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FARC-EP fa un appello al governo affinché cessi il fuoco bilaterale

Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP) hanno chiesto oggi uno stop al fuoco bilaterale con l’Esercito, mentre questa domenica finisce unilateralmente la sospensione di ostilità dichiarata dagli insorti.

Il capo della delegazione di pace delle FARC, Ivan Marquez, ha chiesto al governo di Juan Manuel Santos, di destra, un’altra volta di considerare una sospensione del fuoco bilaterale durante i dialoghi di pace, o almeno un trattato per la “regolarizzazione” del conflitto.

“Con dolore nel cuore, dobbiamo ammettere che ritorna la tappa dei bollettini di guerra, che nessuno vuole in questo paese”, ha detto Marquez all’entrata di un salone del Palazzo delle Convenzioni de L’Avana, per partecipare ad una nuova giornata di conversazioni con la delegazione governativa.

“Possiamo tentare di attenuare l’impatto del conflitto nei civili, con azioni come non installare basi né quartieri militari in mezzo agli insediamenti della popolazione”, ha affermato Marquez.

Il capo guerrigliero ha sottolineato il riconoscimento che ha realizzato sabato il presidente Santos al compimento da parte delle FARC della moratoria di azioni offensive per 60 giorni, annunciata dagli insorti iniziando le conversazioni di pace il 19 novembre.

Nonostante, Santos ha segnalato anche che il suo governo -che non ha fermato la sua feroce offensiva militare contro i guerriglieri – è preparato per fare fronte a possibili attacchi della guerriglia dopo il termine della tregua unilaterale.

Le FARC hanno chiesto dal principio del processo di pace aperto in ottobre ad Oslo, in Norvegia, uno stop al fuoco durante le conversazioni, ma il governo colombiano ha enfatizzato in varie occasioni che non farà “concessioni di carattere militare” e mantiene la sua offensiva contro la guerriglia, con appoggio degli Stati Uniti.

“La sospensione del fuoco ha significato, nel passato, vantaggi per la guerriglia che non si possono ripetere”, ha segnalato in novembre scorso il capo negoziatore del governo, e l’ex vicepresidente Humberto de la Calle, quando l’attuale processo di pace si è trasferito in forma permanente a L’Avana.

La delegazione governativa, come è abituale da quando è incominciato il dialogo di pace, non ha fatto dichiarazioni, mentre continuano questa domenica le conversazioni nel tavolo del dialogo, centrate ancora nel primo punto dell’agenda, lo sviluppo rurale.

con informazioni di Xinhua

traduzione di Ida Garberi

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