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Chavez il Mito e l’Europa incredula

di Rafael Rico Rios

La leggenda venezuelana della Llorona (Frignona) racconta come una giovane innamorata è abbandonata dal suo amante e nella sua pazzia assassina sua figlia, è maledetta dal popolo, fugge nelle pianure venezuelane dove si trasforma in un fantasma. Da allora, nel silenzio in alcune notti oscure, si ascolta come chiama sua figlia in forma di lamento terrificante.

Questa storia me l’ha raccontata per la prima volta un buon amico venezuelano, che stimo per la sua intelligenza chiara e pragmatica, fondamentale per capire il processo venezuelano. Gli ho chiesto, in tono scherzoso, se aveva ascoltato qualche volta la Llorona, e mi ha risposto che “ovviamente che sì, tutto il mondo l’ha sentita”. L’ho guardato scandalizzato e mi ha sorriso. Ho pensato che il suo sorriso fosse di complicità, ma col tempo mi sono reso conto che in realtà si stava ridendo dell’incredulità e dello scetticismo europeo.

Alejo Carpentier, nel suo meraviglioso romanzo “Il Regno di questo Mondo”, racconta la storia dello schiavo François Mackandal, a cui attribuivano proprietà magiche nella sua lotta contro la dominazione bianca in Haiti. Mackandal è stato catturato dalle autorità della colonia, che hanno riunito tutti gli schiavi negri affinché assistessero alla sua esecuzione, mentre lo schiavo si è trasformato in farfalla per essere eternamente libero. Il mito di Mackandal ha scatenato una ribellione popolare. La questione non è in se Mackandal aveva qualità magiche, perché è stata assolutamente reale la ribellione degli schiavi. Una favola che ha avuto conseguenze politiche. Alejo Carpentier faceva un appello a queste storie magiche e concrete del realismo magico.

Ricordiamo anche il Realismo Magico di Gabriel Garcia Marquez. Un buon amico europeo, davanti all’onda di insolite dicerie che scuotono abitualmente le strade di Caracas, arresosi davanti all’incomprensibile fenomeno, è giunto alla conclusione che “in Venezuela la realtà è irreale”. Comunque, questa interpretazione dell’esistenza permette che in America Latina tutto sia possibile. I popoli latinoamericani credono nelle loro leggende, nei loro miti e nelle loro rivoluzioni perché credono in una realtà magica, diluita e volubile, che possono trasformare.

Hugo Chavez è morto, ora è una leggenda ed un mito. Il dibattito in Europa è se il “Chavismo” si manterrà unito, mentre si scandalizzano per le manifestazioni mistiche del dolore di un popolo. Non riescono a capire come possono mettere insieme la mistica e l’unità dei movimenti popolari nei processi di liberazione dell’America Latina. Il Chavez Mito è un cemento, un cemento armato che agisce nell’unità dalle fazioni del “Chavismo” e che agirà per molto tempo. Chi calpesterà la memoria di Chavez uscirà dal “Chavismo”.

Di fronte alle elezioni del 14 aprile, il “Chavismo” ha garantito l’unità, mentre l’opposizione che si manteneva unita per un insieme di interessi contro Chavez, ha gravi problemi di coesione che possono avere un’influenza negativa sulla mobilitazione del suo elettorato. Chavez in vita manteneva unito il “Chavismo” ma, ancora di più, manteneva unita l’opposizione.

Benché La Mensa dell’Unità Democratica, MUD, finalmente, abbia ottenuto la candidatura unica con Capriles, l’elettorato oppositore percepisce queste divisioni interne ed una mancanza di direzione politica per l’eterogeneità delle correnti politiche che la conformano. È certo che l’opposizione si è avvicinata abbastanza nelle ultime presidenziali ma, elettoralmente, il “Chavismo” non dovrebbe preoccuparsi per l’opposizione: se il “Chavismo” mobilita tutto il suo elettorato, potrà vincere con facilità. Paradossalmente, anche l’opposizione, per tentare di rubare i voti dei chavisti, si vede obbligata ad utilizzare Chavez il Mito con l’argomento: “Chavez sì era un vero leader e voi non siete Chavez.”

In qualsiasi caso, la Rivoluzione Bolivariana ha già la sua leggenda che gli darà corpo e consistenza per un lungo tempo e l’America Latina continuerà lungo il sentiero dei cambiamenti con le sue leggende, i suoi miti e le sue rivoluzioni. L’Europa, tuttavia, non crede né in sé stessa. Nell’Europa della crisi, credono in una realtà inerte, immobile ed indurita. Magari l’Europa facesse la sua rivoluzione, quella notte che recuperi la sua mistica, creda nelle sue leggende ed ascolti il terrificante lamento della sua Llorona, quando ucciderà per fame.

preso da Rebelion

traduzione di Ida Garberi

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