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Salvador Allende, sempre nella memoria del Cile

Un anno fa era solo un libro, ora è un documentario affinché prevalga il ricordo e le memorie su Salvador Allende, l’uomo che “ha lasciato palpitando un polso storico”.

Con questa frase la rivista Punto Finale riassumeva parte delle sue riflessioni sul presidente dell’Unità Popolare, deposto da un atroce golpe di stato l’11 settembre 1973 diretto da Augusto Pinochet.

In mezzo ad un panorama nel quale diventa evidente il desiderio della destra di minare un’altra mandataria di profilo socialista, in questo caso Michelle Bachelet, la maggioranza dei cileni appoggia la figura di Allende.

Benché possa sembrare incredibile, un deputato dell’Unione Democratica Indipendente (UDI) dichiarò ieri che i veri eroi del Cile stavano in Punta Pueco, riferendosi alla prigione dove rimangono i criminali della dittatura.

La prigione di Punta Pueco possiede condizioni speciali di rifugio, sotto la giustificazione che si trattavano di imputati ex militari. Esiste molta pressione affinché il Governo dichiari la chiusura di questo carcere.

Nel 2014, il dottore Oscar Soto Guzman (Cacho), medico personale di Salvador Allende, presentò un libro in questa capitale, con evocazioni al senso umanista e le sue relazioni speciali con collaboratori vicini e politici stranieri.

Ci sono tre ricordi che sono incancellabili per me, il suo applaudito discorso nelle Nazioni Unite; un altro anche molto applaudito nell’Università di Guadalajara, in Messico; e la sua visita a Cuba e l’amicizia con Fidel Castro, ha detto sua figlia Isabel Allende Bussi.

Appena alcuni giorni fa, Marcia Tambutti, nipote dell’estinto statista e figlia della senatrice e leader socialista Isabel Allende, offrì un altro sguardo intimo, sensibile e commovente di suo nonno.

Il documentario premiato a Cannes questo anno, “Allende, mio nonno Allende”, è un vero regalo che già il Cile apprezza in numerose sale del paese ed arriva come un anello al dito a proposito dell’11 settembre.

Oggi ritornerà all’interno del Palazzo de La Moneda una cerimonia solenne che porterà di ritorno, senza dubbio, numerosi ricordi tristi di quanto è successo nell’installazione del Governo 42 anni fa.

Si ripeterà l’incontro inevitabile tra Michelle Bachelet ed Isabel Allende, due donne che persero i loro genitori a causa della dittatura e che dovettero andare in esilio, obbligate dalle circostanze.

Inoltre, la mattina aprirà col corteo di gruppi di parenti di detenuti scomparsi, di vittime della giunta militare di Pinochet e patrocinatrici dei diritti umani che percorrerà la centrica Alameda Bernardo O’Higgins.

Alla chiusura del percorso passeranno davanti alla statua di Allende ad un lato del Palazzo de La Moneda ed anche nelle vicinanze dell’installazione presidenziale.

Inoltre, la Federazione di Studenti del Cile che dirige Valentina Saavedra, insieme ad ex presidenti e dirigenti dell’organizzazione, renderanno omaggio a studenti, accademici e funzionari dell’Università del Cile, caduti durante la dittatura.

A La Moneda, inoltre, il ministro di Governo e portavoce, Marcelo Diaz, presiederà il tributo all’avvocato Arsenio Poupin, detenuto scomparso e sottosegretario Generale di Governo di Allende.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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