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In Bolivia atto di appoggio ad Evo Morales

A ritmo di musica andina è cominciato oggi nella città centrale boliviana di Cochabamba un atto di appoggio al presidente Evo Morales, mentre si aspettava l’arrivo di altri cinque mandatari latinoamericani al luogo dell’evento.

L’atto, al quale assistono migliaia di partecipanti, principalmente membri di organizzazioni sociali, si svolge dopo il rifiuto del passaggio nel loro spazio aereo di vari paesi europei dell’aeroplano presidenziale di Morales.

Gruppi musicali locali incoraggiano la festa che avrà il suo climax con l’arrivo dei mandatari al colosseo che onora le Heroinas de la Coronilla, un gruppo di donne che si ribellarono contro il colonialismo spagnolo.

Dopo la celebrazione, è prevista una riunione dei capi di Stato dell’Unione delle Nazioni Sud-Americane, con lo scopo di adottare una posizione comune di rifiuto a quanto successo al mandatario boliviano.

Sono arrivati a Cochabamba i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, dell’Ecuador, Rafael Correa, del Suriname, Desirè Bouterse, dell’Uruguay, Josè Mujica, e la presidenta dell’Argentina, Cristina Fernandez.

Al suo arrivo all’aeroporto internazionale di questa città centrale, Correa ha considerato che l’Europa ha rotto il diritto internazionale sull’inviolabilità dei capi di Stato cancellando il permesso di volo dell’aeroplano di Morales.

“La Bolivia non ha saccheggiato nessuno, non ha invaso nessuno, non ha spiato nessuno. Non capiamo la doppia morale”, ha assicurato.

Da parte sua, Maduro ha pensato che Italia, Francia, Portogallo e Spagna hanno rotto tutte le regole di convivenza pacifica tra le nazioni aggredendo il mandatario boliviano.

Ha confermato che Venezuela l’assume come propria l’offesa a Morales e si è chiesto che cosa succederebbe se ad un presidente europeo gli accadesse la stessa cosa in un paese sud-americano.

“Chi si mette con la Bolivia, si mette col Venezuela (…) mi domando che cosa succederebbe se ad un presidente europeo gli accadesse la stessa cosa in territorio sud-americano”, ha affermato.

La vigilia, Spagna, Italia, Francia e Portogallo hanno cancellato il permesso di volo dell’aeroplano presidenziale boliviano, un fatto che lo ha obbligato a rimanere sequestrato per più di 13 ore in Austria, perché pensavano che l’aereo presidenziale ospitasse il perseguito dagli USA, l’ex contrattato della NSA, Edward Snowden.

L’accaduto, qualificato come inedito nella storia del diritto internazionale, ha provocato il rifiuto generalizzato tra i governi dell’America Latina.

Intanto, Francia e Italia hanno comunicato oggi che non daranno asilo politico a Edward Snowden.

Secondo il portale web Wikileaks, Snowden ha chiesto asilo a 21 paesi, tra questi Russia, Islanda, Ecuador, Cuba, Venezuela, Brasile, India, Cina, Germania e Francia.

Snowden è bloccato dal 23 giugno nell’aeroporto di Sheremetievo, a Mosca.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

1 Commento

Commento all'articolo
  1. loredana

    quello che più mi umilia è che sono Italiana e mi vergogno profondamente ,anche perchè il ” nostro ” governo non si è nemmeno degnato di chiedere scusa .Siamo servi degli EE UU e questo non mi piace

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