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Indigeni brasiliani chiedono alla presidentessa Rousseff di evitare l’evacuazione

Indigeni della comunità guaranì-kaiowà hanno inviato oggi una lettera alla presidentessa brasiliana, Dilma Rousseff, nella quale sollecitano l’intervento del governo per evitare lo sgombro delle loro terre.

“Per più di 500 anni abbiamo sofferto la colonizzazione ed espulsione dai nostri territori ed abbiamo lottato per i nostri diritti, ma vogliamo il suo appoggio per ostacolare una nuova tragedia; l’espulsione di 500 guaranì-kaiowà dalle zone di Passo Piraju e Pyelito Kue, nel meridionale stato del Mato Grosso del Sud”, riflette la nota.

Eliseu Lopes, rappresentante di questa etnia, ha affermato in una conferenza stampa, la necessità che la capo di Stato intervenga ed ostacoli che coloni e latifondisti continuino coi massacri e con atti violenti contro il suo popolo.

“In molte occasioni i tribunali appoggiano i padroni di terre, vendute senza il consenso degli indigeni, e questo -in una forma od in un’altra – facilita che si commettano crimini contro i guaranì-kaiowà, e che veniamo cacciati dalle nostre terre ancestrali”.

Con l’appoggio di vari deputati, membri della Commissione dei diritti umani (CDH) della Camera bassa, Lopes si è pronunciato a beneficio della creazione di un fondo di indennità per i latifondisti, con lo scopo di ottenere che questi abbandonino i loro territori.
Gli indigeni non sono contro lo sviluppo, né contro le piantagioni di soia e canna da zucchero, ma desiderano le loro proprietà, ereditate da secoli.

La legislatrice Erika Kokay, presidentessa in esercizio della CDH della Camera bassa, ha messo in allerta sulla necessità di cercare una soluzione definitiva a questo conflitto per garantire il benessere dei guaranì-kaiowa, massacrati e spogliati dei loro beni.

“Stiamo assistendo ad un autentico genocidio ed il governo federale deve agire per mettere fine a questo problema che significherebbe la sparizione degli indigeni che sono anche loro brasiliani”, ha enfatizzato.

Il conflitto tra gli indigeni guaranì-kaiowà ed i latifondisti ha lasciato vari morti e scomparsi. Dal 2003 fino ad oggi, sono stati uccisi 279 guaranì, secondo il Consiglio Indigeno Missionario.

L’intervento, ieri sera, del governo federale ha reso possibile la sospensione di un ordine giudiziale che stabiliva l’evacuazione di una comunità guaranì-kaiowà nel meridionale stato del Mato Grosso del Sud.

D’accordo con la decisione della Giustizia, circa 170 indigeni dovranno rimanere in questi territori fino a che si esegua la demarcazione delle loro terre.

Il ministro di Giustizia, Josè Eduardo Cardozo, ha annunciato ieri sera questa decisione dopo un incontro con i leader indigeni nella Segreteria dei diritti umani della Presidenza.

Un giudice federale ha anche revocato la multa giornaliera di 500 reales (circa 250 dollari) contro la Fondazione Nazionale dell’Indio (Funai) per non eseguire il giudizio legale di espellere la comunità guaranì-kaiowà dal suo territorio.

La segretaria dei diritti umani della Presidenza, Maria del Rosario, ha risaltato che il prossimo passo sarà semplificare il processo di studio per la demarcazione delle terre indigene.

Il titolare di Giustizia ha inoltre comunicato che si adotteranno misure per garantire migliori condizioni per gli indigeni ed ha affermato che un contingente della Forza Nazionale e la Polizia Federale saranno inviati nella zona per garantire la sicurezza agli indigeni.

con informazioni di Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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