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Giurista considera antipatriottica permanenza della prigione a Guantanamo

Morris Davis

Morris Davis

Il colonnello Morris Davis, ex procuratore generale della base statunitense di Guantanamo, ha qualificato come antipatriota che Washington mantenga aperta il carcere di questo centro ed ha incitato il presidente Barack Obama di mantenere la sua promessa di chiuderla.

“Diciamo che siamo il paese della libertà e del coraggio, ma stiamo vivendo da 11 anni come prigionieri e codardi”, ha dichiarato il giurista al sito informativo The Huffington Post, mentre ha criticato il Governo per avere 166 stranieri rinchiusi nella prigione senza processarli.

Gli Stati Uniti hanno aperto nel 2002 il carcere nella base navale di Guantanamo -in un territorio occupato a Cuba – per confinare lì ogni persona considerata sospetta di terrorismo.

Davis ha anche discusso Obama per non mantenere la sua promessa di chiudere il penitenziario e trasportare gli imputati nei loro paesi di origine.

Tra settembre del 2005 ed ottobre del 2008, l’avvocato è stato il procuratore generale nei processi giudiziali contro i detenuti nella guerra sfrenata dagli Stati Uniti contro il terrorismo.

Ora promuove una campagna di raccolta di firme per chiudere il carcere e conta già sull’appoggio di 100 mila persone, nel sito Change.org.

Ha lanciato questa iniziativa dopo uno sciopero della fame svolto da almeno 130 interni in rifiuto al confino indefinito, le perquisizioni alle loro appartenenze e la confisca di copie del Corano, il libro sacro dei musulmani.

Ma gli Stati Uniti trattano la protesta con basso profilo dal suo principio il passato 6 febbraio e continuano senza riconoscere la cifra reale dei manifestanti.

Davis ha rinunciato, come molti altri suoi predecessori, alla sua carica per la partecipazione nei processi delle commissioni militari di personale che aveva appoggiato l’uso di informazione ottenuta mediante l’annegamento simulato. Da allora è stato una persona molto critica con la prigione di Guantanamo.

Le autorità USA, perfino, non hanno ancora reso pubblica né hanno fatto chiarezza sulla morte di Andy P. Hart, avvocato di vari prigionieri nella base ed il cui cadavere è stato incontrato la settimana scorsa con impatti di pallottola.

Il sito investigativo Truthout ha divulgato ieri l’accaduto dopo essere stato notificato da un detective che lavora nel sollecito dell’habeas corpus di alcuni reclusi.

Hart seguiva il caso di Mohammed Rahim al-Afghani, segnalato come il traduttore del defunto leader di Al Qaeda, Osama bin Laden, ed uno dei carcerati di maggiore interesse per il governo nordamericano.

con informazioni di Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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