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Commissaria dei diritti umani dell’ONU riceve le mogli di Renè Gonzalez e Gerardo Hernandez

Adriana Perez (s) e Olga Salanueva (d)

Adriana Perez (s) e Olga Salanueva (d)

L’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha ricevuto questo giovedì a Ginevra, Olga Salanueva ed Adriana Perez O’Conor, mogli di Renè Gonzalez e Gerardo Hernandez rispettivamente, due dei Cinque Eroi cubani imprigionati 15 anni fa negli USA.

Pillay ha espresso il suo appoggio alle gestioni che realizzano i parenti di questi Cinque cittadini cubani per ricevere il permesso degli Stati Uniti di viaggiare e visitare questi reclusi.

Gerardo Hernandez, Renè Gonzalez, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez ed Antonio Guerrero sono stati condannati nel 2001 a diverse pene di carcere da un tribunale degli USA, per cospirare ed operare come agenti stranieri senza notificarlo al Governo statunitense.

Renè Gonzalez è l’unico che è uscito dal carcere, dopo compiere una condanna di 13 anni, e sta scontando 3 anni di libertà vigilata negli Stati Uniti.

Di conseguenza, non potrà ritornare a Cuba fino al 2014, né può essere visitato da sua moglie, perché gli USA le negano il visto.

La pena più contundente è quella di Hernandez, condannato a due ergastoli e 15 anni di privazione di libertà, dopo un giudizio che, secondo diverse istanze internazionali ed organizzazioni non governative, non ha riunito le garanzie basilari.

Le mogli di Gonzalez e Hernandez hanno chiesto a Pillay che “interceda in maniera diretta a beneficio di una soluzione definitiva per il caso dei Cinque”, come hanno informato fonti diplomatiche.

Olga Salanueva ha denunciato che il regime di libertà vigilata al quale è sottomesso suo marito è “un assurdo legale che non compie nessun obbiettivo” e gli impedisce, senza necessità, di ritornare a casa.

Adriana Perez O’Conor ha sollecitato all’amministrazione statunitense un gesto umanitario verso suo marito e gli altri carcerati.

Negli ultimi anni, le denunce de L’Avana e delle famiglie hanno ottenuto che il gruppo di lavoro dell’ONU sulle detenzioni arbitrarie sollecitasse a Washington di dare una soluzione al caso dei Cinque, con cui si sono solidarizzati l’ex presidente degli USA Jimmy Carter e 10 premi Nobel della Pace, tra gli altri.

Il passato mese di ottobre, Navi Pillay ha trattato in una conferenza stampa la situazione di questi Cinque cubani e le loro famiglie, ed in concreto ha parlato della petizione di Adriana Perez O’Conor di ottenere un visto per visitare suo marito nel carcere.

“Credo che la sua petizione di un visto per entrare negli Stati Uniti per visitare suo marito sia legittima e che dovrebbe essere concessa. La mia solidarietà sta, naturalmente, con le famiglie a cui si nega questo tipo di accesso. Il diritto di viaggiare dovrebbe essere rispettato da tutte le parti, da tutti i Governi”, ha concluso Pillay.

con informazioni di EFE

traduzione di Ida Garberi

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