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Raul: avere resistito 50 anni all’impero è la gran prodezza del popolo cubano

Il Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, Generale dell’Esercito Raul Castro si congratulò con i guantanameri per il loro sforzo e la lucidità dell’atto per il 26 Luglio, e trasmise loro un abbraccio di Fidel.

Finendo la commemorazione del 59°anniversario dell’Assalto alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Cespedes, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba ha detto che mantenere questa Rivoluzione ed avere resistito all’impero per più di mezzo secolo è la grande prodezza del popolo cubano.

Raul ha confermato che bisogna proseguire nell’aggiornamento del modello economico e sociale del paese al ritmo che decidono i cubani; senza fretta, ma senza pausa. Al rispetto, commentò le intense giornate di lavoro vissute durante la settimana scorsa, che compresero discorsi e dibattiti, in alcuni casi senza peli sulla lingua.

Ha detto che nelle riunioni del consiglio dei Ministri ed il plenum del Comitato Centrale si analizzarono ed approfondirono vari temi di interesse nazionale, in seguiti dibattuti nelle sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare.

Riaffermò anche che Cuba non ha paura di discutere con gli USA di qualunque tema, ma in uguaglianza di condizioni. “Il giorno che (negli Stati Uniti) vogliano, la mensa è servita (…) Se vogliono discutere, discuteremo. Se vogliono discutere i problemi di democrazia, come loro dicono, la libertà di stampa, di diritti umani, tutti questi racconti che hanno inventato negli ultimi anni”.

“(… )Intanto stiamo qui, sempre con la cavalleria pronta, caso mai, ma un’altra volta proclamo qui la nostra vocazione pacifica, non abbiamo nessun interesse nel fare male a nessuno, ma difendiamo il nostro popolo”

Sentiamo un onore profondo, espresse, per tutto il nostro popolo e per l’America Latina ed i Caraibi, e naturalmente per quei luoghi in cui vedemmo combattere direttamente il popolo e dove vedemmo cadere decine di compagni.

“Come dicono i guantanameri, ed i santiagueri, con orgoglio, qui non trema la terra perché gli uomini non tremano, e non tremano né qui né in tutta Cuba e l’abbiamo dimostrato in più di mezzo secolo che abbiamo affrontato in questa tappa di lotta”, affermò Raul.

Ricordò i giorni di lunghe e dure camminate nella Sierra Maestra, e le centinaia di chilometri percorsi da Fidel dallo sbarco del Granma fino alla Battaglia de Guisa e l’entrata trionfante a Santiago di Cuba.

Si riferì anche agli ingenti sforzi che culminarono nella costituzione del Secondo Fronte, e risaltò il decisivo apporto del popolo guantanamero, fatto che permise loro di estendersi per quell’area e costruire un solido Fronte che arrivò a raggiungere, alla fine della guerra, 12 mila chilometri quadrati.

Ricordò che nel 2013 si realizzerà il 60°anniversario della storica data del 26 Luglio ed anticipò che assisterà anche alla Marcia delle Torce con gli eroici studenti universitari dalla storica scalinata dell’Università de L’Avana fino alla Fragua Martiana, “come abbiamo fatto 60 anni fa.”

Nel popoloso atto svoltosi a Guantanamo dalle 7:00 am intervennero inoltre una pioniere guantanamera, il Segretario del Partito in questo territorio, Luis Torres Iribar, ed il Primo Vicepresidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri, Josè Ramon Machado Ventura.

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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