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Washington sta rimanendo senza idee, la teoria degli attacchi con microonde a Cuba è rozza propaganda

trumpAd agosto 2017 si parlava di “attacchi acustici”, all’inizio di quello stesso anno apparve l’ipotesi di un virus e all’inizio del 2018 si è fatto riferimento solo a commozioni cerebrali senza effetti fisici. Ora è il turno delle onde di microonde.

Quando sembrava che Washington avesse esaurito il suo arsenale di giustificazioni sui presunti incidenti alla salute presentati dal suo personale diplomatico a L’Avana, The New York Times è apparso, sabato 1 settembre, con una nuova ipotesi, tanto insolita come le precedenti.

Douglas Smith, direttore del Centro Lesioni Cerebrali e Riparazione dell’Università della Pennsylvania, ha dichiarato al giornale che le presunte vittime hanno sofferto lesioni cerebrali e le microonde sono “le principali sospettate”.
Smith è stato uno degli incaricati di studiare una parte dei diplomatici USA che il Dipartimento di Stato accusa che abbiano presentato sintomi come mal di testa, difficoltà nel dormire, perdita dell’udito e persino danni cerebrali, tra la fine del 2016 e la metà del 2017.

Ma una sua relazione su questi studi, scritta nel febbraio scorso per il Journal of American Medical Association (JAMA), non fa alcuna menzione delle microonde, un tipo di onda molto presente nella vita moderna.
I telefoni cellulari e i forni per il riscaldamento degli alimenti sono tra i molteplici dispositivi che utilizzano le microonde.

Rozza propaganda

“Ora non possono sostenere che la causa è il suono e stanno cercando di argomentare che si tratta di microonde”, ha detto a Cubadebate Mitchel Valdés-Sosa, direttore generale del Centro di Neuroscienca di Cuba e membro del Comitato di Esperti cubani che si è creato per studiare le accuse USA.

A Valdés-Sosa sorprende che questa storia arrivi proprio mentre crescono gli interrogativi, negli USA ed a livello internazionale, sull’articolo della rivista JAMA che per primo ha stabilito il presunto danno cerebrale.
Addirittura questa ipotesi delle microonde, secondo lo scienziato cubano, si basa sul fatto che tutti i diplomatici sono malati o che soffrono gli effetti di un singolo agente esterno. “Questo è discutibile”.

Valdés-Sosa sostiene che se si esamina attentamente la attestazione medica presenta finora, sebbene sia molto scarsa, è chiaro che non ci sono prove conclusive e la varietà di sintomi presentati può rispondere a molteplici cause non correlate a Cuba, come l’ipertensione o traumi precedenti.

Per quanto riguarda la possibilità che le microonde possano causare il tipo di effetti che il New York Times sostiene, Valdés-Sosa neppure si mostra convinto.

“C’è una letteratura molto speculativa, molto del tipo X file o teorie del complotto, in cui si afferma che le microonde sono state utilizzate per danneggiare la salute”, ha detto. “Neanche le agenzie USA lo accettano come qualcosa di valido”.

I dubbi aumentano se vengono prese in considerazione le condizioni descritte dal Dipartimento di Stato in cui presumibilmente sono avvenuti gli incidenti.

“Non è possibile dirigere una fonte di energia per colpire una persona in una stanza chiusa e lasciare intatte le altre, in luoghi in cui le pareti sono anche molto spesse”, ha segnalato Valdes-Sosa.

“Riteniamo che sia una barriera propagandistica e non ci sono prove concrete che lo sostengano”, ha concluso riguardo all’articolo del New York Times.

Scadente esercizio giornalistico

Il noto avvocato cubano José Pertierra, che ha il suo studio legale a Washington DC, ha scritto una lettera al quotidiano di New York criticando la sua pratica professionale nell’articolo delle microonde.
“Questo è un esempio di scadente giornalismo del New York Times”, ha detto. “Non ci sono risultati scientifici in questa indagine. Tutto è pura speculazione, espressa in avverbi come forse o possibilmente. Nessuno spiega quale sia la causa delle cosiddette malattie. Questa è l’unica cosa che sappiamo per certo”.

Pertierra critica anche che si citi uno scienziato di 83 anni, apparentemente specializzato nelle microonde, ma che lo si induca a speculare su chi potrebbe essere il responsabile.
“Ogni volta che un testimone fa affermazioni non giustificate nei tribunali, si esige agli avvocati che presentino le prove e facciano una domanda elementare: Come lo sa? Sfortunatamente, il NYTimes non pone questa domanda elementare”, ha segnalato.

La ricercatrice e giornalista cubana, Rosa Miriam Elizalde, ha anche messo in discussione, nei social network, l’obiettività del New York Times e la sua conformità con le regole elementari del giornalismo.
“Il New York Times è sull’orlo di un altro disastro giornalistico come quando disse che in Iraq c’erano armi di distruzione di massa”, ha segnalato Elizalde, riferendosi a uno dei più grandi scandali nella storia recente del giornale.

Dopo l’ingiustificata invasione di quella nazione del Medio Oriente, che ha lasciato, finora, più di un milione di vittime civili si è dimostrato che il New York Times ha utilizzato informazioni fornite dalla Casa Bianca senza controbattere con l’opinione di esperti indipendenti né valutare la situazione sul terreno.

Tra le lacune più notorie dell’articolo del New York Times risalta l’omissione che l’FBI si è recata a L’Avana in almeno quattro occasioni per misurare lo spettro radioelettrico e condurre altre ricerche sul campo ed ha scartato che si siano utilizzate onde sonore per attaccare i diplomatici.

Come sarebbe possibile che gli esperti USA abbiano trascurato di misurare anche le microonde? Questa è un’altra domanda che il giornale non si pone.

Riferimento alla Guerra Fredda

L’ipotesi delle microonde fa diretto riferimento all’epoca della Guerra Fredda.
Gli statunitensi iniziarono a captare segnali di microonde ai piani superiori della loro ambasciata a Mosca, verso la metà degli anni ’50, e iniziarono le indagini per determinare i suoi possibili obiettivi e l’impatto sulla salute dei diplomatici.

Il cosiddetto “Segnale di Mosca” è stato uno degli episodi più controversi dello scontro tra le agenzie di intelligence degli USA e dell’Unione Sovietica.
Si sono esaminate teorie così folli come quella secondo cui i sovietici avevano sviluppato una tecnica di controllo mentale e cercavano di modificare il comportamento dei diplomatici ma, dal 1970, la CIA ha sviluppato una teoria molto meno complottista ed accettata ad oggi: le microonde si utilizzavano per spegnere ed accendere attrezzature di ascolto.

Sebbene siano stati condotti centinaia di studi medici, non ci sono prove conclusive che quei segnali abbiano danneggiato la salute dei diplomatici USA.

Senza giustificazione

Nonostante manchino prove o una ipotesi che spieghi i presunti incidenti, gli USA li utilizzano come scuse per danneggiare i rapporti tra i due paesi e retrocedere nei progressi compiuti dopo gli annunci del 17 dicembre 2014.
L’ambasciata USA a L’Avana mantiene paralizzati i servizi consolari per i cubani, danneggiando i legami tra decine di migliaia di famiglie di entrambi i lati dello stretto della Florida.

Allo stesso tempo, rimane in vigore un’allerta viaggio raccomandando agli statunitensi di esercitare precauzioni extra nei loro viaggi a Cuba, ciò che scoraggia i potenziali viaggiatori, che devono anche affrontare le restrizioni in vigore per far turismo nella Maggiore delle Antille.

Le autorità cubane denunciano la manipolazione politica di questo tema e le scuse per giustificare una politica di aggressione che è impopolare all’interno degli stessi USA.
“Il Dipartimento di Stato non può occultare la manipolazione politica dei disturbi denunciati dai suoi funzionari”, ha segnalato lo scorso giugno il Direttore Generale per gli USA del Ministero degli Esteri cubano, Carlos Fernández de Cossío. “Presunta preoccupazione per la salute e sicurezza dei suoi diplomatici è usata con opportunismo politico”, ha aggiunto nel suo account su Twitter.

di Sergio Alejandro Gomez

da Cubadebate

traduzione di Francesco Monterisi

foto: alamy.it

 

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