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I “diritti umani” nella nuova Libia: assassinano presentatrice di televisione a favore di Gheddafi

Hala Misrati, la presentatrice della televisione libica che saltò alla fama per la sua entusiasta propaganda a beneficio di Muamar El Gheddafi e per la sua difesa radicale del suo regime davanti alle telecamere, è stata assassinata in un carcere della Libia. Il suo nome si unisce a quello di molte altre vittime della violenza commessa dalle milizie che, dopo la caduta e morte di Gheddafi, dominano il paese davanti all’impotenza del governo.

Come informano mezzi locali, l’assassinio di Misrati, di 31 anni, ha avuto luogo il 17 febbraio, giorno del primo anniversario del sollevamento contro Gheddafi. Nonostante, le autorità non hanno commentato niente al riguardo.

Hala Misrati apparve per l’ultima volta davanti alle camere il 30 dicembre dell’anno scorso. Nella sequenza la si vedeva in silenzio, tenendo in mano un foglio con la data indicata, e col viso pieno di lividi. Gli spettatori hanno supposto che le avevano tagliato la lingua. Dopo questo fatto nessuno seppe più niente di lei fino a che informarono sul suo assassinio.

Il passato mese di agosto, quando i ribelli combattevano a Tripoli, Misrati diede il “do di petto” nel suo programma quando, brandendo una pistola e con lo sguardo provocatorio inchiodato nella telecamera ha affermato: “con questa arma oggi morrò o ammazzerò… non vi impadronirete del controllo del canale, né quello di Tripoli, né con quello della Libia. Proteggerò i miei compagni e ci trasformeremo in martiri.”

Quando i ribelli fermarono la giornalista, la sua cattura è stata celebrata dalla popolazione come se si trattasse di un parente del dittatore. Relazioni non confermate diffuse dai sostenitori di Gheddafi assicurano che la giornalista è stata violentata ripetutamente in prigione dai soldati ribelli.

Il Consiglio Nazionale Transitorio (CNT) non annunciò mai ufficialmente quali erano le accuse contro lei né incominciò un processo giudiziario. L’organizzazione pro-diritti umani Amnesty International sottolinea che il nuovo governo è incapace di promuovere la democrazia e controllare le milizie che mantengono a oltre 8000 persone in centri di detenzione dove sono sottomessi a torture.

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

1 Commento

Commento all'articolo
  1. mario

    Amici……. aggiornatevi. Questa grande donna é libera dall’ giorno 8 marzo.
    Ora anche voi potete dire (come dico spesso io) BENTORNATA LEONESSA VERDE!!!!!!!!!!!!!

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