Il Dottore Raul Garces Corra, decano della Facoltà di Comunicazione dell’Università de L’Avana, ha assicurato che “la campagna delle #cintasamarillas sta insegnandoci a fare comunicazione politica.”
Garces è intervenuto nell’Incontro Internazionale per la Libertà dei Cinque 15 anni, Basta!, ed ha sottolineato alcuni degli elementi di questa campagna convocata da Renè Gonzalez, uno dei Cinque che recentemente è ritornato a Cuba dopo avere compiuto totalmente la sua sentenza. Come i suoi compagni, è stato giudicato a Miami in un processo marcato dalle irregolarità.
“Il giorno di oggi è un punto di partenza: non di arrivo”, ha assicurato il decano, che ha riconosciuto che questa mobilitazione si è caratterizzata per l’economia delle risorse, l’emozione di giovani ed adulti commossi allo stesso modo e per la sensazione che è possibile, quando si tocca il cuore delle persone, affrontare l’ingiustizia.
“I nastri gialli l’hanno cambiato tutto – diceva ieri un blogger cubano in un articolo. Qualunque tentazione verso la routine della campagna dei Cinque si è schiantata contro la spontaneità di questi giorni, l’emozione di massa condivisa, il coinvolgimento dei più numerosi e diversi settori sociali. Tutto il mondo parla dei nastri, e li porta addosso con orgoglio”, ha aggiunto.
Ha ammesso che i parabrezza delle auto sono fioriti con i nastri, gli alberi nei viali, i ristoranti statali ed anche le paladar, la scalinata dell’Università de L’Avana, i monumenti, i capelli delle ragazze, le mani dei giovani.
“Renè Gonzalez è venuto a dimostrarci con la sua semplicità e con la sua grandezza morale quello che intuivamo già: nel caso dei Cinque, dobbiamo scommettere con maggiore frequenza su una comunicazione reticolare che combatta da tutti i fianchi e da tutte le direzioni contemporaneamente”, ha concluso il decano.
da Cubadebate
traduzione di Ida Garberi