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Il Venezuela ha sconfitto la fame perché è socialista!

Il Vicepresidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il compagno Jorge Arreaza, ha tenuto un incontro sul Monte Sacro a Roma insieme ai movimenti politici e popolari italiani e nello specifico con la “Rete Caracas ChiAma”, costituita da un eterogeneo blocco popolare di forze squisitamente di sinistra; nonché, riflesso di quella preziosa cristalleria politica che è la solidarietà e l’amicizia tra i popoli.  

In questo incontro – accompagnato da una sottile pioggia – Arreaza ha parlato del premio ricevuto dalla FAO per l’ottimo risultato ottenuto dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela nell’eliminazione della fame nel Paese e ha dialogato con i più degni rappresentanti dei movimenti popolari e rivoluzionari italiani. Ha lanciato, inoltre, l’appello a moltiplicare gli sforzi nella costruzione di un Fronte Internazionale di forze progressiste e rivoluzionarie in difesa della Rivoluzione Bolivariana; dinanzi ad una campagna mediatica che non pochi esperti definiscono come la guerra psicologica degli Stati Uniti contro il Venezuela bolivariano.

«Sono venuto qua a Roma, in nome del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, del Primo Presidente Operaio della nostra Grande Patria Latinoamericana, il compagno Nicolás Maduro, che vi saluta calorosamente; sono qui in nome del popolo venezuelano, di quel popolo lavoratore che oggi difende il processo rivoluzionario iniziato dal nostro Eterno Comandante Hugo Rafael Chávez Frías; sono qui perché la FAO, organizzazione facente parte delle Nazioni Unite, ha deciso di premiarci con il più alto riconoscimento che un governo popolare e rivoluzionario possa ottenere: aver eliminato il problema della fame nei tempi prefissati; ovvero, nel 2015. In realtà avrebbero dovuto premiarci da molto tempo prima, fin dal 2012, giacché tale metà l’abbiamo raggiunta proprio quell’anno».

Il Vicepresidente Arreaza ha rilevato che «tali risultati non sono nient’altro che il riflesso della politica interna impostata dal primo giorno dell’avvento al potere del governo rivoluzionario e socialista del Presidente Hugo Chávez, là dove sono state messe in moto non poche politiche economiche e sociali basate sullo sviluppo dei servizi di base; in difesa di quei diritti umani collettivi (e non solo individuali!) che sono – tra i tanti – il diritto a vivere in una casa dignitosa, a ricevere tre pasti al giorno, a poter lavorare dignitosamente, ad un servizio nazionale medico gratuito e di alto livello, ad un istruzione pubblica e gratuita per tutto il popolo venezuelano».

«Tutti questi traguardi e la premiazione alla FAO si devono non solo al Nostro Comandante Infinito Hugo Chávez e all’invitto popolo venezuelano, ma anche alla solidarietà dei popoli del mondo e in particolare del popolo cubano e del suo governo rivoluzionario; di Fidel e Raul, che con l’apporto di migliaia di lavoratori della salute e dell’educazione hanno contribuito fino ad oggi a rafforzare la nostra Resistenza popolare contro la guerra economica e le ingerenze di Washington».

Il vicepresidente venezuelano, durante il suo incontro con i movimenti sociali italiani ha posto l’accento sull’amicizia e la solidarietà tra i popoli e lo ha fatto in quello che – di certo – è un luogo sacro per il popolo venezuelano e per tutti quelli che lottano ogni giorno per la costruzione di un mondo basato sulla pace con giustizia ed eguaglianza sociale; verso il socialismo del XXI secolo. Proprio qui sul Monte Sacro, infatti, Simón Bolívar – di fronte al suo amico e maestro Simón Rodríguez – prestò il suo giuramento romano nel 1805 nel quale ebbe a dire: «Giuro per il Dio dei miei genitori, giuro per il mio onore e per la mia Patria, che non darò riposo al mio braccio né pace alla mia anima finché non avrò rotto le catene che ci opprimono per volontà del potere spagnolo».

«Voglio ringraziare l’invito a partecipare a tal evento così importante, che ha come obiettivo quello di rafforzare l’amicizia tra i popoli», ha affermato il vicepresidente di fronte a centinaia di attivisti sociali giunti da ogni angolo della penisola italiana per dare il benvenuto a uno dei più alti rappresentanti della patria di Bolívar e Chávez.

Nel suo emozionante discorso il vicepresidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha spiegato che per eliminare completamente la fame e la povertà nel pianeta è necessario moltiplicare i nostri sforzi nella costruzione di un mondo basato sulla solidarietà e l’amicizia tra i popoli e che, pertanto, bisogna essere consapevoli di quali sono i pericoli o i modelli (economici) che rappresentano il principale ostacolo a tale progetto.

In questo senso, ha segnalato come oggi non è il Venezuela della Rivoluzione Bolivariana a rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti, ma che, semmai, proprio questi ultimi, a causa del loro modello economico e sociale – per la loro sete di consumare le risorse del pianeta – sono un pericolo per la stabilità della pace nel mondo e per l’esistenza stessa della specie umana. Per questo la necessità di rafforzare attraverso progetti politici e culturali l’amicizia tra i popoli – e in questo caso con il popolo italiano – con la ratio di svelare, così, le menzogne che i mezzi di comunicazione diffondono contro la Rivoluzione Bolivariana e mostrare ai popoli che lavorano in tutto il mondo che uscire dalla crisi imposta dalle banche e dai padroni è possibile. Che oltre al neoliberalismo e al capitalismo ci sarà ancora vita e che il modello economico e sociale per l’emancipazione dell’uomo si chiama: Socialismo.

di Alessandro Pagani per ALBAinformazione

 

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