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Lula libero dopo la decisione del Tribunale Supremo Federale del Brasile

Lula-Libre-580x387L’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, si ritira dalla sede della polizia di Curitiba in mezzo ad abbracci ed assedio dei mezzi di comunicazione che stavano aspettando la sua uscita da quando è stata annunciata la sua liberazione alcune ore prima.

Il giudice che segue il caso Lula ha autorizzato la sua liberazione questo venerdì dopo che la sua difesa facesse il sollecito presso la Giustizia Federale di Curitiba, dopo l’annullamento della prigione in seconda istanza dettata dal Tribunale Supremo Federale (STF).

Accompagnato da familiari, compagni del Partito dei Lavoratori (PT) e dirigenti, l’ex mandatario è arrivato sul palco nelle vicinanze della Polizia Federale di Curitiba, stato di Paranà, per dirigersi alla popolazione che l’aspettava.

“Voi non sapete la dimensione del significato di stare qui vicino a voi. Io che sono stato conversando col popolo brasiliano durante la vita intera, non pensavo che ci sarebbero stati uomini e donne che, per 580 giorni, sarebbero stati qui (…) senza importargli la pioggia, il caldo ed il freddo”, ha affermato.

Lula ha assicurato che tutti quelli che gli gridavano i buon giorno, buona sera e buona notte per 19 mesi, “erano l’alimento della democrazia di che io avevo bisogno per resistere il lato marcio, quello che loro hanno fatto con me e con la giustizia brasiliana.”

Come hanno indicato le autorità, questa liberazione non annulla la condanna né gli restituisce i suoi diritti politici, poiché il leader brasiliano dovrà continuare in libertà il processo che l’include.

Tra le persone che si sono rallegrate per questa bella notizia, c’è il presidente cubano, Diaz-Canel, che ha detto in twitter: “È una vittoria ed un trionfo dei popoli, della solidarietà, della verità. È la sconfitta della strategia imperiale e dei suoi lacchè nei loro tentativi per screditare il leader del Partito dei Lavoratori e la sinistra in America Latina”.

L’ex presidentessa argentina Cristina Fernandez ha scritto in twitter: “Cessa oggi una delle aberrazioni più grandi del lawfare in America Latina: la privazione illegittima della libertà dell’ex presidente della Repubblica Federale del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva”.

E per concludere, il presidente Nicolas Maduro ha affermato: “È una notizia per il cuore dei popoli”, dal Palazzo di Miraflores (sede del governo venezuelano), e poi ha ricordato che Lula dà Silva insieme al leader Nestor Kirchner e Hugo Chavez sono stati i propulsori dell’integrazione dell’America Latina.

“È molto emozionante vedere Lula per strada, Lula è un gran leader del Brasile, dell’America Latina e del mondo”, ha detto il presidente.

Inoltre, Maturo ha affermato che la libertà di Lula da Silva è il risultato della resistenza dei popoli davanti agli attacchi del neoliberalismo. Ha aggiunto che d’ora in poi si staranno “ricostruendo le basi dell’unione dell’America Latina e dei Caraibi, le basi spirituali, nell’unione, nella diversità, nel rispetto, nella cooperazione.”

da Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

foto: Reuters

1 Commento

Commento all'articolo
  1. Mauro Baldassini / Continuaresenzaabbassarelaguardia

    Ricordiamo che il capitalismo procede e avanza organizzando crisi. Benissimo la liberazione di Lula, ma ancora in attesa di sentenza definitiva, in un paese nel quale il ministro di grazia e giustizia è di fede fascista, fedelissimo di Bolsonaro, ed è stato pubblico ministero nel primo processo a Lula. Bisogna inoltre tenere ben presente la dittatura strisciante, con morti e feroce repressione, nel Chile neoliberista. La separazione dell’Ecuador dal gruppo bolivariano, il Fondo Mondiale che attaccherà la vittoria, per altro moderata, del peronismo in Argentina, le sanzioni economiche al Venezuela di Maduro, il feroce blocco economico di Cuba. I tentativi di “golpe” nella Bolivia di Evo Morales. Senza parlare del Nicaragua e del Centro America. Allargando l’orizzonte dovrei parlare di Hong Kong, della Libia e della crisi dei migranti africani, che non è solo una crisi da zone di guerra, ma soprattutto una crisi economica provocata dal neocolonialismo. Del Medio Oriente e del controllo del petrolio, della Turchia, dei Curdi, dell’Irak e dell’Iran, il terrorismo islamico. L’Europa si sta disgregando tra nazionalismi, nuove svastiche e unioni monetarie al soldo del liberismo. Credo che sia ancora valida l’esortazione “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”

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