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Danny Glover: “I grandi mass media non dicono la verità”

Danny Glover

Danny Glover

In un’intervista esclusiva al periodico Escambray e Radio Sancti Spiritus, l’attore statunitense Danny Glover si confessa appassionato della Rivoluzione cubana e della grandezza etica ed umana di Gerardo Hernandez, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez, Antonio Guerrero e Renè Gonzalez, compiendosi questo 12 settembre, 14 anni dell’ingiusto incarceramento negli Stati Uniti dei Cinque cubani.

L’uomo che parla attraverso la linea telefonica, da New York, non assomiglia per niente nello sguardo, all’imbroglione del colonnello Johnson, del film “Shooter”, e molto meno racchiude la bestialità del suo Albert, de “Il colore viola”.

L’uomo che parla dal Millennium UN Plaza Hotel non schivò i giornalisti di Sancti Spiritus: “Dica loro che sarò disponibile alle 13:30”, aveva detto all’operatrice per l’imminente chiamata del settimanale Escambray e di Radio Sancti Spiritus.

L’uomo che alzò il telefono nella sua stanza, al primo trillo, non optò né per il ruolo di spettatore né per un ruolo secondario nella campagna mondiale per il ritorno a Cuba dei Cinque.

Con un dossier invidiabile nel cinema e nella televisione, il famoso attore ed attivista sociale nordamericano Danny Glover, distante dalle frivolezze hollywoodiane, considera che la solidarietà non sarà un anacronismo finché continueranno sul pianeta uomini e donne con un’anima nobile.

-Lei potrebbe godersi di più la sua popolarità come attore, la sua famiglia; perché si dedica alla lotta per la libertà dei Cinque?

La mia vita è stata vincolata con questioni relazionate con la giustizia; ho fatto parte di movimenti di appoggio alla liberazione in Africa, o movimenti per i diritti della gente nelle comunità, dei senza tetto, etc. cioè, per più di 40 anni c’è stata sempre una parte della mia vita che è stata vincolata alla lotta della gente per avere più accesso alla giustizia, e sottolineo la parola giustizia perché è molto ampia.

I Cinque sono uomini eroici, cinque uomini eroici che hanno fatto enormi sacrifici per assicurare che il loro paese non fosse oggetto di attacchi terroristi. In qualunque altra situazione, loro sarebbero stati insigniti e considerati come eroi, in questo senso.

Il giudizio che hanno avuto, in quell’ambiente tanto ostile della Florida è stato una tragedia, un atto di ingiustizia non solo contro di loro; ma anche contro il popolo cubano, ed anche contro quelle persone con coscienza, tanto negli Stati Uniti come nel resto del mondo, che realmente vogliono lottare contro il terrorismo. Questi uomini hanno passato molto tempo lontano dal loro paese, delle loro famiglie. Io voglio fare tutto quello che mi sia possibile per fare luce sul loro caso e sulla loro situazione.

-Perché considera Gerardo come un fratello spirituale?

Gerardo è mio fratello, il mio fratello spirituale. È qualcuno che ammiro moltissimo. Nelle numerose volte che l’ho visitato, ho constatato che è una persona molto affettuosa, tutto un leader; Gerardo è un leader. I cubani ed il mondo dovrebbero essere orgogliosi di lui.

Accettai la responsabilità di averlo come fratello spirituale, perché ho imparato molto da lui e perché è una delle persone più grandiose che ho conosciuto nella mia vita.

-Lei si è vincolato più a Gerardo che al resto dei suoi fratelli. Perché?

È per la vicinanza, mi risulta più facile andare a Victorville; ma troverò l’opportunità per visitare anche ad alcuni dei miei altri fratelli. La mia relazione con Gerardo ha continuato a crescere e mi ha dato le forze per fare tutto quello che è alla mia portata per ottenere che i tutti i miei fratelli, che questi cinque uomini ritornino alle loro case, nel loro amato paese.

-L’amore tra Gerardo ed Adriana è sopravvissuto a 14 anni di reclusione. Che cosa c’è di speciale anche in Adriana, che lei conobbe un certo giorno a Parigi?

Si dice che i grandi uomini hanno grandi persone al loro fianco, ed i grandi uomini hanno, molte volte, grandi mogli. Adriana è realmente straordinaria. Il vincolo esistente tra loro, il suo amore tanto profondo e trasparente, è un amore incondizionato; io solo vorrei che potessero donarselo sempre. Hanno perso molto, troppo delle loro vite…, ma spero che col nostro lavoro e tutto quello che si sta facendo nel mondo, loro due possano stare di nuovo insieme.

-Fino a che punto la sua difesa dei Cinque le ha portato complicazioni? Non l’hanno accusata di pro-cubano, di comunista?

Non sono mai stato accusato di tutto ciò; realmente queste sono parole molto utilizzate. Ho appoggiato virtualmente la Rivoluzione cubana durante tutta la mia vita, e non sto essendo apologetico su questo sostegno. Credo e sento che il mio appoggio alla Rivoluzione cubana significa un maggiore sostegno alla vera aspirazione del popolo cubano. Pertanto, non so quali saranno il risultato o le conseguenze.

Non sono ingenuo e capisco che ci sono delle conseguenze; ma mi sento orgoglioso di stare ed essere stato dalla parte di ciò in cui credo e considero una causa giusta. Mi sento orgoglioso di essermi associato a persone di tutto il mondo che appoggiano il diritto dei popoli all’autodeterminazione, il loro diritto alla sovranità, ed alla capacità per determinare la rotta dei loro paesi, della loro storia, senza l’interferenza di quelli che si credono in diritto ad interferire nella storia e nelle vite degli altri.

Io ho pensato lo stesso, quando ho manifestato il mio appoggio al diritto dei venezuelani, degli ecuadoriani, dei boliviani, dei brasiliani, degli egiziani, ed anche al diritto dei cubani, e di tutti quelli che, in qualunque parte del mondo, si trovino in una situazione simile.

-Come leader della Campagna di Attori ed Artisti degli Stati Uniti per la libertà dei Cinque, qualche collega, amico, le ha detto che sta lottando contro l’impossibile, che lei sta perdendo il tempo, che è un pazzo?

Quando lotti per una causa, quando credi in lei, non perdi mai il tempo; in questo processo di cercare la verità e di farla conoscere, non si perde mai il tempo, come neanche si perde quando si fa ciò che è giusto. In realtà, nella lotta, e mentre ottieni quello che cerchi, cresci come persona.

Se non cerchiamo costantemente la verità e fino a dove possiamo arrivare, come esseri umani, allora, per quale motivo stiamo qui?, Per quale motivo esistere?, Per quale motivo fare quello che facciamo? Per ciò, in questa ricerca non si spreca mai il nostro tempo.

Sono stato molto fortunato nella mia vita: sono stato testimone di un’epoca nella quale uomini e donne realizzano sacrifici straordinari a nome della giustizia, della verità, e non si sono mai ritirati, perfino quando poteva significare un pericolo per le loro vite. Pertanto, non si lotta mai in vano, ed abbiamo bisogno di questo spirito più che di qualunque altra cosa nel mondo. Per questo motivo, non si perde mai il tempo appoggiando la causa dei Cinque, la giustizia e tutto quello che è corretto nel mondo.

-In che progetto o idea è immerso ora Danny Glover a beneficio dei Cinque?

So che abbiamo un’informazione nuova e che i documenti sono già stati presentati da parte del nuovo avvocato di Gerardo; ci sentiamo entusiasmati in questo senso. Bisogna cercare delle maniere creative, immaginative con le quali possiamo presentare il caso ai nordamericani ed al mondo intero, in modo che possano appoggiare i Cinque. È questo quello che sto facendo, non posso dirti specificamente niente; ma sì posso dirti qualcosa: sono desideroso di vedere nuovamente Gerardo.

-Dopo averlo visitato, quando lei lascia dietro sé il carcere di Victorville, situato nel mezzo del Deserto di Mojave, in che cosa pensa, in un primo momento?

È un luogo tanto orribile, tanto spiacevole e tanto sprovvisto di umanità che l’umanità solo si può apprezzare negli uomini di lì e nelle loro famiglie, che regalano a questo spazio tanto monotono, un po’ di luce.

Nel tempo che sono stato lì con Gerardo, in visite politiche e con Saul Landau, mi sono reso conto che il tempo che passiamo conversando mi fa sentire più forte. È curioso, sai?, non so come è possibile; ma esci più determinato, più deciso e fortificato; questo, certamente, è quello che mi porto dentro dalla mia visita.

Una volta che lascio dietro di me quell’ambiente tanto freddo, il grigiore, i colori ombrosi e le condizioni inumane che ci sono, perfino, per le persone che custodiscono la prigione, questo è quello che mi porto via…. le mie convinzioni più forti.

-Se ipoteticamente Cuba e la sua Rivoluzione sparissero dalla carta geografica che direbbe Danny Glover al mondo?

Se ciò succedesse, sarebbe un momento molto triste. La Rivoluzione cubana vive negli uomini e nelle donne che lottano in altri luoghi del mondo. Questa Rivoluzione si è impregnata profondamente nella trasformazione e nell’integrazione che si sono svolte in America Latina, e come i cittadini assumono i cambiamenti e le possibilità che sono offerti loro. Ci sono sempre delle sfide, e questa influenza si vede nella forza che queste persone esercitano su coloro che cercano di schiacciarle, minimizzarle, diminuirle. Quello che considero un aspetto importante della Rivoluzione cubana e dei risultati di questa Rivoluzione, è quello che ha fatto nonostante gli ostacoli, difficoltà che la perseguono come il bloqueo illegale, e tutta l’ostilità che questo genera attorno a lei. Nonostante tutto ciò, esiste la volontà straordinaria di insegnare come deve essere il nuovo essere umano, il nuovo uomo, la nuova donna. Io credo in questo. Quello che importa non è la strada che si scelga, bensì come si fa il tragitto; i cubani hanno fatto grandi sacrifici.

Lo spirito della Rivoluzione cubana vive nella sua stessa forma, nel contesto di questo momento storico, e si trasformerà in qualcosa di molto importante quando cominceremo a vedere l’erosione dei sistemi che ci governano, che governano la vita economica e finanziaria, che governano la vita dello stesso pianeta, la preziosa vita della Madre Terra. E credo che la gente si ribellerà, per esigere.

-Continua a credere che “spesso è possibile che la gente possa ascoltare col cuore”, ancora di più, in una causa come questa, che reclama tanta solidarietà mondiale?

Quando apri il tuo cuore, apri la tua mente, e quanto molte persone aprono i loro cuori, credo che ci sarà più gente che aprirà la sua mente.

-Perché i grandi mezzi di comunicazione continuano ad essere terreno vietato per il caso dei Cinque cubani?

Quando parliamo di grandi mass media, parliamo di mezzi dominati da grandi compagnie che controllano il nostro pensiero, la nostra immaginazione, e che, senza dubbio, sono disperati per creare bugie e disinformare; loro funzionano principalmente in questo modo, questa è la forma con cui giocano. Il loro compito consiste nel mentire e disinformare per evitare che le persone si preoccupino o guadagnino in coscienza su quello che in realtà succede. Vogliono meno democrazia, niente di più. In realtà, si riferiscono al fatto che le persone hanno avuto troppa democrazia in epoche passate della storia, pertanto, i grandi mezzi non saranno mai quelli che ci diranno la verità.

-Come definirebbe i seguenti termini?

Carcere di Victorville: l’antitesi dell’amore e della vita.

La storia di Gerardo ed il suo uccellino Cardinale: La libertà e la vita; penso anche a quello che rappresenta la Rivoluzione cubana: lo spirito della libertà e della vita. È una metafora per tutto ciò; una metafora per l’essenza migliore di quello che siamo, come esseri umani.

Terrorismo contro Cuba: E’ incominciato a partire dal momento in cui il popolo cubano ha disobbedito ai supposti padroni del Nord; da allora, per più di 50 anni, si è tentato di minare, sovvertire e distruggere il popolo cubano.

Madri dei Cinque: Sono speciali. I loro cuori sono i più forti di tutti; mentre i loro figli sono in prigione, in una situazione molto difficile, loro ci danno vita.

Giudice Joan Lennard che ha diretto la causa dei Cinque: È incredibile e sorprendente quello che ha potuto fare.

Solidarietà: È la parola più importante nel nostro vocabolario, nel vocabolario umano.

-Quale dei personaggi interpretati da lei nel cinema si avvicina più ai Cinque?

Oh, Dio! Non credo che sia stato capace di creare un personaggio tanto straordinario come i Cinque. È questa una strada da costruire; è qualcosa che spero di potere fare. Non ho un personaggio che potrebbe, in nessun modo, essere considerato simile ai Cinque.

Nota: per la realizzazione di questa intervista, Escambray ringrazia, per la collaborazione offerta, la direzione di Radio Sancti Spiritus ed Alicia Jrapko, coordinatrice negli Stati Uniti del Comitato Internazionale per la Liberazione dei Cinque.

scritto da Enrique Ojito

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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