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Le contraddizioni nella politica estera degli Stati Uniti
Sebbene sia portatore delle contraddizioni indicate, con una salute a tutta prova, come una macchina da lavoro e con una mente sveglia, il Presidente nero ha ottenuto nella sua prima visita all’estero degli indiscutibili risultati politici.
Certamente non assomiglia assolutamente al suo predecessore.
INCONTRO CON BARBARA LEE E ALTRI MEMBRI DEL CAUCUS NEGRO
La lunga lotta per l’uguaglianza e la giustizia sociale si sono illuminate con la vita e l’esempio di Martin Luther King, il cui pensiero e opera imprigiona oggi a milioni di persone nel mondo, ed è stato quello che a mio giudizio, spiega che un cittadino nero, in un momento de profonda crisi, raggiungesse la presidenza degli Stati Uniti.
Perciò che un nuovo incontro con il Caucus Negro avessi per me, speciale importanza nel piano personale. Conoscevo i dettagli del suo soggiorno a Cuba tramite i compagni che gli accompagnarono nella visita, le idee basiche dell’organizzazione congressional e le opinioni dei suoi membri.
I SETTE CONGRESSISTI CHE CI VISITANO
Quando aumentarono le pressioni e le azioni anticubani dall’amministrazione Bush contro i viaggi e la presenza a Cuba di persone sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, legislatori del Caucus Nero si diressero al Segretario di Stato, Colin Powell, e riuscirono ad assicurare la licenza che permettesse legalmente ai giovani nordamericani di continuare i loro studi di Medicina a Cuba che avevano già iniziato.
Forse Powell, capo militare di gran autorità e prestigio, sarebbe stato il primo Presidente nero degli Stati Uniti, ma rinunciò ad essere candidato per rispetto alla sua famiglia che, dovuto all’assassinio di Martín Luther King, si opponeva tenacemente a quella candidatura.
Con i piedi sulla terra
Non è necessario enfatizzare quello che Cuba ha sempre detto: non temiamo il dialogo con gli Stati Uniti. Non abbiamo bisogno nemmeno del confronto per esistere, come pensano alcuni stupidi; esistiamo proprio perché crediamo nelle nostre idee e non abbiamo mai temuto di dialogare con l’avversario. È l’unica forma di cercare l’amicizia e la pace tra i popoli.
PERCHÉ SI ESCLUDE CUBA?
Chi si prenderà le responsabilità? Chi esige adesso la nostra esclusione? Non si capisce per caso che i tempi degli accordi esclusori contro il nostro paese sono rimasti molto in dietro? Ci saranno importanti riserve in quella dichiarazione sottoscritta dai capi di Stato affinché si capisca che nonostante le modifiche raggiunte in dure discussioni, esistono idee che sono inaccettabili per loro.
La canzone di Obama
La crisi è indissolubilmente legata al sistema di produzione e distribuzione capitalista. Il suo principale esponente, gli Stati Uniti, ha subito durante la sua storia due grande crisi che hanno colpito la sua economia per periodi durati oltre 20 anni. Questa è la terza e da essa guarirà molto lentamente. L’Europa lo sa per aver provato quest’amara esperienza.
L’INIZIO DEL VERTICE
Oggi è iniziato il Vertice del G-20. Gli esperti in questioni economiche hanno realizzato un enorme sforzo. Alcuni con esperienza in importanti incarichi internazionali; altri come ricercatori. Il tema è complesso, il linguaggio è nuovo ed esige familiarità con i termini, i dati economici, gli organismi internazionali ed i leader politici di più peso in ambito internazionale. Da ciò, la nostra ansia di semplificare e spiegare in modo intelligibile quanto succede a Londra, nel mondo in cui io lo vedo.
Quello che non ha detto Notimex
“Dal 2006, l’operazione Milagro ha restituito o migliorato la vista di 19 mila 496 peruviani, 16 mila 907 nel Centro Oftalmologico cubano in Bolivia e 2 mila 589 nel Centro Oftalmologico cubano di Cuzco, che ha iniziato la sua attività il 15 dicembre 2008.
Un altro grande problema del mondo attuale
La crisi finanziaria non è l’unico problema, ne esiste un altro peggiore perché non riguarda il modo di produzione e di distribuzione, bensì la stessa esistenza. Mi riferisco al cambiamento climatico. Entrambi sono presenti e saranno discussi simultaneamente.
Il preludio
Più di 180 paesi del mondo non saranno presenti alla riunione di Londra. Non invano si afferma che lì saranno soltanto i rappresentanti delle 20 maggiori economie del mondo. Tuttavia, ci sono profonde contraddizioni, sia all’interno dei paesi occidentali che tra essi ed i paesi emergenti che combattono la crisi finanziaria a favore del loro diritto allo sviluppo.