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Maduro parla con il suo cuore, con che parla Willie Colon?

Essendo prossime le elezioni presidenziali da celebrarsi nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, il presidente Nicolas Maduro fa un appello alla pace ed a che si rispettino i risultati elettorali che emetta il Consiglio Nazionale Elettorale. Nel frattempo, personaggi sinistri tentano di destabilizzare il processo elettorale che si porta a termine per scegliere il presidente costituzionale, dopo la sparizione fisica del presidente Hugo Chavez Frias.

Nelle marce dell’opposizione abbiamo visto il seguente slogan, con una frase mai prima vista in Venezuela: “Che viva il cancro!” Questa frase sembra seguire la linea dell’insensibilità tracciata da personaggi come il musicista Willie Colon. In gennaio, Colon ha affermato: “Dio benedica a Venezuela che ha ora due presidenti… uno maturo e l’altro marcio”. In chiara allusione alla malattia di Chavez, era un’evidente dimostrazione di insensibilità ed odio di chi non ha potuto astenersi di calpestare la dignità di un essere umano che stava facendo una battaglia per la vita, davanti ad una malattia tanto aggressiva come il cancro. Ora, in un’altra dimostrazione di arroganza e sdegno, Colon adatta una canzone che dedica a Maduro, nella quale fa un appello al governo del Venezuela, “combriccola di irresponsabili”, calpestando il popolo fratello e cercando di seminare inquietudine.

Mentre i “chavisti” reclamano la pace ed il rispetto, altri, accecati dall’odio, seminano zizzania e respingono il processo democratico di partecipazione diretta dei venezuelani. L’arroganza sembra non avere limite. È deplorevole che l’odio di alcuni li porti a celebrare la morte di un essere umano ed a tanta insensibilità. Gli irrispettosi devono imparare l’umiltà e cessare le loro offese. I messaggi per i nostri fratelli venezuelani devono essere incorniciati in una cultura di pace e di dignità umana, tale e come lo detta la Dichiarazione Universale dei diritti umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti e, dotati come sono di ragione e coscienza, devono comportarsi fraternamente gli uni con gli altri.”

Colon dice che “la maggioranza” sta con lui. Falso. I portoricani pensiamo e sentiamo differente. Non siamo un popolo senza valori né senza amore per i nostri fratelli venezuelani. Tutto il contrario. Amiamo il popolo venezuelano e gli auguriamo il meglio. Se è per maggioranza, come parla Willie Colon, che rispetti la decisione maggioritaria dei venezuelani. Venti stati si sono pronunciati per Maduro e la chiusura della campagna con i sette viali di Caracas dipinti di rosso vivo predicono la sua imminente vittoria. Invece di seminare zizzania, Willie Colon deve seminare amore nella Patria Grande; è quello che Ruben Blades semina.

Il presidente Maduro ha risposto a Colon con la canzone “Sujetate la lengua”, del Maestro Eddie Palmieri, che allude alla necessità di “lottare per alzarsi, la virtù e la morale degli uomini”. Ha domandato a Colon, “perché dovevi cadere nel fango? … Perché, se tu sei portoricano, baci la mano al padrone imperiale che ha sottomesso la tua patria ad essere una colonia?”. Maduro ha riaffermato nuovamente la promessa di Bolivar, solidarizzandosi con l’indipendenza di Porto Rico e predicendo un meritato spazio per l’arcipelago “borincano” nella Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici. Per i portoricani che riaffermiamo la dignità di una patria sovrana, indipendente ed in libertà, le sue parole sono ricevute con profondo entusiasmo.

Colon ha detto: “Se vince Maduro non andrei in Venezuela.” Questa mera espressione lascia sapere ai venezuelani quanta importanza hanno loro per Colon. Quando a Colon gli hanno chiesto perché si sente con diritto di parlare del Venezuela, di quello che parla in realtà è del numero di copie che ha venduto del suo disco “Fantasmas”. Tuttavia, poco gli importa di chi hanno comprato il disco. Di importargli, rispetterebbe questo popolo che lo ha accolto tanti anni fa. Questo popolo che, con piena coscienza, segue una richiesta, che dal suo cuore, gli ha fatto il Comandante Presidente Hugo Chavez affinché scegliesse Nicolas Maduro come Presidente.

Ed il presidente Maduro, seguendo la sua linea naturale, che è la linea della Rivoluzione ed è la linea di Chavez, ha risposto fraternamente a Colon, ma con fermezza: “Comunque, in Venezuela ti perdoniamo. Continua nella tua rumba di odio, noi continuiamo nella nostra rumba di amore, di felicità, di patria e di socialismo.” Questa è la strada per la quale Maduro conduce il destino della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Maduro parla con il suo cuore, con che parla Willie Colon?

di Elma Beatriz Rosado, maestra e lottatrice popolare di Porto Rico. Vedova del lottatore indipendentista Filiberto Ojeda Rios

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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