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Completano le FARC liberazione del giornalista francese Romeo Langlois

Romeo Langlois mentre viene liberato- Foto AFP

Romeo Langlois mentre viene liberato- Foto AFP

Alla 1.35 del pomeriggio, ora locale, è stato liberato questo mercoledì Romeo Langlois, il giornalista francese sequestrato dalle FARC un mese fa nel sud della Colombia. Langlois si diresse al palco installato nel remoto villaggio di San Isidro, dove l’aspettava la missione, formata dall’emissario del Governo francese, Jean-Baptiste Chauvin; l’ex senatrice colombiana Piedad Cordoba; ed il delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), Jordi Raich.

Nelle sue prime parole a TeleSur, il reporter francese, che era stato fatto prigioniero il passato 28 aprile, ha detto che era stato trattato bene dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).

“Non mi hanno mai legato, mi hanno trattato come un invitato, mi hanno dato cibo ottimo, in base a quello che avevano, sono stati molto rispettosi”, affermò il corrispondente di France 24 e Le Figaro e che ha lavorato come giornalista dodici anni in Colombia.

Langlois giustificò la sua presenza con l’Esercito nel momento del suo sequestro perché “il lavoro di un giornalista è coprire tutte le parti del conflitto.”

E sgombrò i dubbi sull’operativo poliziesco e militare nel quale si vide incluso, dettagliando che il laboratorio di droga distrutto in quell’azione era “piccolo e modesto”, frase che ha contraddetto la versione dell’Esercito che assicurava che si trattava di un’operazione antidroga importante. ”Era un piccolo laboratorio che la gente utilizza qua per sopravvivere”, dettagliò.

Inoltre, Langlois affermò che “non aveva bisogno di questa esperienza per conoscere bene il conflitto né la guerriglia”, ed aggregò: “quello che so è che bisogna continuare a coprire il conflitto.”

Ugualmente, censurò che “si sia fatta molta politica” col suo caso ed espresse il desiderio che sia l’Esercito che le FARC continuino a portare giornalisti nelle zone di conflitto, poiché è l’unica forma per conoscere la realtà che vive la Colombia.

Il reporter apparve sorridente, apparentemente in buono stato di salute e senza pensarlo due volte parlò prima con TeleSur che con la missione umanitaria che l’aspettava nel palco.

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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