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Messaggio di Renè Gonzalez al popolo di Cuba

Renè Gonzalez finalmente libero

Renè Gonzalez finalmente libero

Riportiamo il testo completo del messaggio di Renè, uno dei Cinque cubani, prigionieri politici dell’imperio, che dopo essere stato liberato dalla carcere, sta scontando 3 anni di un’assurda libertà vigilata nella stessa tana dei terroristi, Miami.
“Queste parole sono per il mio popolo, al quale se la devo dal giorno in cui uscii dal carcere e che non hanno potuto essere inviate per le circostanze che circondavano la necessità che avessimo un viaggio sicuro prima che potessimo dirigerle.

È difficile, realmente, dirigersi ad un popolo che si ama tanto e del quale uno si sente parte attraverso una videocamera, ma dovevo comunicarmi con voi e dirvi quanta gratitudine abbiamo per tutto quello che avete fatto, spiegarvi che ci siamo sentiti molto accompagnati dalle migliaia di messaggi, dalle lettere dei bambini, di tutti i collettivi di lavoro e di studio, che da Cuba ci hanno inviato i loro messaggi, l’appoggio che non ci è mancato mai e che ci ha alimentati in questi anni di ingiustizia, che sono già troppi.

Per me questo momento di felicità che condividiamo è, semplicemente, una parentesi in una storia di abusi nella quale ancora non si è fatto un apice di giustizia. Il fatto che io stia ora fuori dal carcere solamente significa che si esaurì un vagone di abusi al quale ero stato sommesso; ma ancora abbiamo quattro fratelli che dobbiamo riscattare e che necessitiamo che stiano insieme a noi, coi loro parenti; che stiano con voi dandovi la parte migliore di se e non in quei luoghi dove stanno, dove si alzano, si svegliano ogni mattina, vanno ad una mensa alla quale non dovrebbero mangiare, camminano tra gente dove non dovrebbero camminare, e realmente dobbiamo continuare questa lotta per tirarli fuori.

Per me questa è solamente una trincea, un luogo nuovo nel quale continuo a lottare affinché si faccia giustizia ed i Cinque possano ritornare insieme a voi.
Voglio mandare un saluto speciale ai parenti degli altri quattro fratelli che realmente mi hanno commosso attraverso la loro allegria. Realmente mi ha toccato profondamente quando uno parla per telefono con una persona che sa che ha suo figlio incarcerato, suo marito prigioniero e riceve la mia libertà come se fosse la libertà di uno dei suoi. A me, realmente, tutto questo mi commuove e mi compromette, e dobbiamo continuare a fare questa lotta, perché loro non meritano stare dove stanno.

A tutto il mio popolo, a tutti quelli che ci hanno accompagnati in tutto il mondo in questi anni che sono stati migliaia, attraverso i quali abbiamo potuto continuare, a poco a poco, a rompere questo blocco informativo, continuare a rompere il silenzio che le grandi corporazioni della stampa hanno calato sul caso, vi estendo, da parte dei Cinque, la mia più profonda gratitudine, il mio compromesso di continuare a rappresentarvi, come ve lo meritate, ed è quello che stiamo facendo, noi, i Cinque, perché in definitiva non siamo solamente Cinque, siamo un popolo completo che ha resistito per 50 anni, e grazie a questo, è che noi stiamo resistendo ancora, perché c’ispiriamo a voi, perché sappiamo che vi rappresentiamo e non vi deluderemo mai e staremo sempre all’altezza che vi meritate.

Un abbraccio per tutti.

Vi vogliamo bene, noi, i Cinque, ovunque stiamo”.

preso da www.granma.cubaweb.cu

Traduzione di Ida Garberi

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