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“Cancion de Barrio”, questo giovedì

Silvio Rodriguez

Silvio Rodriguez

Giovedì a L’Avana ci sarà la prima del documentario “Cancion de Barrio” (canzoni di quartiere), del direttore Alejandro Ramirez Anderson, che ha accompagnato con una piccola squadra di riprese 38 concerti di Silvio Rodriguez nello stesso numero di quartieri poveri di Cuba.

“Non è sempre la stessa cosa”, dice Alejandro, che reagisce di fronte all’idea della tipica registrazione dei concerti con il gruppo in diretta. Silvio Rodriguez fa parte dell’educazione sentimentale di più di una generazione urbana a Cuba ed in America Latina, ed ognuna delle sue presentazioni sono un fenomeno di massa, ma in “Cancion de Barrio il primo piano è nelle cause che hanno motivato questa tournée nei luoghi più deteriorati dell’Isola.”

In mezzo ad un cambiamento di regole del gioco nell’economia cubana dove a volte sembra che l’unico che sia importante è il denaro contante e sonante, la filosofia di portare la cultura alla porta dei più necessitati senza nessun costo per il pubblico, è il leitmotiv di questi concerti di Silvio Rodriguez, che sono stati il seguito a quelli fatti nelle prigioni del paese ed ad altri, nelle principali piazze di Cuba, che lui ha chiamato “Tournée per la Patria.”

L’attuale stagione dura già da quattro anni. Il documentario registra i due primi anni ed Alejandro lavora in una seconda parte, e ci sarà probabilmente una terza. Silvio ha chiamato questa “la tournée interminabile” che non si svolge “in solitudine”, perché intervengono abitualmente alcuni degli interpreti più famosi dell’Isola, “senza protocolli, senza saloni Vip, senza balconi esclusivi, senza presidenze”. La pedana dei musicisti funziona in realtà come se arrivassero una sedia ed una chitarra nella sala delle case più precarie della nazione, al lato di strade molte volte senza asfaltare e senza fognatura, tra gli stendibiancheria pieni di vestiti e l’odore dei fagioli che si cucinano nel pomeriggio, quando cade il sole, orario abituale di questi concerti.

Questo è il contesto del primo documentario di Alejandro, messicano di nascita, cubano per adozione e guatemalteco per le sue radici e la sua militanza –è il figlio dello scomparso Comandante Rolando Moran, leader dell’Esercito Guerrigliero dei Poveri (EGP). La sua filmografia anteriore è coerente con quello che espone nel suo nuovo film: la lotta per la sopravvivenza, la dignità dei più umili, la lite quotidiana di fronte alle carenze materiali, la voce popolare che espone l’attenzione (o disattenzione) delle istituzioni in temi di prima necessità fisica e spirituale della gente.

Per questo motivo, questa è l’estetica eletta. “Cancion de Barrio è linguaggio documentale duro e puro. Non c’è nessuna luce sistemata in funzione della videocamera; non ci sono strumenti, né trucchi; non c’è una sola sequenza preparata in anticipo”, ammette Alejandro. Alla maniera di Rossellini, “le cose stanno lì, per quale motivo manipolarle?.”

Come direttore ammette che quello che più lo ha colpito è scoprire che “la poesia di Silvio è nell’immaginario del popolo. Abitualmente uno fa riferimento alle sue canzoni all’ambiente universitario, con gli spazi della sinistra latinoamericana. All’improvviso vedere una signora con bigodini nella porta della sua casa cantando ‘La Era está pariendo un corazon’ senza contenere le lacrime…ti dice molto.”

Il documentario che avrà la sua premier nella Cineteca di Cuba, a L’Avana, si presenta nel bel mezzo di un dibattito sul destino degli Studi Abdala, fondato con gli auspici di Silvio Rodriguez e l’appoggio del leader della Rivoluzione, Fidel Castro, nel 1998. Denunciando che gli studi di registrazione avevano sofferto un secondo taglio all’elettricità “per mancanza di pagamento” mentre i musicisti stavano lavorando, Silvio non ha avuto peli sulla lingua a dire che l’istituzione era ostaggio della burocrazia ed Abdala “agonizza con la compiacenza di molti funzionari… Sembra ‘un piano del nemico ‘, ma non è la CIA”, ha aggiunto.

Scrivendo questa nota, il cantautore condivideva dettagli di una riunione che ha sostenuto questo lunedì con le autorità e che ha considerato come “molto soddisfacente”: “Apportai gli elementi che ho e le mie idee al riguardo. Faranno un’analisi sulla situazione degli Studi e si prenderanno le misure che corrispondano in questo caso. Incominciando a definire dove sono e verso dove si dirigono. Sono ottimista e ringrazio molto, molto (ma molto) tutte le dimostrazioni di appoggio e solidarietà con gli studi Abdala e con la Cuba che li ha costruiti e li difende.”

di Rosa Miriam Elizalde

foto di Alejandro Ramirez Anderson

da La Jornada

traduzione di Ida Garberi

trailer di Cancion de Barrio

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