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Josè Mujica fa un appello nel Vertice delle Cooperative per combattere una battaglia culturale

mujica1L’ex presidente uruguaiano Josè Mujica ha fatto un appello oggi a Montevideo nella chiusura del IV Vertice delle Cooperative delle Americhe per combattere una battaglia culturale e per creare un mondo che si dedichi al bene dell’umanità.  

In un intervento, varie volte interrotto dagli applausi, l’attuale senatore del Fronte Ampio uruguaiano, segnalò che il mondo intero è malato non solo per la povertà, bensì per la disuguaglianza cronica  di carattere esplosivo, e non possiamo considerare il ruolo della Cultura “se la testa non cambia”.

“C’è una battaglia culturale da combattere perché la vita non è solo denaro, la vita è tempo per vivere”, sottolineò, ed affermò che i problemi del mondo attuale non sono solo di produzione e distribuzione, bensì di una costruzione culturale diversa.

Assicurò che questa è la più difficile di tutte le battaglie, perché siamo immersi in una società ed un sistema che tende a pensare a favore dello sviluppo, ma ha messo in allerta che “tendiamo a confondere crescita economica e lo sviluppo con la felicità”.

Considerò che l’economia solidale vuole questo sviluppo, perché quell’altra economia, il super consumismo, è funzionale solo all’accumulazione degli interessi multinazionali.

L’umanità, ha detto, ha oggi le risorse ma non ha una direzione politica, se avesse una direzione politica si renderebbe conto che i poveri dell’Africa non sono dell’Africa, ma dell’umanità.

L’ex mandatario espresse che il fantasma della concentrazione della ricchezza è quello che ci toglie le risorse per combattere la povertà e sta minacciando la classe media nelle sue proprie viscere, senza che lei se ne renda conto.

Commentando le recenti elezioni negli Stati Uniti, Mujica ha detto che “ho presenziato la disputa elettorale della prima potenza del mondo e sono rimasto come se fossi congelato”. “Viene voglia di piangere”, ha concluso.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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