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Si diffonde come polvere da sparo l’ondata di proteste negli USA per l’assassinio di Trayvon Martin

Trayvon Martin

Trayvon Martin

Un’ondata di proteste percorre oggi gli Stati Uniti a causa dell’assassinio del giovane negro Trayvon Martin, che è stato ucciso il 26 febbraio dalle armi da fuoco di un vigilante volontario bianco George Zimmerman in Florida.

Il presidente Barack Obama, aspiranti repubblicani ad ottenere la nomina per le elezioni di novembre, gruppi dei diritti civili, migliaia di studenti ed ampi settori della società statunitense manifestarono critiche per quanto accaduto, un fatto qualificato dallo stesso mandatario come una tragedia.

Migliaia di persone hanno esatto giustizia nella località di Sanford, nella periferia di Orlando, dove è accaduto l’incidente, considerato da molti un caso di discriminazione razziale ed un trattamento ingiusto della popolazione negra nel sistema di giustizia criminale del paese.

Il rifiuto si estende oggi per vari stati e città comprese New York e Filadelfia, dove cresce il rifiuto e le domande di giustizia davanti all’evidente impunità di Zimmerman, che non è stato arrestato fino a venerdì.

Al rispetto, Artur Davis, membro della Scuola degli Studi Politici dell’Istituto Harvard indicò che la vittima di 17 anni d’età non aveva antecedenti di violenza, e nulla nel suo passato per suggerire che avrebbe potuto ricorrere alla violenza, ma fu assassinato a colpi di pistola.

All’omicida, inoltre, gli è stato permesso uscire senza essere fermato e senza neanche essere sottomesso ad una prova d’alcool o droga, fatto che conferma l’impunità permessa dalle autorità.

Il tema motivò reazioni dei candidati repubblicani alla presidenza che hanno condannato i fatti questo venerdì, qualificandoli come una tragedia ed esigerono una maggiore investigazione.

Il caso potrebbe mettere i candidati in una situazione delicata con alcuni elementi della base repubblicana, perché alcune normative d’autodifesa come quella della Florida sono fortemente appoggiate dall’Associazione Nazionale della Carabina, un gruppo conservatore che favorisce l’uso delle armi.

Ieri, studenti di 31 scuole di Miami-Dade hanno marinato le classi in una protesta di massa per la morte di Martin, in quello che il sovrintendente scolare considerò un atto senza precedenti organizzato attraverso mezzi di comunicazione sociali e messaggi di testo.

Le proteste occuparono ampi spazi nei mezzi di stampa scritta e televisiva statunitense che perfino mostrò immagini della squadra di pallacanestro Miami Heat vestendo maglioni con cappucci come quello usato da Martin quando fu assassinato.

Nel frattempo, proteste furono programmate in città come Baltimora, Atlanta, Chicago e perfino Seattle nei prossimi giorni, man mano che cresce la campagna nazionale chiedendo la detenzione dell’assassino e che si presentino le accuse.

Questo giovedì, partecipando ad una manifestazione in Florida, il reverendo Al Sharpton dichiarò che “non venimmo qui per una festa”. “Siamo qui per ottenere giustizia permanente. Arrestino già Zimmerman”, che il fulcro del messaggio di molte delle dimostrazioni nel paese.

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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