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I nuovi crociati della menzogna

«Non da oggi la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica. Mai, però, come oggi, il malcostume della stampa capitalista si è manifestato in forme così volgari e abiette. Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita».

Con queste parole forti, nette, inconfutabili, nel settembre del 1950 Pietro Secchia, il dirigente più importante del Partito Comunista Italiano dopo il segretario Palmiro Togliatti, dalle colonne del settimanale  “Rinascita” accusava il complesso dei principali media del tempo – oggi definiti comunemente mainstream – di diffondere notizie volte esclusivamente all’interesse dei grandi gruppi finanziari, di quelle forze reazionarie portatrici di una specifica visione del mondo, con ben determinati interessi di classe. Passati ben sessantadue anni, se il dirigente comunista si trovasse a vivere ed operare nell’attuale società italiana potrebbe tranquillamente riscrivere lo stesso articolo, cambiando pochi dettagli. Uno scenario inquietante se andiamo ad attualizzarlo.

I nuovi crociati della menzogna nel 2012 sono più attivi che mai. Operano a pieno ritmo, senza il minimo contrasto a livello ideologico da parte di una certa sinistra ormai in completo disarmo, passata armi e bagagli nel campo del nemico di classe, sposandone posizioni e concezione del mondo. I temi da trattare sono sempre i medesimi, quelli graditi al padrone a stelle e strisce.
Una rappresentazione plastica del modus operandi dei nuovi crociati della menzogna l’abbiamo avuta nei giorni scorsi, quando a dei giornalisti italiani a Cuba sono state contestate delle evidenti irregolarità: sbarcati sull’isola caraibica con un normale visto turistico, essi in realtà dovevano svolgere attività giornalistica, dunque le autorità cubane hanno provveduto in base alle leggi vigenti a fermarli al fine di chiarire e regolarizzare la loro posizione. In Italia si è immediatamente gridato allo scandalo, scritto di arresti mai avvenuti, inveito contro l’arbitrarietà del tirannico regime comunista.  Al contempo però gli stessi si sono ben guardati dal gridare allo scandalo per gli oltre 25 giornalisti arrestati e sottoposti a «brutalità» in soli due mesi negli Stati Uniti d’America, incolpati di «comportamento inadeguato», «disturbo della quiete pubblica» e addirittura «difetto di accreditamento», secondo quanto denunciato da Reporter Senza Frontiere.

La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita come affermava Pietro Secchia. Lo si può facilmente constatare in tutti i campi: dalla cultura all’economia. Tornando sempre a Cuba, può essere utile ricordare come i media si siano affannati nel far credere che l’incidente occorso al dissidente Payà fosse in realtà stato ordito dal governo, la cui ricostruzione meticolosa dell’accaduto ha in maniera impietosa smentito. La fabbrica della menzogna, citando i tanti problemi che affronta eroicamente l’Isla omette però di ricordare un particolare importante: il criminale blocco economico imposto dagli Stati Uniti, che ormai da mezzo secolo soffoca l’economia cubana, con gravissimi disagi per la popolazione. Ma per i crociati della menzogna, Cuba, userebbe il bloqueo criminale e condannato dalle Nazioni Unite, a suo vantaggio. Siamo al puro sovvertimento della realtà.

Lo stesso sovvertimento della realtà che nel cuore della vecchia Europa vuole far passare le rigide e classiste misure di austerity come necessarie e propedeutiche ad un ritorno alla crescita per un capitalismo selvaggio ormai in fase di putrefazione tanto spietato con i proletari, quanto docile e mansueto con i potenti.

Una realtà che viene capovolta in ogni angolo del globo, che vede la nazione più aggressiva e armata dell’intero Medio Oriente – Israele – opprimere e calpestare il popolo palestinese e al contempo tuonare contro l’Iran che cerca di sviluppare tra ritardi e boicottaggi il nucleare a scopo civile. Ovviamente il mainstream unito narra la storiella dello stato islamico «canaglia» pronto non appena ottenuta la bomba atomica a radere al suolo la democrazia israeliana. Che intanto, sempre democraticamente, provvede a cancellare dalla faccia della terra il popolo palestinese.

In questo articolo vengono citati sono solo pochi esempi – ma la storia è molto più lunga – volti a mostrare come le bocche di fuoco della disinformazione siano assai potenti e capaci di sparare senza soluzione di continuità, sovvertendo di continuo la realtà in difesa del grande capitale, di quel potere finanziario che vorrebbe mettere sotto il suo tallone di ferro il globo intero.

di Fabrizio Verde, speciale per Cubadebate

2 Commenti

Commento all'articolo
  1. giuseppe / grande

    GGrande e bello l’articolo,ma la battaglia da portare avanti è molto dura ma non bisogna scoraggiarsi perchè alla fine la verità viene sempre a galla

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