate in modo diverso sul matrimonio egualitario. La religione Cattolica ha tenuto un profilo più basso rispetto ad esempio alla Chiesa Evangelica.
Parlando di matrimonio egualitario mi sono sorpreso che anche a Cuba ancora molte persone considerino questo argomento un tabù anche se poi quando parli con loro non hanno nessuna forma di omofobia verso le coppie dello stesso sesso. Mi sembra che questo argomento sia stato enfatizzato ad arte da coloro che frequentano le Chiese più radicali per alimentare un dibattito interno atto alla messa in discussione dello stato. Si è cercato di creare una frattura nella popolazione su un argomento del tutto marginale.
Nella città dove vivo non ci sono state manifestazioni contro il matrimonio egualitario, il dibattito si è svolto nelle sedi di discussione anche se ha avuto una risonanza maggiore di quella che effettivamente avrebbe dovuto avere, come del resto è successo in tutta Cuba.

-Non credi che questi fanatici religiosi violenti potrebbero mettere in pericolo la Rivoluzione e tentare un golpe di stato come in Bolivia o tentare di portare alla presidenza un candidato fascista come in Brasile?

La controrivoluzione, finanziata dagli Stati Uniti, ha da sempre usato tutti i mezzi per distruggere la rivoluzione, anche la religione è stata utilizzata negli anni per questo. Le Chiese Evangeliche hanno rivestito un ruolo importante nella sovversione. Una delle azioni più vergognose compiute dal governo statunitense contro la Cuba post rivoluzionaria di Fidel Castro, avente lo scopo di destabilizzarne l’assetto sociopolitico, è senza dubbio il programma denominato “Operazione Peter Pan”, che coinvolse, tra il 1960 ed il 1962, circa 14 mila bambini cubani. Fu diffusa la falsa notizia che il governo rivoluzionario avrebbe tolto la paternità dei figli ai genitori per poi mandarli in Unione Sovietica dove sarebbero stati indottrinati al comunismo. Un prete di origine irlandese, Monsignor Bryan Walsh era il volto pubblico dell’operazione, si occupava, tra l’altro, di fornire i visti ai bambini che viaggiavano sotto un codice segreto chiamato “Never-Never Land”, l’isola che non c’è, da qui il nome di bambini Peter Pan.
Visto come le varie religioni hanno consenso presso la popolazione non mi stupirei se fossero usate come veicolo per creare malcontento e divisione nella società. Vari gruppi religiosi negli anni hanno usufruito di finanziamenti provenienti dagli Stati Uniti per alimentare il malcontento nella popolazione e sono serviti per dare alloggio a controrivoluzionari vari. Al momento credo però che il consenso ed il potere che hanno questi gruppi a Cuba non sia tanto forte come ad esempio invece lo hanno in Brasile. Non credo siano in grado di mobilitare masse sufficienti per organizzare  un colpo di stato, ma comunque occorre vigilare.

-Nel mese di luglio sono aumentati i salari statali, come tu speravi che succedesse, credi che questo aumento sia sufficiente per coprire le necessità di base dei cubani?

Un passo importante perché come scrivo nel mio libro la questione salariale in Cuba ha creato molto malcontento nella popolazione.
La differenza dei salari dei dipendenti statali rispetto a coloro che svolgono una attività per conto proprio è uno dei maggiori problemi che la riforma che ha istituito le libere professioni ha creato. Un tassista od un ristoratore guadagna molto di più di un medico o di un insegnante. Tali differenze di salario ha spinto molti lavoratori statali a lasciare il posto di lavoro che ricoprivano per dedicarsi alla libera professione privando lo Stato di molte valide figure professionali. Lo Stato, con l’aumento degli stipendi, ha tentato di arginare questa preoccupante emorragia di lavoratori. Bisogna ricordare che lo Stato non è al momento in grado di aumentare di molto gli stipendi pena la riduzione delle spese  in campo sanitario, educativo ed assistenziale in genere. Anche in questo si vedono gli effetti del blocco commerciale che soffre l’isola in quanto tale misura impedisce uno sviluppo del paese in campo economico.

-Per il mio immenso piacere si sa già che l’anno prossimo ci sarà l’unificazione monetaria, già altre volte annunciata ma mai portata a termine. Cosa pensi al rispetto?

Spero che l’unificazione monetaria non porti un aumento dei prezzi dei prodotti che adesso si acquistano in moneta nazionale (CUP), in Italia abbiamo un triste ricordo quando è entrato in vigore l’Euro: in due mesi i prezzi sono raddoppiati. Lo Stato dovrà istituire un gruppo specializzato di ispettori che controllino che i prezzi non lievitino artificialmente come successo in Italia al momento dell’entrata in vigore dell’Euro. Se devo essere sincero questo mi fa un po’ di paura, per il resto penso che sia una buona cosa.

-Dal tuo libro si capisce che sei convinto che è molto meglio una critica costruttiva che degli elogi falsi e opportunisti. Anche io penso che, come diceva Fidel, “Rivoluzione è senso del momento storico, è cambiare tutto quello che deve essere cambiato”. Non credi che a volte la solidarietà con Cuba pecchi di adulazione quando vuole presentare un paese felice dove non esistono errori?

In una parte delle associazioni che si occupano di solidarietà con Cuba ed in una parte della sinistra ancora esiste la paura di parlare con franchezza ed obiettività di Cuba. Mi riferisco in particolare a coloro che dipingono l’isola caraibica come un paradiso senza difetti. Questa posizione credo sia dannosa perché non affrontare i problemi di una società con consapevolezza ed obiettività alla fine fa il gioco di chi quotidianamente attacca il governo cubano. Mi spiego.
Ogni anno milioni di turisti visitano l’isola e si accorgono dopo pochi minuti aver toccato il suolo di Cuba che le notizie che affollano i nostri giornali sono per la maggior parte false e tendenziose, si rendono conto che la realtà è profondamente diversa da quella dipinta dai nostri mezzi di informazione allineati alle politiche statunitensi. Questi milioni di viaggiatori allo stesso tempo però si interrogano anche su ciò che non funziona e cercano delle risposte alle loro domande. Le risposte a queste legittime domande vanno date con sincerità senza girare attorno a false ideologie, risposte che vanno date sia a chi visita l’isola sia a chi per esempio partecipa ad una conferenza su Cuba in Italia.

Credo che non bisogna avere paura di criticare ciò che non va perché avere paura di dare delle spiegazioni significa non aiutare la rivoluzione. Le critiche devono essere ovviamente costruttive e ben argomentate altrimenti non assolvono allo scopo per cui vengono fatte, bisogna quindi conoscere molto bene gli argomenti ed avere capacità di sintesi.

In alcuni ambienti il mio libro è stato criticato aspramente perché ho, in alcuni casi, criticato certi atteggiamenti della popolazione cubana. Sono stato additato per colui che non fa gli interessi della solidarietà. Credo invece di aver scritto un buon libro che affronta tutti i pregi ed i difetti della società cubana”.

Ringrazio Andrea per il suo modo di essere e di scrivere, per il suo coraggio ad affrontare temi spinosi di Cuba che molte volte non possono essere percepiti dai turisti frettolosi o che non vogliono essere visti da certi fanatici.

Che dire ancora? Cercate e leggete il libro, secondo me ne vale la pena. Informatevi con l’autore info@puccio.it

di Ida Garberi

1 Commento

Commento all'articolo
  1. Francesco Profiti / Evoluzionediunarivoluzione

    Un buon libro deve necessariamente saper allargare le vedute. … anche se deve ” per forza di cose” alzare un po’ di polvere.

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