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Chavez, Giorno della Resistenza Indigena: atto di giustizia storica

Per lo storiografo Peter Mendoza, in Venezuela il 12 Ottobre è una data per “rivendicare la lotta dei nostri popoli originari, contro l’imperialismo spagnolo durante più di 500 anni”. Quella lotta, affermò, “oggigiorno si mantiene contro qualunque forma di colonialismo ed oppressione.”  

Ma il fatto che questa data abbia acquisito questo senso nel calendario ufficiale, è grazie al presidente Hugo Chavez che “realizzando un atto di giustizia storica”, cambiò la finalità della celebrazione che era chiamata “Giorno della Razza” e lo trasformò nel Giorno della Resistenza Indigena.

A partire da questa decisione, affermò Mendoza, la commemorazione del 12 Ottobre riscatta il “riconoscimento della tenacia e perseveranza dei nostri popoli originari nella loro volontà di essere liberi, al contrario di quello che si faceva in decadi anteriori, quando in questo giorno si faceva culto de La Niña, La Pinta e La Santa Maria.”

Mendoza manifestò che “questa data si è trasformata in un giorno per rendere onore ai nostri popoli originari, e contro l’occultamento della verità storica”. Quella verità, ha insistito, “consiste in che i nostri indigeni hanno resistito per più di 500 anni”.

Questo occultamento delle atrocità della colonizzazione, è per lo storiografo, “una forma di complicità con lo sterminio umano che significò la Conquista” e la distruzione della cultura millenaria dei popoli indigeni.

“La Rivoluzione Bolivariana e la sua Costituzione riconoscono i popoli indigeni come primigeni colonizzatori del suolo patrio e come creditori di tutti i diritti stabiliti nella Magna Carta”, commentò Mendoza.

Peter Mendoza affermò che quanto successo il 12 Ottobre 1492 “possiamo solo chiamarlo invasione”. “Qualsiasi altra concettualizzazione dell’arrivo degli spagnoli a questo continente è completamente assurda”, afferma.

L’impero spagnolo, aggiunse, “era determinato a sfruttare illimitatamente le risorse naturali del nostro continente, col fine di espandere la monarchia ed il mercantilismo, come sistema dominante in quell’epoca, per schiacciare qualunque altro sistema economico e politico”, continua lo storiografo.

Prima dell’invasione dell’impero spagnolo al chiamato “Nuovo Mondo”, questo “era abitato da diversi gruppi indigeni, cacciatori, raccoglitori ed agricoltori, che possedevano società stabilite e sviluppate attraverso i secoli, dagli inizi dell’insediamento del continente americano, dalle Ande, passando per le pianure, dalle zone costiere e dalle selve tropicali”.

“Questa disubbidienza intrinseca dei popoli originari, che li ha fatti resistere e sopravvivere, per mantenere vivo il loro patrimonio, si rafforza con la caratteristica inclusiva della Rivoluzione Bolivariana, la partecipazione ed il protagonismo dei nostri popoli indigeni coi suoi saperi e grandi potenzialità, per accrescere lo sviluppo integrale della Nostra Patria”, ha concluso.

di Mercedes Aguilar

traduzione di Ida Garberi

da Correo del Orinoco

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