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Cosa c’è dietro le marche famose

Decine di minorenni sono stati trovati dalla BBC in fabbriche tessili ad Istanbul

Decine di minorenni sono stati trovati dalla BBC in fabbriche tessili ad Istanbul

Lavorano più di dodici ore e guadagnano molto meno degli altri. Sono sfruttati in fabbriche che producono vestiti per marche famose come Mango, Zara, Marks and Spencer e Asos. È la dura realtà di decine di siriani che hanno abbandonato il loro paese per fuggire dalla guerra e risiedono in Turchia in condizioni precarie. (Fonte: Panorama. BBC) 

 

In modo che se un giorno lei si sente bene portando un capo tessile con una di queste etichette, pensi solo per un momento che plusvalore smisurato ha questo articolo sul mercato. Ovviamente, tutte le marche accusate negarono la responsabilità e segnalarono che avrebbero monitorato accuratamente le loro catene di produzione ed i loro fornitori.  

Invece la fonte giornalistica investigatrice citata, che ricorse perfino a telecamere nascoste, conversò con decine di lavoratori siriani che sono usati illegalmente in fabbriche tessili, compresi minorenni, che vengono pagati un dollaro ogni ora attraverso un intermediario per strada, clandestinamente. Uno di loro, raccontando i maltrattamenti, espresse che “se qualcosa succede ad un siriano, lo buttano via, come un pezzo di tessuto.”

Organizzazioni che si accreditano come patrocinatrici dei diritti umani affermano che uno sfruttamento lavorativo simile è in aumento dopo l’arrivo di quasi tre milioni di rifugiati siriani, in una sorte di atroce plusvalore opportunista, dietro le marche famose.

Oltretutto, nascondono l’origine di questa tragedia. Vale a dire, la guerra incoraggiata dalle potenze occidentali di gruppi estremisti che vogliono abbattere il legittimo governo della Siria, distruggendo il paese, pur di cambiare la correlazione di forze nella regione a favore di interessi illegittimi. A prima vista, si tratta di un racconto incompleto.

di Hugo Rius

traduzione di Ida Garberi

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